sabato 14 novembre 2015

FUMO PASSIVO




Il fumo passivo, causa danni alla salute umana per patologie in gran parte assimilabili a quelle provocate dal fumo attivo (tabagismo e effetti del tabagismo sulla salute); sta provocando sempre più danni nei paesi industrializzati e non (l'Indonesia ad esempio rientra tra i principali consumatori mondiali di tabacco pro-capite):

Negli USA tale assunzione indiretta porta ogni anno fino a 60.000 morti negli anni 2000, precedentemente la mortalità era stata attestata, negli anni 1980, da 35.000 ai 40.000 morti all'anno
In Italia la mortalità è di circa 2.800 morti ogni anno.
In Francia avevano calcolato che nel 1997 i non fumatori obbligati all'assunzione continuativa del fumo erano circa 3.000 in tutto il paese ma i danni potrebbero portare anche a 5.000 morti all'anno, scaturendo un allarme nel primo ministro Dominique de Villepin che in un comunicato stampa avvisava del pericolo.

Il livello di tossicità del fumo passivo è molto inferiore rispetto a quello del fumo attivo, ma in ogni caso comportano danni all'organismo consistenti, costituendo fattore di rischio per diverse patologie cardiache, lo stesso WHO, l'organizzazione mondiale della sanità, si è espressa evidenziano la sua pericolosità, davanti a 192 paesi che hanno adottato i provvedimenti in quella sede espressi.

L’unica differenza tra il rischio di ammalarsi che corre un fumatore rispetto a un non-fumatore è data dalla quantità di fumo e di nicotina che viene respirata in maniera continuativa. Dagli studi risulta che anche nell’organismo di chi è esposto alla combustione delle sigarette altrui si accumulano le sostanze nocive per l’organismo: nella saliva e nelle urine di chi vive con un fumatore, per esempio, si rileva la presenza di cotinina, la sostanza nella quale l’organismo trasforma la nicotina, in una quantità che è pari all’1% rispetto a quella presente nel convivente.
Ricerche americane hanno provato invece che per chi respira il fumo del coniuge o dei colleghi il rischio di tumore polmonare aumenta del 15-20%, e che per le mogli di fumatori accaniti la probabilità di avere disturbi cardiaci è doppia rispetto a quella delle donne non esposte al fumo.
Inoltre vivere con un fumatore può essere particolarmente dannoso per i bambini, che corrono un rischio di infezioni quattro volte superiore al normale: si indebolisce il loro sistema immunitario e diventano allora più comuni raffreddori, bronchiti, tonsilliti, tracheiti, otiti, e aumenta la probabilità di attacchi d’asma.

Il 70 per cento dei connazionali fuma nei luoghi chiusi, anche in presenza dei bambini, che a migliaia ogni anno finiscono in ospedale.



Sembra incredibile, ma i numeri non lasciano spazio ai dubbi: oltre otto italiani su dieci non sanno che il fumo passivo provoca il cancro del polmone, sette su dieci fumano regolarmente in luoghi chiusi e la metà lo fa anche in presenza di bambini. Non solo, il livello di conoscenza sui fattori di rischio legati al tabacco è talmente basso che quasi la metà dei connazionali (48 per cento) pensa che il tumore ai polmoni non si possa prevenire e il 43 per cento crede erroneamente che smettere non riduca il rischio di sviluppare la malattia. Così, solo il 45 per cento cambierebbe il suo stile di vita per prevenire la neoplasia. Sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio nazionale condotto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). L’indagine, presentata a Milano, fa parte della campagna nazionale di sensibilizzazione sulla patologia, promossa dall’AIOM, con il patrocinio della Fondazione Insieme contro il Cancro e dell’associazione dei pazienti WALCE (Women Against Lung Cancer in Europe). «Con circa 38mila nuove diagnosi ogni anno nel nostro Paese, il tumore del polmone è la terza neoplasia più frequente, dopo quelle al colon retto e al seno - spiega Carmine Pinto, presidente eletto AIOM e direttore dell’Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma -. Respirare sigarette, proprie e altrui, causa il 90 per cento delle morti per tumore del polmone e il fumo passivo aumenta fino al 30 per cento le probabilità di sviluppare la malattia. Ma, come risulta dal sondaggio, troppi italiani ignorano le regole fondamentali della prevenzione. Per questo abbiamo deciso di promuovere un progetto nazionale rivolto a cittadini, oncologi e istituzioni».
In Italia più di 11 milioni di persone fumano regolarmente, circa 6 milioni di uomini e 5 milioni di donne. I tabagisti rappresentano oltre il 20 per cento della popolazione con più di 15 anni e la maggioranza fuma in media dalle 10 alle 14 sigarette al giorno. A questi si aggiunge l’esercito, ancora più vasto, dei fumatori passivi: 15 milioni di persone in tutto, molti dei quali giovanissimi, visto che le stime più recenti indicano che la metà degli under 14 italiani (cioè 4 milioni di individui) vive con almeno un tabagista. «Nonostante i molti richiami dei medici - continua Pinto - pare che il messaggio non sia ancora chiaro: il fumo passivo (quello inalato involontariamente dalle persone che vivono a contatto con uno o più tabagisti, che rappresenta il principale inquinante degli ambienti chiusi), al pari di quello attivo, possiede oltre quattromila sostanze chimiche sotto forma di particelle e di gas. Per questo i non fumatori che lo inalano sono spesso colpiti dalle stesse malattie dei tabagisti (irritazione agli occhi e al naso, mal di testa, secchezza della gola, vertigini, nausea, tosse e problemi respiratori). Nel mondo le morti causare dal fumo passivo sono oltre 600mila l’anno».

