lunedì 11 aprile 2016

LA PRODUZIONE DI LATTE



Il "poco latte" è il motivo dell'abbandono dell'allattamento per la metà delle madri. Questa epidemia di mancanza di latte pare essere un fenomeno recente, diciamo dell'ultimo secolo. Infatti se nei secoli precedenti le madri avessero avuto poco latte – oltre al fatto che una volta si moriva più facilmente per malattie (ora facilmente curabili) – forse ci saremmo già estinti.

E' importante chiarire un punto: per allattare non serve avere "tanto latte", ma serve avere il "giusto latte", quello che serve al nostro bambino. Avere una produzione di latte che supera il necessario diventa addirittura un problema.

Il "poco latte" irrisolvibile (ipogalattia) o l'assenza totale di latte (agalattia) sono casi medici rarissimi.

Affinché la produzione di latte sia adeguata alle esigenze del bambino, è sufficiente tenere a mente alcuni punti:

l'allattamento deve essere a richiesta, cioè il bambino deve poter poppare tutte le volte che vuole e per tutto il tempo che vuole. Più il bambino si attacca al seno più latte si produce. E' bene sapere che i bambini non poppano a intervalli regolari. In un certo momento della giornata potrebbero fare brevi poppate ravvicinate, per poi fare poppate più lunghe e distanziate. Di conseguenza è normale che un neonato mangi 12 volte o anche più nell'arco di 24 ore, con poppate distribuite irregolarmente.
L'allattamento deve essere esclusivo per i primi sei mesi, in seguito i cibi diversi dal latte affiancheranno (e non sostituiranno) il latte materno. "Allattamento esclusivo" significa che il bambino assume solo latte materno.
L'attacco al seno del bambino deve essere corretto, in modo da garantire un'adeguata stimolazione del seno, un'adeguata assunzione di latte da parte del bambino e per evitare la formazione di spiacevolissime ragadi.

Le maggiori associazioni pediatriche indicano questi aspetti da valutare:

l'aumento del peso: dopo i primi giorni di vita in cui si assiste a una perdita di peso fisiologica, il bambino dovrebbe aumentare almeno 125 grammi a settimana per i primi tre mesi. In seguito l'aumento di peso rallenta, e sarà di almeno 80 grammi a settimana.
I pannolini: un neonato dovrebbe sporcare (di feci o urina) almeno 6 pannolini al giorno.
Lo stato generale del bambino: in pratica se vi sembra che stia bene. È consolabile quando piange? È vivace e tonico come sempre?

La dimensione del seno non c'entra con la produzione di latte. La ghiandola che secerne il latte è molto piccola in tutti i seni, il seno grande tanto apprezzato… è solo un seno più grasso. Se il bambino è di costituzione piccola, si pensa che il latte della mamma non nutra abbastanza e che quindi serva "altro". Se il bambino è di taglia grande, allora ti raccontano che il tuo latte non riesce a sfamarlo proprio per la sua costituzione. Indipendentemente dalla taglia del vostro bimbo, il latte di mamma va sempre bene. Se è un "grandone" che ha bisogno di mangiare molto, popperà di più. Se è uno "scricciolo" che ha bisogno di mangiare meno, popperà di meno.
È normale che dopo i primi tempi in cui il seno è più pesante e duro, il vostro seno torni più soffice. Non vuol dire che c'è meno latte. Vuol dire che la vostra produzione di latte si è calibrata sulle esigenze del vostro bambino quindi non avete più dei picchi di produzione che vi indurivano il seno. Per lo stesso motivo, con il passare del tempo si dovrebbe smettere di sgocciolare latte o di avvertire delle specie di fitte o formicolii al seno. Tutto normale.
Alcune mamme dicono di non avere avuto la montata lattea. A volte è travisato il significato di montata lattea. "Montata lattea" significa solo che dal colostro prodotto dal seno i primi giorni (si tratta di poche gocce dense e gialline) si passa a produrre il latte (un liquido più abbondante che i primi tempi è bianco-giallino e poi diventa bianco-acquoso). Invece alcuni pensano che "avere la montata lattea" significhi ritrovarsi con i seni "esplosivi", dolenti, caldi: questo è un ingorgo mammario o quasi, che effettivamente spesso si verifica in concomitanza con la montata lattea, ma è un'altra cosa ed è una situazione che sarebbe meglio evitare.
La maggior parte dei bambini poppa a intervalli irregolari durante la giornata, inoltre non è detto che con il tempo i bambini allunghino questi intervalli o può darsi che lo facciano e poi per un periodo poppino più spesso di prima (specialmente di notte!). E' normale: i bambini crescono in maniera irregolare, per cui in alcuni periodi sono più affamati (capita anche a noi anche se non dobbiamo più crescere). Quindi se il vostro bambino chiede il seno più spesso di prima non significa che il vostro latte sia poco o poco nutriente, significa solo che ha più fame dei giorni precedenti: dategli il seno, lui popperà di più e la produzione di latte aumenterà.



