giovedì 16 giugno 2016

TACCHI E SALUTE



I tacchi sono da sempre considerati il simbolo della femminilità, tocco di perspicace ed inimitabile sensualità nel vestiario di ogni donna e, per dirla tutta, elemento di seduzione per il mondo maschile.

I tacchi perchè aumentano l’autostima, la sicurezza e ci fanno sentire e vedere sexy ed attraenti. Accentuano la nostra curva e linea e ci fanno sentire predisposte a livello di atteggiamento sociale (il petto è portato in avanti, la vita indietro). Ci rendono più alte e sottili, le gambe più lunghe e sode e i muscoli contratti.

I tacchi alti sono una vera delizia: slanciano, fanno apparire e sentire donne sexy, femminili, eleganti, e sono indubbiamente belli. Portati quotidianamente però, modificano la postura e apportano dei cambiamenti radicali nel tempo, che generalmente vanno peggiorando.

Da un recente sondaggio si è evinto che comunque, il 40% delle donne indosserebbe scarpe bellissime ma scomode, sopportando anche dolori e rischi, pur di non rinunciare agli stiletto e all’estetica. Circa l’80%, ha ammesso di avere problemi a causa delle calzature e, la metà di queste, di essersi già rivolte ad uno specialista per problemi ai piedi.

E’ doveroso però, fare delle precisazioni su alcuni aspetti, per non imbattersi in generalità, frasi fatte o credenze comuni poi errate o non del tutto vere: innanzitutto, bisogna considerare la tipologia di piede che ognuno possiede e delle patologie o disturbi podalici e sovra podalici che l’individuo ha, ha avuto o manifesta (individualità morfologica e funzionale); in secondo luogo, bisogna chiarire se si sta parlando di tacchi a spillo o a base larga, se alti 4 o 12 cm e se portati quotidianamente o solo nelle occasioni speciali. Tutto varia in base a questi parametri e quindi non esistono sentenze definitive o ricette e regole ideali per tutti, quando si parla dei danni causati dai tacchi alti.

Sicuramente qualsiasi calzatura che obbliga il piede ad una posizione non naturale “piatta”, fa male a livello potenziale ma, anche una scarpa completamente piatta può creare disturbi e invece, un tacco di 2 cm per gli uomini e fino a 4 cm per le donne, indossato quotidianamente, si può non considerare pericoloso nel tempo. Sarebbe ideale utilizzare i tacchi veramente alti solo saltuariamente ed effettuare poi degli esercizi mirati di stretching dell’achilleo.

Deleterio anche utilizzare sempre scarpe troppo basse (ballerine) poiché si possono riscontare disturbi al tallone come talalgie, fasciti plantiari e vesciche. Avendo una suola completamente piana, non aiutano il piede a dare slancio alla gamba e costringono ad assumere una postura sbilanciata all’indietro (negativo per la circolazione sanguigna ed il corretto assetto della colonna vertebrale); è soprattutto il tendine d’Achille a soffrirne di più poiché, mancando un sostegno nella parte posteriore della scarpa, ad ogni passo il tallone tocca direttamente a terra, costringendo il tendine della caviglia ad una continua tensione, che si riflette anche sui legamenti posteriori del ginocchio e sulle ultime 4 vertebre della colonna.

Come per i tacchi alti, comunque, i problemi possono nascere solo se si indossano questo tipo di scarpe tutti i giorni, per tutto il giorno: alternatele sempre a scarpe con 4-5 cm di tacco.
Rischioso è anche passare dall’utilizzo di scarpe basse a calzature con tacchi alti, perché c’è il rischio di una retrazione del tendine d’Achille e la tomaia stretta può causare la deformazione delle dita dei piedi e anomalie delle unghie nella crescita.

Pericolo e facilità di ottenere lesioni alla caviglia, microtraumi, storte, a martello o borsiti. Il peso corporeo viene ridistribuito quasi tutto sulla punta dei piedi, causando dolore e l’insorgenza di metatarsalgia (deriva dal dolore delle articolazioni e delle ossa nel metatarso), alluci valghi e rigidi, dita a martello, ecc. E’ stato dimostrato che il tacco di 8 cm provoca uno sforzo alla punta del piede 7 volte superiore rispetto a quello di 2 cm e che si verifica uno squilibrio che va a colpire l’intera colonna, facendo soffrire tutte le articolazioni. Anche il dolore alle ginocchia aumenta, oltre alla consueta comparsa di rossore, lividi e vesciche.
Infatti, a livello posturale globale, il tacco alto sposta il baricentro corporeo in avanti con la conseguenza inevitabile di un utilizzo superiore (eccessivo) dei muscoli posteriori dei lombi e della schiena in generale: ciò genera spesso dolori lombari di tipo mialgico.

In particolare, i possibili danni e conseguenze dei tacchi alti sono: l’alluce valgo, è un’alterazione dell’articolazione (una deformità / deviazione all’esterno dell’alluce in direzione delle altre dita, e una perdita del loro parallelismo) che compare a causa delle scarpe troppo strette e dei tacchi eccessivamente alti, anche nei soggetti non predisposti, con dolore, infezioni ed infiammazioni.

