La forfora è costituita da detriti cellulari, cellule morte che si spargono sul cuoio capelluto. Queste cellule hanno origine negli strati bassi dell’epidermide e vengono spinte verso l’esterno dalle cellule giovani. In superficie le cellule vecchie muoiono e danno origine alla forfora.
Normalmente il ricambio delle cellule epiteliali del cuoio capelluto avviene regolarmente e l'eliminazione delle cellule morte come desquamazione dei tratti superiori dell'epidermide si verifica senza problemi, e una modestissima presenza di desquamazione è fisiologica.
Quando però la presenza di squame biancastre e secche è piuttosto elevata, si parla di forfora, che può essere sintomo della dermatite seborroica, che è quindi cronica. La forfora è un fenomeno molto diffuso che provoca imbarazzo e addirittura problemi di autostima in molte persone, tanto che la sua cura può essere importante anche solo per ragioni psicologiche.
Tipi di forfora:
Lieve, si deve ad un fungo che vive nel cuoio capelluto che ha il nome di Malassenzia, se questo fungo è particolarmente prolifero da origine alla forfora.
Dermatite seborroica, si tratta di una forma più grave di forfora e nello specifico è un’infiammazione del cuoio capelluto che può riguardare anche sopracciglia, orecchie e pelle nella zona di naso, guance e fronte. Il cuoio capelluto si presenta grasso e naturalmente si forma la forfora.
Psoriasi, ovvero la forma più grave della forfora, la pelle è infiammata e prude. La forfora è a scaglie spesse e si presenta con molta frequenza.
Colpisce maggiormente il sesso maschile, generalmente in un'età compresa tra i 12 e i 40 anni. È rara nei bambini e negli anziani. Colpisce un'alta percentuale di popolazione.
La prevenzione è possibile e dovrebbe essere molto attenta negli individui predisposti.
Le intolleranze ai latticini ad esempio, o alla frutta secca, al cioccolato o ai frutti di mare possono causare forfora. Quindi anche dal punto di vista alimentare possiamo ricercare delle cause: un consumo elevato di grassi, zuccheri e amidi può causare l’insorgere della forfora.
L'uso di shampoo con tensioattivi aggressivi può far peggiorare il quadro clinico.
L'eccessiva sudorazione del cuoio capelluto, che può indurre infiammazione locale e accentuare la desquamazione.
Fenomeni che possono produrre o accentuare l'irritazione del capo.
L'uso intensivo di prodotti per capelli come gel, schiume, lacche.
È buona norma non agire con fonti di calore (phon ad elevate temperature) o acqua eccessivamente calda (consigliabile dunque lavare i capelli con acqua tiepida e il resto del corpo alla temperatura desiderata).
Come regola generale vale il cercare di mantenere il più possibile la condizione naturale dei capelli, evitando prodotti chimici che ne alterino il pH e la salute.
Si usano lenitivi ed emollienti in base oleosa per facilitare il distacco delle squame, associati a shampoo cheratoregolatori e antinfiammatori. Molto utili in tal senso i prodotti a base di ketoconazolo e climbazolo. In casi importanti si ricorre agli steroidi applicati localmente. Utile un'integrazione a base di acidi grassi polinsaturi.
Il Ketoconazolo è un farmaco usato da molti anni nella terapia delle infezioni da funghi, ha rappresentato un vero passo avanti nel trattamento di queste condizioni. La sua azione sulla forfora fu scoperta per caso osservando il miglioramento in pazienti che venivano trattati per altre infezioni. Il farmaco inibisce la sintesi di una sostanza indispensabile al fungo per formare la sua parete cellulare, compromettendone così la crescita e la sopravvivenza. Applicato localmente in lozione al 2% consente una rapida eliminazione e l'attenuazione dei sintomi, e non viene assorbito in modo significativo. Infatti normalmente il ketoconazolo non comporta problemi di tollerabilità locale né rischi di sensibilizzazione. Deve essere applicato due volte alla settimana per un periodo di 2-4 settimane, lasciandolo a contatto con i capelli per 5-10 minuti. Successivamente, una applicazione ogni 7-14 giorni sembra in grado prevenire la ricomparsa del problema ma l'applicazione a lungo termine può dar luogo a fenomeni irritativi. Si hanno risultati migliori nei maschi che nelle femmine, probabilmente perché il minor numero di capelli dei primi consente un miglior contatto con la cute. Se si sono utilizzati corticosteroidi topici è bene lasciare passare due settimane prima di procedere al trattamento delle stesse aree con ketoconazolo.
Il solfuro di selenio (SeS2) riduce la velocità del ciclo di ricambio cellulare dell'epitelio. L'azione fungicida lo rende efficace, con alcune differenze rispetto a zinco piritione e al ketoconazolo. Come tutti i prodotti farmaceutici può avere effetti secondari, e può causare reazioni allergiche. Occorre lavare accuratamente i capelli dopo ogni utilizzo.
Lo zinco piritione, utilizzato due volte alla settimana, riduce la forfora ma anche dopo un trattamento prolungato non si ha una completa risoluzione dei sintomi.
Zinco piritione e solfuro di selenio non devono essere applicati in caso di abrasioni o lacerazioni della pelle e non devono venire a contatto con gli occhi.
Zolfo e catrame hanno un'azione antifungina molto bassa e sono scarsamente efficaci.
Nella forfora con presenza di irritazione dermatite seborroica possono essere utili i corticosteroidi che hanno un'azione antinfiammatoria. Alla sospensione del trattamento il problema si ripresenta rapidamente in una elevata percentuale di casi. Il solo controllo dell'infiammazione non risulta quindi importante quanto la soppressione del fungo. Se usati per molto tempo i corticosteroidi possono dare effetti indesiderati.
Non grattare la cute, per non danneggiarla e non dar luogo a dermatite. Usare pettini a denti larghi e pettinarsi più volte al giorno. Non toccare i capelli con le mani sporche. Non usare il phon caldo a distanza troppo ravvicinata. Tenere d’occhio l’alimentazione ed in caso assumere degli integratori.
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