lunedì 1 febbraio 2016

LA CISTITE



La cistite, o infezione non complicata delle basse vie urinarie, è una fastidiosa infiammazione (flogosi) della mucosa vescicale. È una condizione molto frequente e colpisce prevalentemente il sesso femminile: si stima che circa il 25-35% delle donne di età compresa tra i 20 e i 40 anni abbia manifestato almeno un episodio di cistite nel corso della sua vita e circa un quarto di queste svilupperà un’infezione ricorrente entro 6-12 mesi. Negli uomini adulti la sua incidenza generalmente non supera l’1-2% e tende ad aumentare dopo i 50 anni, in conseguenza di condizioni quali l’ostruzione cervico-uretrale dovute all’ipertrofia prostatica benigna. Spesso questa condizione si associa a prostatite batterica.

Numerosi sono i fattori di rischio che sembrano predisporre le donne all’insorgenza e alla ricorrenza degli episodi di cistite.
Frequenti rapporti sessuali nell’ultimo mese (gli effetti meccanici della penetrazione durante un rapporto sessuale favorirebbero l’ingresso di batteri a livello vescicale).
Uso di sistemi contraccettivi quali la crema spermicida e/o il diaframma (che generano alterazioni dell’ecosistema vaginale).
Uso indiscriminato di antimicrobici (l’uso spropositato di alcuni antimicrobici altera la normale flora batterica vaginale costituita da lactobacilli comportando una persistente colonizzazione vaginale da parte di uropatogeni come per esempio l’Escherichia Coli).
Madre affetta da infezione delle vie urinarie.
Distanza fra uretra e ano: la distanza media dell’uretra dall’ano risulta più corta nelle donne con infezioni delle vie urinarie ricorrenti (4,8 mm contro i 5 mm della media).
Fattori tipici delle donne in post menopausa quali il deficit estrogenico che altera il normale trofismo vaginale.

Tra le cause principali della cistite c’è la risalita verso la vescica di agenti patogeni di origine fecale, vaginale o uretrale. Questi agenti patogeni sono in genere batteri Gram negativi, soprattutto (in almeno il 70% dei casi, l’Escherichia Coli). Lo Staphilococcus saprophyticus è invece presente nel 5-19% dei casi, mentre altri patogeni quali lo Streptococcus faecalis o altre Enterobacteriaceae come il Proteus o la Klebsiella sono identificati solo occasionalmente.

La cistite è caratterizzata da:
Pollachiuria: aumento transitorio o permanente del numero di minzioni durante le 24 ore, accompagnato dalla riduzione del volume vuotato per ogni atto minzionale.
Disuria: difficoltà saltuaria o continua nell’urinare. La minzione può essere lenta e poco abbondante, richiede uno sforzo eccessivo, i muscoli appaiono contratti e il getto può risultare modificato nel volume o nella forma (deviato, tortuoso, ecc.) o arrestarsi improvvisamente e involontariamente.
Stranguria: bruciore o dolore durante la minzione, talvolta accompagnato da brividi e freddo.
Tenesmo vescicale: spasmo doloroso seguito dall’urgente bisogno di urinare.
Urine torbide, a volte maleodoranti.
Talvolta è presente anche ematuria o piuria. Questi termini sono utilizzati per indicare, rispettivamente, la presenza di sangue e pus nelle urine.
In genere la cistite acuta e non complicata non causa febbre. Quando la temperatura sale oltre i 38 gradi con brivido e dolore lombare è possibile che l’infezione si sia propagata alle alte vie urinarie.
La sintomatologia della cistite cronica è simile a quella della cistite acuta, ma caratterizzata da sintomi più lievi.

La diagnostica di laboratorio si basa sull’esame fisico-chimico delle urine, sull’esame del sedimento urinario e sull’urinocoltura. L’esame delle urine dimostra la presenza di batteriuria (presenza di batteri nelle urine) associata a leucocituria (presenza di leucociti nelle urine) e talvolta a microematuria (tracce di sangue nelle urine). L’urinocoltura consente la dimostrazione dell’infezione con l’identificazione dell’agente infettante, la determinazione della carica batterica e l’esecuzione dell’antibiogramma. Nel sospetto di infezione delle basse vie urinarie l’urinocoltura non è indispensabile in quanto i potenziali patogeni e la loro suscettibilità agli antibiotici sono prevedibili e i tempi di esecuzione dell’esame sono più lunghi della fase acuta della malattia. L’urinocoltura, invece, è indispensabile nelle forme ricorrenti delle basse vie urinarie o in caso di sintomi che possono far sospettare pielonefrite (infezione renale). Dopo un episodio di cistite non è necessario eseguire uno studio morfologico delle vie urinarie mentre, in caso di episodi ricorrenti, uno studio ecografico dell’apparato urinario può risultare molto utile. In caso di pielonefrite l’esame ecografico potrebbe svelare la presenza di ostruzione delle vie urinarie.