I problemi ai sesamoidi (due piccoli ossicini localizzati all’estremità dell’alluce che regolano il movimento del piede) sono dovuti alla eccessiva tensione data dagli stiletti e si manifestano con infiammazioni e, nei casi più gravi, con frattura. Le dita a martello sono un incurvamento delle dita del piede che comporta dolore e formazione di calli.

Il neuroma di Morton è una lesione dovuta dall’eccesso di pressione che comprime i nervi plantari, provoca infiammazioni e riduce il flusso sanguigno. E’ un tipo di lesione che può colpire tutto il piede, ma è più frequente al terzo e quarto dito, con probabilità maggiore tanto più le scarpe sono alte e strette. Le infiammazioni al tendine di Achille sono un’alterazione della tensione del tendine, la cui lunghezza viene accorciata a tal punto da provocare dolore solo a camminare e a generare tendiniti e fratture/rotture: questo accorciamento delle fibre muscolari e di ispessimento/irrigidimento del tendine d’Achille spiegherebbe perché coloro che sono abituate a portare i tacchi alti, lamentano poi dolore articolare e muscolare quando indossano infradito o ballerine. L’artrosi del ginocchio è legata all’aumento della pressione sulla superficie articolare del ginocchio: è pericolosa perché quando si avverte con i suoi tipici primi sintomi (dolore persistente), ormai i tessuti danneggiati non possono essere più recuperati.



La cellulite (come i capillari in evidenza e le vene varicose) viene accentuata dai tacchi alti poiché quest’ultimi ostacolano la regolare circolazione dei liquidi nei tessuti e ne favorisce il ristagno. La sofferenza della colonna vertebrale per una prolungata postura non naturale può causare anche mal di schiena, vertigini e fastidiosi mal di testa.

Spesso le donne si sentono (o vengono) obbligate ad indossare scarpe con i tacchi alti, sia in occasione di alcuni eventi particolari sia per uscire o per andare al lavoro. Si tratta di un accessorio che senza dubbio fa apparire più eleganti e slanciate ma che, a lungo andare, potrebbe avere delle ripercussioni sulla salute.

È stato dimostrato che oggigiorno le donne soffrono 4 volte di più di lesioni ai piedi rispetto agli uomini, proprio a causa dell’abuso dei tacchi.

Il piede è considerato il più importante organo di controllo del sistema antigravitario (ossia il sistema tonico-posturale che permette al corpo di mantenere l'equilibrio nelle varie posizioni assunte nello spazio, sia dinamicamente che staticamente parlando); in semplici termini rappresenta la base d'appoggio del corpo. Il piede funge sia da effettore del movimento (in seguito ad un ordine proveniente dal Sistema Nervoso Centrale), sia da 'recettore' di tutti i più svariati stimoli provenienti dall'ambiente in cui esso si muove (il suolo, ad esempio) che vengono recepiti sia dagli esterocettori cutanei, sia dai propriocettori muscolari e tendinei. Questa complessità di estero- e proprio-cettori conferisce al piede l'importante capacità di adattarsi ai cambiamenti del corpo nello spazio, permettendo la ricerca continua dell'equilibrio grazie alla posizione corretta del baricentro (centro di gravità del corpo), localizzato a livello della terza vertebra lombare (a livello dell'ombelico, anteriormente).  La pianta del piede è ricca di meccanocettori (esterocettori sensibili alla pressione) - che forniscono informazioni sulle oscillazioni corporee - e di recettori particolarmente sensibili alla trazione della cute del piede stesso, che forniscono informazioni sulla direzione e sulla velocità del movimento corporeo. Essi consentono insomma di dare al corpo una posizione nell'ambiente in cui si trova. La pianta del piede, in stazione eretta, rappresenta l'interfaccia costante tra ambiente esterno e sistema posturale. Infatti, le informazioni dei recettori podalici sono le uniche a derivare direttamente da un riferimento fisso quale è il suolo. Pertanto il riflesso plantare, legato alle stimolazioni cutanee della pianta del piede, è in grado di attivare e modulare riflessi molto complessi con funzioni posturali di notevole importanza, sia statiche che dinamiche.
Nella stazione eretta corretta la linea gravitaria (che decorre perpendicolarmente dal baricentro alla base d'appoggio) cade internamente all'articolazione tibio-tarsica (caviglia). Nella stazione eretta statica su scarpa con tacco alto, si verifica un forte squilibrio del carico corporeo sul piede, in particolar modo sull'avampiede, per l'avanzamento della posizione del baricentro.  L'avampiede quindi, è costretto a sopportare un carico nettamente superiore rispetto a quello che tollera quando si è scalzi o si indossano scarpe con un modesto rialzo (3-4-cm), sia nella stazione eretta statica, sia nella deambulazione.
La patologia podalica più frequentemente associata all'utilizzo di un rialzo eccessivo sotto il calcagno (tacco alto) è l'alluce valgo, che si presenta come una deformazione dell'alluce che 'devia' esternamente, rivolgendo la falange verso le altre dita. Questa patologia scheletrica (spesso molto difficile  da risolvere se non chirurgicamente)  è accompagnata da altre lesioni, come lussazione delle relative ossa annesse laterale e della prima testa metatarsale (ricoperta da callosità per il continuo sfregamento con la calzatura). Il tutto si aggrava, poi, se si tratta di tacco 'a spillo', ossia la condizione più dannosa e difficile in cui si possa porre il piede, dato che, a causa della riduzione dell'ampiezza del tacco, il piede (di conseguenza tutto il sistema propiocettivo) si ritrova costretto ad operare diversi e difficili 'aggiustamenti' (che col tempo divengono adattamenti anatomici veri e propri, di conseguenza, patologie) per evitare di perdere un già precario equilibrio dovuto al rialzo della base d'appoggio calcaneare.

