domenica 8 maggio 2016

GLI EFFETTI DEL VENTO





Il vento è uno dei fenomeni meteorologici che disturbano maggiormente la nostra psiche: mal di testa, nervosismo, insonnia, stanchezza, irascibilità sono solo alcuni dei malesseri che molte persone lamentano nelle giornate ventose.  Non vi è regione della terra, d'altronde, visitata da una così ricca varietà di venti come la nostra penisola: Bora, Foehn, Maestrale,Tramontana, Libeccio, Scirocco e Grecale, solo per citare i più importanti.

Quasi tutti provengono da regioni del globo molto distanti, anche 6000-8000 km e, poichè portano con sè le caratteristiche climatiche delle regioni di origine, provocano al loro arrivo forti variazioni di temperatura, umidità, pressione e, talvolta, anche di elettricità atmosferica.

In molti Paesi Occidentali il “mal di clima” rappresenta una patologia ufficialmente riconosciuta, tanto che i pazienti si avvalgono di appositi specialisti, ma in Italia la maggior parte della classe medica considera ancora il meteoropatico alla stregua di un malato immaginario, nonostante che a soffrirne sia il 25-30% della popolazione.

Lo Scirocco presenta gli aspetti più interessanti dal punto di vista fisiopatologico, ed è per questa ragione che esso viene messo più spesso in relazione con la meteoropatia. Ad affermarlo è il Prof. Alberto Lomuscio, cardiologo, agopuntore e docente di Medicina Tradizionale Cinese, il quale ricorda che “le malattie da vento, o anemopatie (dal greco anemos, vento, e pathos, sofferenza), possono interessare tutto l’organismo, ma gli effetti principali si verificano soprattutto sul cuore e sui vasi arteriosi, le cui cellule sono in grado di percepire maggiormente le variazioni elettriche dell’ambiente, tanto che si è osservato che l’incidenza di infarti e ictus aumenta nelle giornate ventose, e tra i fattori di questo aumento di incidenza sembra esservi lo squilibrio nella concentrazione di catecolamine e nella regolazione dell’aggregabilità piastrinica. Molto comune è anche la “Sindrome da Scirocco”, i cui sintomi più frequenti sono la cefalea, l’astenia, le palpitazioni, l’insonnia e varie forme di dolore toracico che possono anche simulare dolori anginosi: la forma è molto più frequente nei soggetti ipertiroidei, che sono già sottoposti in condizioni basali a un aumento di tutto il metabolismo corporeo. Caratteristiche principali dello Scirocco sono la velocità, l’elevata temperatura , specie durante i mesi estivi, e la concentrazione di ioni positivi in presenza spesso di variazioni della pressione atmosferica“.

Il vento di “Libeccio” è un vento caldo e umido che spira da Sud-ovest; investe, soprattutto, le zone tirreniche del Lazio, della Toscana, della Liguria e le coste del mediterraneo francese. È foriero di precipitazioni intense e violenti mareggiate. Ha caratteristiche analoghe allo Scirocco e causa, in forma più attenuata, una sintomatologia simile. Il vento di “Ponente” è un vento proveniente da Ovest. Ha caratteristiche ed effetti simili al Libeccio. È tipico delle perturbazioni atlantiche che attraversano il Mediterraneo da Ovest verso Est.
Il vento di Tramontana, la Bora e il Grecale proviente dalla Grecia sono venti freddi e asciutti che spirano, prevalentemente, da Nord/Nord-est in autunno e inverno o inizio primavera con raffiche che raggiungono la velocità di 80 Km/h, alternate da momenti di relativa calma.
Hanno caratteristiche di forte umidità dovuta alle precipitazioni e alla neve. La bassa temperatura determina, attraverso le terminazioni nervose periferiche, un’azione riflessa sulla gittata e sul lavoro del cuore, sul volume del sangue, sulla concentrazione di sodio e potassio e sul tasso ematico di alcuni ormoni della tiroide e delle capsule surrenali. Condizioni che provocano l’insorgenza o l’aggravarsi di malattie cardiovascolari, crisi asmatiche ed episodi di insonnia e cefalea.
Vento del “Sud”  è un vento tipico del mezzogiorno della Francia e, in particolare, delle zone di Montpellier e Lione. Meteorologicamente si accompagna a ionizzazione positiva, abbassamento della temperatura, della pressione atmosferica e dell’umidità relativa. La bassa pressione comporta una ridotta tensione di O2 a livello degli alveoli polmonari e, di conseguenza, a livello dei tessuti causando torpore e sonnolenza. Il vento del Sud favorisce l’insorgenza, in soggetti meteoropatici, di depressione fisico-psichica, insonnia e stato ansioso. Variazioni di 10 mm/H. di pressione atmosferica che si realizzano nell’arco di 24 ore aumentano l’incidenza di flebiti degli arti inferiori ed eventi trombotici. L’azione nociva di questo vento è elettiva in neonati e lattanti.
Per gravità si distingue “una forma benigna o semplice” caratterizzata da irritazione con pianto e sonno agitato; una forma di “media importanza” o febbrile lieve, della durata di 2-3 giorni accompagnata da vomito, diarrea e, a volte, convulsioni; “una forma grave” con ipertermia molto elevata (40-41 C°), disidratazione e sete intensissima, tachipnea, albuminuria, cilindruria. I sintomi tendono a regredire con il cessare della pioggia o del vento.