Curare correttamente la cistite sin dal primo episodio può fermare il circolo vizioso delle ricadute. La prima regola è di non utilizzare mai antibiotici, se non in presenza di febbre. I farmaci utilizzati nel trattamento della cistite sono chemioterapici e antimicrobici, da somministrare due volte al giorno per almeno quattro o cinque giorni o comunque fino alla scomparsa dei sintomi. Non dimenticarsi di bere molta acqua per pulire il tratto urinario.
Attualmente molto efficace nel ridurre le recidive delle cistiti e per trattare le forme più gravi è l’utilizzo di sostanze quali l’acido ialuronico e il condroitinsolfato, sia per via endovescicale diretta con instillazioni o per via orale associati a farmaci tradizionali. Queste sostanze danno ottimi risultati nella ricostituzione della mucosa danneggiata dai processi infettivi ed infiammatori con possibilità di guarigione.
In caso di trattamento con antibiotici, i più utilizzati sono quelli appartenenti alla classe dei fluorochinolonici (levofloxacina, ciprofloxacina, norfloxacina, fleroxacina, ecc). Minore efficacia hanno il trimetropim/sulfametossazolo, gli antibiotici Beta-lattamici e la nitrofurantoina, per i quali si richiede una maggiore durata del trattamento. È fondamentale scegliere un antibiotico che associ all’efficacia terapeutica il rispetto della flora batterica vaginale, che è la difesa naturale contro l’acquisizione di un’infezione urinaria.

Per evitare infezioni ricorrenti le raccomandazioni generali per prevenire le cistite includono:
bere almeno due litri d’acqua al giorno;
evitare di trattenere l’urina;
evitare il consumo di cibi e bevande che possono irritare l’intestino;
fare la pipì prima del sonno e dopo i rapporti sessuali;
assumere mirtillo rosso:
indossare biancheria intima in fibre naturali (cotone);
curare eventuale stipsi e utilizzare fermenti lattici (la stipsi favorisce la contaminazione del tratto urinario);
praticare una regolare igiene intima evitando l’utilizzo di detergenti troppo energici.

Altri rimedi che sembrano aneddoticamente efficaci ma sono ad oggi privi di sperimentazione clinica: il mannosio, le tisane di malva, equiseto e gramigna, i fermenti lattici orali e vaginali (che vanno a ripristinare l'equilibrio della flora batterica persa sia a livello vaginale che intestinale), l'uso di un lubrificante vaginale specifico per ridurre la secchezza vaginale, il magnesio per ridurre lo spasmo muscolare e doloroso causa e conseguenza di molte cistiti.

Anche i pantaloni e la biancheria intima eccessivamente aderenti possono rappresentare un fattore di rischio. Altre cause sono costituite dalle malattie sessualmente trasmissibili, dai rapporti sessuali, dall’utilizzo del catetere, da restringimenti dell’uretra, dall’ipertrofia prostatica e dal diabete.

E’ fondamentale includere nella dieta fino a due litri di acqua al giorno, in modo da alleviare l’infiammazione alle vie urinarie. Si devono evitare i cibi troppo salati o piccanti, gli insaccati, le carni e l’alcol. E’ bene includere una grande quantità di frutta e verdura, che andrebbero consumate preferibilmente crude. Fra gli ortaggi da scegliere, le carote, perché il loro succo contiene la vitamina A e il glutatione, un antiossidante essenziale per rafforzare le difese immunitarie. Si può assumere estratto di semi di pompelmo, che contiene bioflavonoidi, dall’azione battericida.
E’ importante condurre una dieta equilibrata, che permetta di fornire all’organismo molte vitamine, sali minerali e fermenti lattici. A colazione si può mangiare un vasetto di yogurt, ricco di vitamine del gruppo B. Meglio evitare il caffè. A pranzo si può mangiare il riso, che è un alleato prezioso del benessere delle vie urinarie, e a cena è da privilegiare il pesce, accompagnato da verdure o da insalata mista. Si può preparare anche un minestrone, soprattutto a base di alcuni ortaggi come le patate, le barbabietole, le bietole, i pomodori e i piselli. E’ bene fare il pieno di vitamina C, consumando limoni, arance, mirtilli, lamponi e more. Utile è la tisana a base di uva ursina.

Fra i rimedi naturali per combattere la cistite cronica possiamo ricordare il corbezzolo, il sandalo, l’echinacea e la bardana. Essi hanno un’attività antisettica a livello urinario e vengono associati spesso ad estratti diuretici. Favorire la diuresi, infatti, è particolarmente importante, per consentire il lavaggio del tratto urinario e la diminuzione dei batteri presenti nella vescica.
Tra gli elementi naturali particolarmente diuretici ci sono l’asparago, la betulla, l’equiseto, la gramigna, l’ortica e il prezzemolo. A volte si rivelano utili anche preparati naturali ad azione antinfiammatoria e spasmolitica, come la camomilla. Tutti questi rimedi naturali vengono assunti sotto forma di infusi o tisane oppure bisogna ricorrere agli estratti secchi concentrati o alle tinture madri.




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