mercoledì 11 novembre 2015

IL CANCRO AI TESTICOLI

Il tumore ai testicoli, o tumore testicolare, è un processo neoplastico che ha origine nelle cellule (germinali o non germinali) delle gonadi maschili, chiamate appunto testicoli.
Le cause scatenanti non sono ancora state delineate con precisione, tuttavia, grazie all'osservazione di un gran numero di casi, si è potuto appurare che la neoplasia è legata a determinate condizioni, quali: criptorchidismo, familiarità per il tumore, infertilità, fumo di sigaretta, statura elevata ecc.
Il processo tumorale si contraddistingue per la comparsa di dolore scrotale e di un rigonfiamento a livello dei testicoli, le cui dimensioni sono simili a quelle di un pisello.
La diagnosi, se è precoce, offre buone possibilità di guarigione; guarigione che può ottenersi con un intervento chirurgico di asportazione del testicolo, la chemioterapia e, nei casi più gravi, anche la radioterapia.

Colpisce più frequentemente la popolazione giovane, che ha tra i 15 e i 44 anni d'età, e di carnagione bianca (in particolare, gli abitanti del Nord Europa, provenienti da Germania, Scandinavia ecc).
Secondo uno studio americano, a partire dagli '70, i malati di tumore ai testicoli, in tutto il mondo, sono aumentati in modo deciso e inspiegabile. Tuttavia, questo incremento non si è tradotto in un aumento della mortalità, anzi, si è notata una tendenza del tutto opposta. Ciò si spiega con i progressi fatti dalla medicina, che garantiscono, ormai, buone possibilità di guarigione da tale neoplasia.
In base a una statistica italiana, i casi registrati nel 2012 nel nostro Paese sono stati poco più di 2000.

Tutte le persone con parenti stretti (padri o fratelli), affetti da tumore ai testicoli, sono ad alto rischio di ammalarsi della stessa malattia. Non a caso, la familiarità rappresenta il secondo più importante fattore di rischio, dopo il criptorchidismo.

Per una ragione ancora non chiara, sembra che l'infertilità maschile predisponga a sviluppare un tumore ai testicoli: infatti, gli uomini non fertili sono tre volte più a rischio degli uomini fertili.

In base a una ricerca del 2008, gli individui maschi alti più di 190 cm sono predisposti ad ammalarsi di tumore ai testicoli, mentre quelli che misurano meno di 170 cm sono maggiormente protetti. Alla luce di ciò, si è avanzata l'ipotesi che possa esserci una connessione tra statura elevata e tumore testicolare. Tuttavia, rimane ancora tutto da spiegare a cosa si debba questo legame.

Come accade per molte altre neoplasie, anche il tumore ai testicoli è favorito dal fumo di sigaretta. Sono due volte più a rischio, infatti, tutti i grandi fumatori.
Per grandi fumatori, s'intendono tutti coloro che fumano, per anni, anche 20 sigarette al giorno.


Un altro importante fattore di rischio è la sindrome di Klinefelter, un difetto dei cromosomi.

Infine, gli uomini che hanno avuto un tumore al testicolo hanno dal 2% al 5% di probabilità di sviluppare lo stesso tumore nell'altro testicolo nei 25 anni successivi alla diagnosi.

Il cancro del testicolo è una forma rara di tumore maschile, in cui le cellule tumorali si formano a partire dai tessuti di uno o di entrambi i testicoli.

I tumori testicolari si dividono in due tipi: seminomi e non seminomi.




I primi sono circa la metà dei casi e consistono nella trasformazione maligna delle cellule germinali, cioè di quelle che danno origine agli spermatozoi; sono frequenti nella quarta decade di vita e si associano spesso a una variante che coinvolge anche cellule non seminali (in questo caso si parla di forme germinali miste).

Gli altri, i non seminomi, includono quattro differenti forme: i carcinomi embrionali, i coriocarcinomi, i teratomi e i tumori del sacco vitellino, quella parte associata all'embrione che contiene materiale di riserva per il suo nutrimento.

Il cancro del testicolo è classificato nei seguenti stadi:
stadio I, con tumore circoscritto al testicolo;
stadio II, con tumore diffuso ai linfonodi dell'addome;
stadio III, quando il tumore si è diffuso oltre ai linfonodi anche con metastasi a distanza in organi quali polmoni e fegato.