Può essere che con il tempo le poppate diventino più veloci, cioè durino meno tempo. Non significa che ci sia meno latte da tirare fuori, vuol dire solo che il bambino, crescendo, ha una forza maggiore, quindi ci mette meno tempo ad estrarre il latte.
Molte mamme sentono di avere meno latte alla sera. Osservano che il bambino non vuole stare attaccato al seno oppure si attacca e si stacca. Di sera noi mamme siamo più nervose: siamo stanche, stare tutto il giorno con il bambino è pesante. Anche il bambino è più nervoso: anche se non ci sembra, magari per lui quella è stata una giornata molto stimolante ed è troppo "carico". Questo diventa un circolo vizioso: il bambino magari ha fame ma è così stanco che non vuole mangiare, noi già siamo stanche e questo comportamento ci innervosisce ancora di più. Il poco latte qui non c'entra, servono tante coccole e pazienza (sia per il bambino che per la mamma).
Se provate a usare il tiralatte o a spremervi il latte con le mani ed esce poco latte o forse non ne esce proprio, non vuol dire che abbiate poco latte. Tecnicamente, il tiralatte e la spremitura sono due sistemi meno efficaci per estrarre il latte rispetto alla bocca del bambino. Inoltre il fatto che con questo sistema possiate vedere la quantità di latte, fa sì che vi sentiate "sotto esame", aumentando ansia e stress. Questo inibisce la produzione di ossitocina, un ormone che attraverso micro contrazioni al seno permette la fuoriuscita del latte, per cui il latte c'è ma non esce.
Allo stesso modo, a volte si sente dire che a seguito di forti emozioni o situazioni stressanti "è sparito il latte". La produzione di latte dipende solo dalla stimolazione del seno, quindi il latte c'è. Può essere invece che per lo stesso motivo di prima il latte non esca. Cercare per quanto possibile di rilassarsi è l'unico rimedio.

Il latte che esce dal seno all'inizio della poppata è ricco di acqua, proteine e zuccheri, man mano che la poppata procede, il latte che esce, conterrà in misura sempre crescente, una quota sempre maggiore di grassi.
E' importante che il bambino arrivi ad assumere questo latte ricco di grassi e di calorie. Per questo motivo, si suggerisce di far finire il primo seno al bambino, prima di passarlo all'altro seno. Per capire quando il bambino ha finito al primo seno, si osserva il suo comportamento: se si stacca spontaneamente, si addormenta o comincia a ciuccettare al seno semiaddormentato, quello è il momento di provare a passarlo al secondo seno, perché il latte del primo seno è "finito" e il bambino ha preso sia il primo latte che il secondo latte più nutriente.

Quando una mamma, produce molto latte probabilmente il bambino soddisferà la fame col primo seno e rifiuterà di attaccarsi al secondo. Se il bambino, per ipotesi, ha bevuto il 90 % del latte di cui aveva bisogno dal primo seno, si attaccherà anche al secondo, rimanendoci pochi minuti. Se, invece, ha bevuto dal primo seno solo il 50 % del latte che gli serviva, starà attaccato a lungo anche dall'altra parte. Il grasso non comincia ad uscire dopo un TOT di minuti , ma a seconda della quantità di latte contenuta nel seno in quel momento e a seconda dell'efficacia della suzione del bambino e, gradualmente, in proporzioni sempre maggiori.

Se il bambino ha fatto la poppata precedente mezz'ora prima, il latte che esce sarà già ricco di grassi dopo poco tempo. La mattina, ad esempio, quando il seno è molto pieno, il secondo latte sarà meno ricco di grassi del primo latte della sera. Il bambino, infatti, a parità di grammi di latte assunti, non mangerà sempre la stessa proporzione di grassi/proteine/zuccheri, ma queste proporzioni variano a seconda del momento della giornata e sono diverse anche da un giorno all'altro. Per questo motivo la doppia pesata non da delle indicazioni attendibili su "quanto” ha mangiato il bambino. 100 grammi di latte della mattina possono valere, in termini di calorie, quanto 50gr di latte della sera. I bambini, inoltre, man mano che crescono, diventano sempre più efficaci ad estrarre il latte. Quando sono piccolissimi, possono impiegare anche un'ora a poppata mentre a 5 mesi diventano talmente abili che possono poppare anche in 5/10 minuti.

All'inizio dell'allattamento, si prova ad offrire il secondo seno per vedere se il bambino lo accetta e perché la stimolazione frequente serve ad instaurare una buona produzione di latte. Proseguendo poi nell'allattamento la mamma capirà sempre meglio quali sono i bisogni del suo bambino, sarà in grado di capire quando è sazio e se deve proporre o no il secondo seno.

C'è da dire anche che, quasi tutte le mamme, producono più latte da un seno piuttosto che dall'altro. Questa differenza a volte è molto marcata. Se la mamma offre, come primo seno, il seno meno produttivo, il bambino si vorrà attaccare, poi, anche al secondo. Cosa che non succederà, quando la mamma comincerà con quello più produttivo.

Ad ogni modo, non servono calcoli complicati per fare tutto questo. Il tuo bambino riuscirà ad indicarti con le sue richieste, qual è la strada giusta da seguire. L'importante è soddisfare i bisogni del bambino, senza tenere in mano delle tabelle di marcia che potrebbero essere adeguate per qualche bambino, ma non per altri.



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