Inoltre, è importante considerare quanto sia stretta la interdipendenza dell'apparato stomatognatico (denti e articolazione temporo-mandibilare), oculare e vestibolare (centro dell'equilibrio) con l'articolazione del piede, fattore che presuppone come  da una cattiva occlusione dentaria possa dipendere uno scorretto assetto dell'arcata plantare al suolo (di conseguenza una deformazione delle sue strutture). Allo stesso modo è possibile il verificarsi del caso contrario, e cioè che un errato appoggio del piede nella stazione eretta statica e dinamica (deambulazione) tribulus terrestris possa provocare disfunzioni all'apparato della bocca, oculare e vestibolare.
Un disequilibrio posturale, dovuto allo spostamento del baricentro e all'alterata sensibilità propriocettiva del piede, nonché la deformazione strutturale dell'alluce, a loro volta, possono portare sia ad alterazioni posturali statiche, che dinamiche (deambulazione scorretta ed errata disposizione dei carichi e delle forze sui vari dispositivi articolari e muscolo-legamentosi). Tra le alterazioni statiche si riscontrano facilmente 'atteggiamenti' sbagliati (ossia alterazioni momentanee e correggibili volontariamente dal soggetto), come iperlordosi lombare, ipercifosi dorsale di compenso, iperestensione delle ginocchia (con relativo accorciamento del muscolo quadricipite ed eccessivo stiramento dei muscoli posteriori ischio-crurali). Atteggiamenti che, se non corretti in tempo con ginnastica compensativa o correttiva, possono degenerare in veri e proprio dimorfismi a carico elle strutture ossee. Il ginocchio inoltre, ancor prima della caviglia, risente della diversa ed innaturale disposizione del carico corporeo, ponendo sotto eccessivo stress delicati dispositivi articolari che la natura ha 'progettato' perfettamente per sostenere un assetto corretto del corpo, come menischi, legamenti crociati e collaterali.
Da non trascurare, inoltre, sono i diversi problemi a carico del sistema circolatorio-venoso che potrebbero insorgere proprio a causa dello 'schiacciamento' innaturale (soprattutto a carico dell'avampiede) di alcuni capillari situati in zone del piede che, normalmente, non vengono occlusi, né oppressi da sovraccarichi. Da qui deriverebbe poi il fastidioso senso di pesantezza alle gambe e, nei casi più gravi, vere e proprie patologie e disfunzioni della microcircolazione periferica, importantissima per il nutrimento ed il rifornimento di ossigeno ai tessuti muscolari, cutanei e cartilaginei di piedi e gambe.
Non dimentichiamo, quindi, quanto la 'piramide' corporea, che non a caso ha nei piedi la sua solida base, necessiti, per naturale progettazione e strutturazione, di mantenere il suo equilibrio, partendo appunto dal benessere e dalla giusta posizione e distribuzione dei carichi sulla base podalica, onde evitare lo spiacevole caso in cui un mal di testa,  uno scompenso muscolare o una patologia rachidea possano trovare la causa proprio nella 'base' del corpo, spesso troppo trascurata.

I podologi raccomandano di utilizzare tacchi più bassi di 3 cm e che avvolgano interamente il tallone. La moda, però, e a volte addirittura il lavoro stesso, esigono bellezza e ed eleganza anche a costo di pagare un prezzo molto alto. Le scarpe sono sempre più alte e con tacchi più sottili e di conseguenza anche i problemi di salute diventano più severi.
Se non potete evitare di indossare scarpe con il tacco, una buona alternativa può essere l’uso di zeppe, con una differenza di massimo 3 cm tra la parte anteriore e quella posteriore. Inoltre consigliamo di non percorrere lunghe distanze con i tacchi, ma di cambiarli il prima possibile con una calzatura più comoda e adeguata.

Se invece siete nel bel mezzo di una festa oppure nel luogo di lavoro, prendetevi qualche minuto per sedervi e far riposare i piedi, e se possibile togliete le scarpe e stirate bene i muscoli e i tendini.




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