Vari bromuri, specialmente il bromuro di potassio, ma anche derivati dell'urea tra i quali l'acecarbromale, sono stati utilizzati frequentemente come sedativi nel XIX secolo e nei primi anni del XX secolo.
In particolare Sir Charles Locock verso la metà del XIX secolo sperimentò il bromuro di potassio su 14 donne affette da epilessia: i risultati furono molto buoni e da allora venne largamente usato come antiepilettico, fino a quando non fu sostituito dal fenobarbital.
Il pinaverio bromuro viene utilizzato nei disordini motori dell'apparato digerente, come le discinesie esofagee e biliari, la sindrome del colon irritabile e le altre colonpatie funzionali.
Vi sono anche composti ad uso topico, come l'ipratropio bromuro, utilizzati contro l'asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva. In questo caso viene nebulizzato o somministrato in forma di aerosol, ma la sostanza fondamentale è costituita dall'atropina.
I bromuri sono i sali dell'acido bromidrico, e hanno molta importanza in farmacologia. Essi godono di particolari proprietà depressive delle funzioni psichiche e dei riflessi, e vengono facilmente assorbiti dalle mucose (donde il vantaggio della somministrazione per via gastrica), ma si eliminano piuttosto lentamente per le urine, per la saliva, ecc., donde una loro azione cumulativa.
L'azione deprimente e sedativa dei bromuri è evidente quando il sistema nervoso si trova in uno stato di abnorme eccitabilità. I bromuri esercitano prevalentemente la loro azione sul cervello e sul bulbo. Piccole dosi (2-3 grammi) dànno un senso di calma e di sollievo che predispone a un sonno tranquillo. Dosi più elevate (5-10 grammi) possono determinare dei sintomi tossici: depressione psichica, prostrazione, sonnolenza, ottundimento dei sensi specifici, cefalea frontale, intensa sete, eruzioni cutanee, ecc. L'azione dei bromuri si esplica probabilmente anche sulle vie di connessione, tra i varî centri cerebrali, in quanto le dosi tossiche inibiscono la coordinazione dei processi mentali.
L'Albertoni (1882) ha dimostrato con classiche esperienze l'azione dei bromuri sulla corteccia cerebrale. Gli effetti delle stimolazioni delle aree motrici corticali che, quando raggiungono una certa intensità, dànno luogo a convulsioni generalizzate epilettiformi: dopo la somministrazione di bromuri, vengono limitati ai distretti muscolari corrispondenti all'area direttamente stimolata da una corrente della stessa intensità.
Se i bromuri vengono somministrati agli animali dopo la stricnina, gli effetti della stimolazione non tendono a diffondersi, mentre i principali riflessi, come il patellare, sono sempre esagerati.
I bromuri, somministrati ad alte dosi e per lungo tempo, determinano sintomi d'intolleranza e d'intossicazione cronica, il cosiddetto bromismo.
Il Richet (1900) osservò che negli epilettici l'efficacia dei bromuri veniva aumentata da una dieta povera di cloro e, inversamente, notò come la somministrazione di grandi dosi di NaCl scatenasse gli accessi in epilettici curati con bromuri.
La somministrazione di bromo aumenta l'eliminazione del cloro, per cui pare provato che il bromo possa sostituire il cloro nei liquidi organici e nei tessuti. Oggi è dimostrato che l'azione caratteristica dei bromuri è direttamente legata allo ione bromo.
Non tutti i bromuri sono però ugualmente efficaci: bisogna tener conto anche della funzione farmacologica del catione. Grandi dosi di bromuro potassico, a esempio, possono accentuare l'azione depressiva del potassio. Il gruppo NH4 del bromuro di ammonio esercita un'azione antagonista a quella del bromo; quindi, mentre a piccole dosi predomina l'azione del bromo e l'azione sedativa si manifesta più lentamente e dura più a lungo, le forti dosi, per il predominio del gruppo ammonio, determinano fenomeni convulsivi con spasmi muscolari, acceleramento del respiro e ipotonia cardiovasale.
Anche in terapia non tutti i sali dell'acido bromidrico sono ugualmente tollerati dallo stomaco, sia per il sapore, sia per l'irritazione determinata sulla mucosa. Il bromuro di sodio e soprattutto quello di ammonio, di stronzio e di litio sono i più accetti; ma si preferisce ricorrere a pozioni polibromurate alle quali, per l'azione depressiva sul circolo di alcuni bromuri, è bene associare dei cardiotonici (adonide, strofanto, ecc.).
I bromuri vengono usati con un certo vantaggio nell'epilessia, e con molta utilità nelle nevrosi in genere, specialmente in quelle della menopausa e nelle sindromi convulsive dell'infanzia. Le dosi variano in genere da 0,5 a 5 grammi per dose, per varia via (p. es., per clistere).
La bromipina è una soluzione di bromo nell'olio di sesamo, nel rapporto di 10% e di 33%: in essa il bromo si trova combinato con gli acidi grassi. La sabromina è il sale di calcio dell'acido bibromobeenico, analogo alla saiodina che è il sale di calcio dell'acido monoiodobeenico; contiene il 29,5% di bromo. La bromocolla risulta di gelatina, tannino e bromo (10%) organicamente combinato; analoghi preparati albuminoidi contenenti bromo, sono il bromalbacide, il bromeigone, il peptobromeigone, ecc.
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