lunedì 11 aprile 2016

I PIEDI DIABETICI



Tipica complicanza dell'iperglicemia cronica trascurata, il piede diabetico è il risultato di una serie di alterazioni metaboliche che gravano pesantemente sull'integrità funzionale e strutturale dei vasi sanguigni. Quando non adeguatamente curato, il piede diabetico può causare conseguenze catastrofiche quali ulcere sanguinanti, infezioni e cancrena.
Pianificare un programma di prevenzione volto a minimizzare il rischio di calli, lesioni, ulcere ed infezioni, si rivela dunque essenziale non solo per la salute e la qualità di vita del paziente diabetico, ma anche e soprattutto per la sua stessa sopravvivenza.
A causa della ridotta sensibilità (neuropatia) agli arti inferiori, i pazienti diabetici sono perennemente esposti a lesioni a carico dei piedi, che spaziano dai semplici calli alle più complicate ulcere sanguinanti. Se, oltre all'alterata capacità di percepire dolore e variazioni termiche, si somma anche la cattiva circolazione a livello delle estremità inferiori (arteriopatia), si comprende come un trauma apparentemente innocuo possa rapidamente tramutarsi in un danno rovinoso per il diabetico.

Una frequente complicanza del diabete di tipo 1 e di tipo 2 è il danneggiamento dei nervi periferici. La causa è da un lato l’influsso negativo diretto dell’elevata glicemia sulle fibre nervose. D’altro lato, la glicemia elevata può anche determinare una lesione dei vasi sanguigni che portano nutrimento alle fibre nervose. Dato che le fibre nervose più lunghe reagiscono in modo più sensibile a questi influssi, solitamente i primi sintomi si manifestano nei piedi. I nuclei cellulari e quindi i centri di approvvigionamento dei nervi si trovano nei pressi del canale vertebrale della schiena e di conseguenza le fibre che arrivano ai piedi, a dipendenza dell’altezza della persona, possono essere lunghe anche più di un metro. Dato che ci sono diversi tipi di fibre nervose con funzioni molto diverse tra loro, anche i sintomi che le concernono sono molteplici. All’inizio della malattia, in certi casi, vengono danneggiate solo le fibre delle ghiandole sudoripare, rendendo i piedi asciutti e la pelle secca.

La situazione diventa molto più grave, quando i piedi perdono la sensibilità. Chi è affetto da questo disturbo, non percepisce più il contatto, né una pressione, né, addirittura, il dolore. Le scarpe che non calzano bene, dei corpi estranei nelle scarpe, come piccoli sassolini, ma anche delle ferite dovute ad un inadeguato taglio delle unghie, possono avere conseguenze disastrose, anche perché, nei diabetici, le ferite guariscono con più difficoltà rispetto a quelle delle persone sane. Oggigiorno si sa che il decorso del cosiddetto “piede diabetico”, con ulcere o ferite non più guaribili o in casi estremi addirittura con l’amputazione di singole dita o di tutto il piede, viene notevolmente influenzato dalla presenza della neuropatia diabetica.



Il rischio, per un diabetico, di sviluppare una neuropatia diabetica, è purtroppo relativamente alto. Diversi studi hanno infatti mostrato che il 10-20% dei diabetici di tipo 2, al momento della scoperta della malattia, presentano già delle  lesioni ai nervi periferici. E saltuariamente capita addirittura che proprio i sintomi della neuropatia portano alla diagnosi del diabete. Tra i pazienti che hanno il diabete già da 25 anni o più, bisogna considerare che almeno il 50% di essi presenta una neuropatia. Il rischio di sviluppare questa patologia aumenta nei casi in cui la glicemia è mal controllata. Ci sono però anche altri fattori di rischio, che, nei diabetici, aumentano ulteriormente la probabilità di sviluppare una neuropatia: per esempio i disturbi del metabolismo dei grassi, un’ipertensione mal controllata, il fumo, il sovrappeso. Quindi, di per sé, gli stessi fattori di rischio, che favoriscono anche l’insorgenza dell’arteriosclerosi.

