sabato 2 luglio 2016

COLPO DI CALORE



L'ipertermia è un forte aumento della temperatura corporea, conosciuta anche come colpo di calore. È una condizione del corpo che può verificarsi a causa di particolari condizioni climatiche tipiche dell'estate, ovvero alta temperatura dell'aria, alta umidità e prolungata esposizione al sole. È diversa dalla febbre, perché la febbre è una risposta dell'organismo a uno stato di infezione e insorge a prescindere dalla temperatura esterna, su comando della regione pre-ottica dell'ipotalamo anteriore; l'ipertermia invece insorge senza questo comando, indotta solo dalla temperatura esterna.

Il primo soccorso in casi di ipertermia deve tendere a mantenere le funzioni vitali dell'infortunato, portandolo in un ambiente arieggiato ma senza provocare un raffreddamento repentino.

Il rischio di shock ipovolemico, dovuto ad una perdita eccessiva di sali, rende indispensabile la richiesta di soccorso medico qualificato e l'ospedalizzazione. Se l'infortunato è cosciente, può essere somministrata dell'acqua, se possibile con integratori salini. Assolutamente da evitare alcoolici e caffè, per le loro proprietà vasodilatatorie. Nell'attesa del soccorso, in caso insorgano i sintomi dello shock, l'infortunato può essere messo in posizione antishock, con gli arti inferiori sollevati.

Il segno principale del colpo di calore è l’elevata temperatura corporea (che tocca i 40 gradi o li supera). Tra i sintomi più diffusi: mancanza di sudorazione, arrossamento della pelle man mano che la temperatura corporea aumenta, tachicardia, mal di testa lancinante; sintomi neurologici (convulsioni, perdita di coscienza, coma, allucinazioni, difficoltà a parlare o capire ciò che gli altri stanno dicendo), crampi muscolari e debolezza.
Il colpo di calore può colpire chiunque, ma alcuni soggetti presentano un rischio più elevato di contrarlo (es. soggetti di età superiore ai 65 anni, neonati e bambini molto piccoli, donne in gravidanza, soggetti affetti da disturbi psichici, soggetti dalle ridotte capacità cognitive, obesi, persone affette da patologie cardiovascolari e tutti coloro che praticano attività sportiva all’aperto durante i mesi estivi. Anche l’assunzione di alcuni farmaci può aumentare il rischio di incorrere in un colpo di calore (es. antistaminici, pillole dimagranti, diuretici, sedativi, tranquillanti, stimolanti, anticonvulsivanti).

La diagnosi di colpo di calore viene fatta valutando la temperatura corporea, per poi passare agli esami del sangue. Gli elettroliti del sangue, come sodio, potassio o bicarbonati, presentano valori alterati per via del colpo di calore. I test sulla funzionalità del fegato e del rene sono prescritti per controllare eventuali danni (i livelli ematici di urato indicano la salute renale, mentre i livelli di creatina chinasi rilevano la disgregazione muscolare o rabdomiolisi). Altri test eseguiti per diagnosticare il colpo di calore includono: test delle urine per rilevare eventuali danni muscolari da rabdomiolisi o danni renali a causa di complicazioni dovute al colpo di calore, ECG, eseguito per vedere l’attività cardiaca; raggi X al torace, risonanza magnetica e TAC per rilevare eventuali anomalie agli organi di grandi dimensioni.

Il colpo di calore è una condizione di emergenza che richiede l'intervento del pronto soccorso ospedaliero. Se questo non è possibile, la temperatura della vittima deve essere abbassata immediatamente. È necessario portarlo al fresco e al chiuso, o almeno all'ombra, e rimuovere i vestiti per permettere il raffreddamento passivo della pelle. Si possono usare metodi di raffreddamento attivi: una veste da ipertermia, o avvolgere la vittima in un asciugamano bagnato in acqua fredda. Impacchi freddi alla testa, alla nuca, sul torso a all'inguine aiuteranno ulteriormente il raffreddamento. Il ghiaccio o l'acqua gelida potrebbero assorbire troppo calore e innescare un principio di ipotermia, quindi vanno usati solo in ospedale o se è possibile controllare costantemente la temperatura della vittima.