La probabilità di sviluppare un tumore ai polmoni è 14 volte più alta tra i fumatori rispetto ai non tabagisti, ma numerose ricerche scientifiche hanno anche dimostrato i molti danni provocati dal “solo” inalare fumo altrui. Oltre a causare il cancro (negli Stati Uniti il fumo passivo è stato incluso tra i carcinogeni di classe A), il fumo passivo è responsabile certo di malattie respiratorie croniche (le più frequenti sono asma e bronchiti e BroncoPneumopatia o BPCO) e patologie cardiovascolari (come malattie coronariche e attacchi cardiaci). Inoltre, ogni anno nel nostro Paese le stime contano fra i 150mila e i 300mila casi di polmonite e bronchite nei bambini sotto i 18 mesi e 15mila ricoveri in ospedali pediatrici. «Le sigarette - sottolinea Francesco Cognetti, presidente di Insieme contro il Cancro - possono trasformare il salotto di casa o l’abitacolo dell’automobile in vere e proprie camere a gas. Sarebbe opportuno estendere i divieti antifumo a tutti gli ambienti chiusi o troppo affollati come automobili, spiagge, stadi e parchi. Solo così è possibile difendere la salute di tutti i cittadini, specialmente delle persone più a rischio, come le donne in gravidanza e i bambini».



Era stato annunciato mesi fa, adesso la legge è stata approvata: vietato fumare in macchina se si trasportano minori in Inghilterra.

La misura è stata varata ad amplissima maggioranza dal Parlamento inglese. Ne ricalca una simile già in vigore in Galles – mentre la Scozia sta valutando la sua introduzione. Chi trasporta minori di 18 anni non potrà dunque accendere la sigaretta in auto, a meno che quest’ultima non sia decapottabile, col tetto aperto. La legge è entrata in vigore il  1 ottobre, e la multa è di 50 sterline (circa 67 euro). In Inghilterra il fumo è stato proibito da tutti i luoghi pubblici e di lavoro chiusi a partire dal luglio 2007. Altri posti in cui è proibito fumare in macchina quando si trasportano bambini sono alcuni Stati americani, tra cui la California, e parti di Canada e Australia.

«Tre milioni di bambini sono esposti al fumo passivo nelle auto, il che mette a rischio la loro salute – ha spiegato il ministro della Salute Jane Ellison – Sappiamo che molti di loro sono imbarazzati o spaventati a chiedere agli adulti di smettere di fumare, e questo è il motivo per cui le norme sono un passo importante nel proteggere i bambini dai danni del fumo passivo». L’introduzione di questa misura era stata supportata da oltre 700 esperti senior lo scorso anno, e aveva scatenato un dibattito assai acceso non solo tra le associazioni contro il fumo e quelle dei fumatori (che la ritengono eccessiva e inapplicabile), ma anche tra i partiti politici, in merito alla sua liberalità. Per la British Lung Foundation, associazione impegnata nella lotta contro le malattie polmonari, si tratta di un’immensa vittoria, che andrebbe completata con una legislazione adeguata sulle confezioni di tutti i prodotti contenenti tabacco.

Secondo gli esperti, fumare in spazi chiusi piccoli quali l’automobile peggiora significativamente i danni causati dal fumo passivo alla salute dei bambini. Danni di cui spesso gli adulti non si rendono conto, causato non solo dal fumo di seconda mano, ma anche da quello di terza, ossia quello che rimane su pareti, tessuti etc. In questa situazione aprire il finestrino non basta, perché il fumo può comunque persistere nell’abitacolo per circa due ore e mezza. Fumare una sigaretta in macchina inoltre causa una concentrazione di tossine fino a 11 volte superiore a quella che si trovava nei locali pubblici, come i bar, quando ancora era concesso fumarvi all’interno. I dati di Fresh, programma regionale inglese attivo dal 2005 nella lotta contro il fumo, rivelano che ogni anno solo nel nordest del Paese 13mila bambini vengono ricoverati o sottoposti a cure mediche per aver respirato fumo di sigaretta. Il fumo passivo comporta l’inalazione di migliaia sostanze chimiche (ecco quello che fa male delle sigarette nel dettaglio), alcune cancerogene quali arsenico, formaldeide e catrame, ed è fortemente legato al rischio di malattie respiratorie croniche, a infezioni polmonari, patologie cardiovascolari, all’insorgere del cancro al polmone oltre a essere correlato alla morte in culla.
In Italia la stessa intenzione nel prossimo decreto del Ministero della Salute
In Italia il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, tempo fa ha confermato l’annunciata “stretta sul fumo” focalizzata soprattutto verso la protezione dei minori e dei giovani, le categorie maggiormente a rischio. In auto sarà vietato fumare in presenza di minori anche nel nostro paese: è quello cui approderà il decreto cui sta lavorando il ministero «essendo ormai acclarati - afferma il dicastero in una nota - i danni da fumo passivo soprattutto tra i giovanissimi». La lotta contro il fumo, continua la nota, «è una priorità dell’Italia e dell’Europa. Il fumo è infatti ancora oggi la prima causa di morte. In Italia muoiono per patologie fumo-correlate circa 70.000 persone l’anno e si registra la tendenza all’abbassamento dell’età in cui i giovani consumano la prima sigaretta che è intorno agli 11 anni».



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