Di regola, la neuropatia diabetica provoca una diminuzione della sensibilità e nello stadio avanzato anche disturbi della mobilità, cioè paralisi dapprima dei muscoli dei piedi (anche qui vale il principio che vengono colpite per prime le fibre nervose più lunghe). Ciò da origine a deformità delle dita dei piedi, per esempio provocando una posizione ad „artiglio“; queste deformità aumentano ulteriormente il rischio di ferite, rispettivamente l’insorgere di ulcere. Ci sono però anche diabetici che nell’ambito della neuropatia percepiscono in primo luogo dolori e sensazioni di disagio ai piedi. La causa di questi disturbi è un’ipereccitabilità delle fibre nervose lesionate, in contrapposizione alla completa perdita di funzionalità dei nervi sensibili, che, invece, comporta una perdita della percezione degli stimoli dolorosi e tattili. I dolori che subentrano nell’ambito di una neuropatia hanno delle caratteristiche particolari. Vengono descritti da chi ne è colpito come sensazioni di bruciore, fitte e scariche elettriche. Anche le sensazioni di formicolio possono diventare estremamente spiacevoli e capita oltretutto che durante la notte, spesso, questi sintomi si intensificano, impedendo il sonno. Fortunatamente, questi dolori si placano spontaneamente, soprattutto quando la glicemia si stabilizza. Tuttavia, se alcune fibre nervose sono già lesionate e se sono già intervenute la perdita di sensibilità o addirittura la paralisi, questi sintomi, di regola, non regrediscono più neanche quando il controllo della glicemia ridiventa ottimale. Un buon controllo della glicemia impedisce però che una neuropatia già presente possa progredire ulteriormente.

L’uso di medicamenti contro i sintomi della neuropatia può aiutare solo nel caso di dolori o di sensazioni di disagio, ossia in caso di segni di ipereccitabilità dei nervi. In queste situazioni, però, i normali analgesici come il Paracetamolo o l’Ibuprofene non aiutano molto. Per frenare l’ipereccitabilità occorre usare i cosiddetti „stabilizzanti di membrana“ o in casi estremamente gravi, eventualmente, addirittura dei narcotici. Alla categoria dei “stabilizzanti di membrana” appartengono diversi antidepressivi e antiepilettici. Purtroppo, l’uso di questi medicamenti non libera completamente dai dolori, ma porta per lo più ad una diminuzione degli stessi. Ma già questo aspetto, per i pazienti molto doloranti, può essere di grande sollievo, soprattutto se possono ricominciare a dormire durante la notte. Un antidepressivo efficace, che viene già usato da decenni in questo ambito, è l’Amitriptilina. Porta giovamento già dopo le prime assunzioni, tuttavia, purtroppo, non viene sopportato bene da tutti i pazienti. Non altrettanto efficaci, ma spesso meglio tollerati, sono i medicamenti appartenenti al gruppo degli antiepilettici. Ma anche questi hanno delle controindicazioni. Occorre dosarli lentamente e assumerli regolarmene e il loro pieno effetto si sviluppa spesso solo dopo alcune settimane. Se chi è affetto da questi disturbi non sopporta bene tali medicamenti o se l’effetto di tali medicamenti è insufficiente, rimane ancora la possibilità di usare localmente l’unguento Capsaicina. Questo unguento contiene delle componenti del peperoncino e alla prima applicazione può provocare una reazione eccessiva della pelle con un bruciore intenso. Ma con le successive applicazioni, si ottiene una riduzione dei dolori e dei bruciori.

Per quanto riguarda i sintomi del piede diabetico bisogna specificare che ci sono dei segnali che possono suscitare allarme, ma non è detto che questi siano da rapportare necessariamente alla patologia in questione. In ogni caso, se ci troviamo in presenza di alcuni sintomi caratteristici, è opportuno rivolgersi al proprio medico di fiducia, per evitare eventuali conseguenze. In ogni caso in tema di diabete si devono tenere presenti il significato delle analisi e i sintomi da non trascurare mai.

Fra i segnali corporei da tenere in considerazione si possono ricordare: dolore al piede, piedi freddi, gonfiore a carico del piede o della caviglia, arrossamenti, vesciche o anche lesioni al piede o alla caviglia, cambiamento del colore della pelle, difficoltà nella deambulazione, febbre. Un rischio da non sottovalutare, specialmente se teniamo conto del fatto che il diabete è in aumento fra i giovani.

Il piede diabetico necessita di una specifica terapia da adottare. Si tratta innanzi tutto di ricorrere a delle medicazioni che variano in base allo stato della lesione. Molto utile può essere anche l’uso di appositi gambaletti o calzature per cercare di provvedere ad una benefica riduzione della pressione a livello della pianta del piede. Importante è anche la terapia antibiotica da portare avanti per un periodo compreso fra le 4 e le 6 settimane, nel caso si verifichino delle infezioni. Gli interventi chirurgici possono essere necessari per la conservazione dei tessuti.


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