Di solito il tumore esordisce con un nodulo, un aumento di volume, un gonfiore o un senso di pesantezza del testicolo.
Per questo è importante che gli uomini imparino a fare l'autoesame del testicolo (così come le donne fanno l'autoesame del seno) palpando l'organo di tanto in tanto per scoprire in tempo eventuali anomalie.
Anche la brusca comparsa di un dolore acuto al testicolo è tipico di questo tumore, assieme a un rapido aumento del volume che può essere provocato da una emorragia all'interno del tumore. Viceversa, anche il rimpicciolimento del testicolo può essere un segnale di esordio della malattia.
Infine, è importante che i genitori facciano controllare i bambini dal pediatra di fiducia, poiché una correzione dell'eventuale discesa incompleta del testicolo entro il primo anno di vita riduce il rischio di cancro e facilita la diagnosi precoce del tumore.

La diagnosi del tumore viene effettuata tramite una ecografia dello scroto e il dosaggio di alcuni marcatori, cioè sostanze presenti nel sangue prodotte dalle cellule tumorali o indotte dalla presenza del tumore. Tali marcatori sono la alfa-fetoproteina e la beta-HCG e la lattiodeidrogenasi (LDH).
In caso di sospetta positività si procede con una biopsia e, se anche questa è positiva, con l'asportazione del testicolo per esaminare il tumore nella sua estensione locale e sottoporre il paziente a ulteriori accertamenti per verificare se le cellule tumorali si sono diffuse ad altre parti dell'organismo. Ciò è importante per la scelta del trattamento più indicato.

Grazie ai progressi degli ultimi anni, oggi 9 casi di tumore del testicolo su 10 si curano con successo.
Quando il tumore è diagnosticato in fase iniziale ed è limitato al testicolo, la chirurgia con o senza radioterapia  è la prima scelta. Nelle forme più avanzate, invece, è necessario ricorrere alla chemioterapia, considerando che questo tipo di tumore è molto sensibile agli effetti dei farmaci, con cui si ottengono quindi ottimi risultati.
Con i farmaci guarisce anche il 60-70% dei casi di malattia già disseminata, a cui va aggiunto un 10-20% di pazienti guariti definitivamente dopo l'asportazione di tumori rimpiccioliti precedentemente con la chemioterapia. In entrambi i casi, comunque, è necessario farsi controllare molti anni dopo la cura.
In pratica, nella malattia in fase iniziale è indicata l'asportazione chirurgica del testicolo e del funicolo spermatico (sia nei seminomi sia nelle forme non seminomatose).
Nello stadio I per i seminomi è opportuno completare il trattamento con una radioterapia. Negli stadi più avanzati, invece, con metastasi ai linfonodi dell'addome oppure in altri organi, la chemioterapia consente un buon controllo della malattia. Dopo l'asportazione del testicolo viene inserita una protesi che consente di mantenere l'aspetto estetico dello scroto.
La fertilità può essere preservata conservando campioni di liquido seminale, raccolto prima dell'intervento, in una banca del seme.



I tumori del testicolo sono circa l'1% del totale e il 3-10% di quelli che colpiscono l'apparato urogenitale maschile.  Sono rari e colpiscono soprattutto la popolazione giovane (in genere tra i 15 e i 45 anni).
Secondo la rete di sorveglianza epidemiologica degli Stati Uniti, negli ultimi 30 anni c'è stato un aumento della frequenza di tumore testicolare di circa il 45%, ma la mortalità è diminuita del 70%, a testimonianza dei significativi progressi raggiunti nella terapia di questo specifico tumore: nel 1970 il 90% dei pazienti con cancro testicolare moriva, mentre dagli anni novanta, grazie all'introduzione di nuovi farmaci, la situazione si è invertita, e oggi il 90% degli uomini con cancro diffuso possono essere curati.
Nel 2012 in Italia si sono registrati poco più di 2.000 casi.

Per i tumori germinali del testicolo non esistono programmi di prevenzione organizzati.
Gli stessi marcatori tumorali quali alfafetoproteina e beta-HCG (ovvero sostanze che si possono trovare nel sangue in presenza di questo tipo di cancro), utili per la conferma della diagnosi e per seguire nel tempo l'evoluzione della malattia, non servono nella diagnosi precoce.
Data tuttavia la giovane età della popolazione a rischio, va sottolineata l'importanza dell'autopalpazione del testicolo, con attenzione verso qualsiasi modifica dell'anatomia o della forma dello scroto.
Adulti e ragazzi dovrebbero conoscere dimensioni e aspetto dei loro testicoli, esaminandoli almeno una volta al mese dopo un bagno caldo, cioè con il sacco scrotale rilassato. Ogni testicolo andrebbe esaminato facendolo ruotare tra pollice e indice alla ricerca di noduli anomali, che dovrebbero essere immediatamente riferiti al medico. Questo accorgimento può consentire una diagnosi precoce.
È importante insegnare ai ragazzi questa manovra anche perché l'unica visita che prevedeva l'esame dei testicoli era quella per la leva, che è stata abolita con la decadenza della leva obbligatoria.





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