Il vento di “Maestrale”: è un vento freddo e umido che segue il fronte freddo delle perturbazioni atlantiche. Spira da nord-ovest e interessa le regioni tirreniche. Il Maestrale esercita un’azione di stimolo sul Sistema nervoso centrale con ansia, tachicardia e dispnea.
“Il Fohn” (vento di caduta) soffia, particolarmente, nei mesi primaverili. Genera brusche variazioni climatiche, una ridotta tensione di ozono, del potenziale elettrico e della pressione barometrica.
Origina sul versante italiano delle Alpi con il sollevarsi di una massa di aria calda e umida lungo la dorsale pre-alpina.
Nell’ascensione l’aria perde gradatamente, umidità e calore raggiungendo basse temperature e causando precipitazioni piovose e nevose. Così raffreddata, precipita vorticosamente a valle lungo il versante alpino opposto e perdendo quota subisce una compressione trasformandosi nuovamente in un vento caldo e asciutto. La particolare secchezza e lo strofinio con il suolo aumentano notevolmente la carica elettrica del Fohn.
Kneisel nel 1960 coniò il termine di “pre-Fohn” per indicare una serie di azioni che anticipano l’instaurarsi del fenomeno meteorologico. Queste variazioni sono ritenute responsabili dell’acuirsi, in soggetti psicologicamente labili, di squilibri mentali e di un incremento dei casi di omicidio e suicidio.
W.S. Moos, in uno studio di particolare interesse e attualità, rilevò un aumento di incidenti stradali in un arco di tempo che precedeva e seguiva di quattro ore l’insorgenza, la stabilizzazione e la fine dell’evento climatico.
I venti catabatici come il Fohn “limitano la capacità sensoriale del soggetto alla guida di veicoli modificando la reattività dell’organismo impegnato, in un processo di adattamento e omeostasi e regolazione all’ambiente atmosferico. Si determina una diminuizione delle capacità reattive alla guida”.

La sindrome meteoropatica da Fohn si manifesta con un corredo sintomatologico di vertigini, leucopenia, stasi venosa, ambascia precordiale, formazione di emboli, edemi e dolori alle cicatrici (Sutermeister 1960), abbassamento della pressione arteriosa e aumento della temperatura corporea nei bambini con spasmofilia, tetania, convulsioni, vomito e disidratazione.

La Bora è un vento molto freddo da nordest che soffia con raffiche violente (fino a 130 km/h): se proviene dalla gelida Siberia, giunge sull'Adriatico come vento rigido ma secco (Bora chiara). Il brusco e intenso raffreddamento, oltre che risvegliare nevralgie alle articolazioni e ai denti, favorisce soprattutto l'insorgere di malattie cardiovascolari.

I medici infatti ben sanno che l'angina pectoris si manifesta in genere in presenza di repentini cambiamenti di temperatura, solitamente dal caldo al freddo; con il freddo intenso diviene più forte anche il rischio di trombosi ed emboli polmonari. Con la Bora chiara, inoltre, sono più frequenti anche le crisi di glaucoma (malattia dell'occhio), le paralisi del nervo facciale e le affezioni broncopolmonari.

Effetti simili a quelli della Bora chiara sono provocati anche da altri venti freddi e secchi: la Tramontana, che soffia da nord e che in genere è abbastanza intensa su Toscana, Umbria e Lazio; il Grecale, che con le sue correnti provenienti da nordest investe le regioni ioniche e quelle tirreniche; il Maestrale, le cui vigorose correnti, provenienti dalla Provenza, si abbattono con violenza soprattutto sulla Sardegna. Non è un caso che proprio quest'isola (in particolare la città di Sassari), dove il Maestrale soffia con violenza, detenga il primato in Italia per le cefalee.

Se invece le correnti che raggiungono l'Adriatico sotto forma di Bora provengono dal Nord Atlantico, il vento, pur essendo meno freddo, risulta molto umido e piovoso ("Bora scura") ed il freddo umido nuoce a chi soffre di asma e di reumatismi.




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