L'immersione in una vasca di acqua fredda è un sistema comune di raffreddamento, se la vittima è ancora cosciente, ma richiede un controllo costante delle condizioni corporee. Molto importante è anche reidratare l'organismo, fornendo acqua da bere o bibite isotoniche commerciali; va evitata invece la somministrazione di alcool o caffeina, per il loro effetto diuretico. Se la vittima è incosciente, confusa o comunque incapace di bere normalmente è necessario somministrare liquidi per fleboclisi, che in genere vengono raffreddati prima della somministrazione. Spesso viene utilizzata l'ipotermia terapeutica per contrastare situazioni da ipertermia.



Vanno evitati anche massaggi o frizioni con alcool, sempre per via della disidratazione che inducono. È necessario controllare la frequenza cardiaca e respiratoria, e praticare la rianimazione cardiopolmonare in caso di arresto cardiaco, come in qualsiasi altra situazione di emergenza.

I colpi di calore si possono evitare seguendo alcune precauzioni dettate dal buonsenso per evitare il surriscaldamento e la disidratazione. Portare vestiti leggeri e ampi per facilitare la traspirazione, mettere cappelli di colori chiari e a tesa larga per tenere fresca la testa, evitare di fare lavori pesanti o esercizi fisici durante le ore più calde, evitare gli interni delle automobili e gli spazi ristretti. Chi lavora all'aperto deve ricordare che la forte umidità e la luce diretta del sole possono portare a una temperatura percepita di circa 10 °C superiore a quella indicata dal termometro.

Altrettanto importante è tenere l'organismo bene idratato, bevendo molto per reintegrare i liquidi persi con la traspirazione. Non ci sono sintomi fisici particolari che indichino uno stato di disidratazione: la sensazione di sete non è un indicatore affidabile, soprattutto nelle persone anziane. Un test molto attendibile dello stato di idratazione dell'organismo è il colore delle urine: più è scuro, più il corpo ha bisogno di liquidi. Tè e birra hanno un effetto diuretico, ma apporteranno più liquidi di quanti ne facciano perdere: il caffè espresso, il vino e i superalcolici invece no, e per questo vanno evitati. Comunque l'acqua pura e semplice resta di gran lunga la scelta migliore.

Anche gli atleti sono particolarmente a rischio di colpi da calore, soprattutto quelli che si improvvisano tali nelle ore più calde del giorno. In simili situazioni, nonostante il sudore e l'effetto refrigerante dell'aria, il calore prodotto dall'organismo supera di gran lunga la sua capacità di dissipazione.
Sudare non è sinonimo di dimagrire e non ha alcun senso mettere a rischio la propria salute svolgendo attività fisica nelle ore più calde. Sulle strade si vedono ancora troppi sportivi correre con indosso tute dimagranti o di materiale sintetico. L'intensa sudorazione diminuisce il volume plasmatico causando un rapido innalzamento della temperatura corporea e rendendo l'organismo ancor più suscettibile ai colpi di calore.
Si consiglia pertanto di:
indossare indumenti leggeri, di colore chiaro e traspiranti;
mantenersi ben idratati prima, durante e dopo l'attività sportiva;
evitare di praticare i propri esercizi quando la temperatura supera i 28°C;
tenere presente che il colpo di calore colpisce più frequentemente soggetti in sovrappeso o in condizioni di forma modeste.
Nel caso durante l'attività sportiva compaiano i sintomi tipici del colpo di calore è importante interromperla immediatamente. Durante il monitoraggio delle sue condizioni l'atleta o chi per lui non dovrebbe fare riferimento alla temperatura orale poiché questa è generalmente inferiore (anche di qualche grado) a quella rettale.

L'ipertermia può essere artificialmente suscitata in determinate aree del corpo, con uso di particolari macchine a radiofrequenza, costituendo la tecnica terapeutica dell'ipertermia oncologica impiegata nella cura dei tumori.

L'ipertermia maligna o iperpiressia è una reazione agli anestetici usati negli interventi chirurgici, dovuta ad una suscettibilità genetica ad alcuni tipi di miorilassanti come la succinilcolina.

Nel campo della fisioterapia l'ipertermia è utilizzata per il trattamento di numerose patologie a carico dell'apparato muscolo-scheletrico, di origine traumatica e degenerativa, in tutte le forme flogistiche postacute e croniche.

Inoltre, può essere utilizzata in ambito estetico per il miglioramento della cute in caso di lassità, smagliature, rughe e tonificazione di aree ptosiche.







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