mercoledì 2 marzo 2016

ALITOSI



L'alitosi è un disturbo che può colpire soggetti di qualsiasi sesso ed età, anche se il problema si presenta con maggior frequenza all’aumentare dell’età.

Dal punto di vista sociale è una problematica in grado di provocare un forte imbarazzo in chi ne è colpito, arrivando a mettere a rischio le relazioni interpersonali per la paura di indurre a disagio il proprio interlocutore; esiste anche un disturbo in cui il paziente lamenta una forte alitosi, nonostante l’infondatezza del pensiero.

Si stima che il 25% della popolazione soffra di questo problema ed il 6% presenti alito cattivo in modo permanente.

In quasi il 90% dei casi di alito cattivo dovuto a cause del cavo orale, il problema è legato alla putrefazione di cibo, cellule della mucosa orale morte e componenti microscopici di sangue; a seguito di una complessa serie di reazioni chimiche con i batteri presenti, in particolar modo sulla parte posteriore della lingua, ha origine l’odore sgradevole.

Altri insediamenti batterici responsabili possono essere talvolta individuati in spazi interdentali, ricostruzioni dentali imperfette, ascessi e protesi/dentiere poco pulite.

E’ possibile individuare una serie di alimenti in grado di peggiorare l’alitosi:

latticini (latte, fomaggio, yogurt, gelato, …),
cipolle ed aglio,
alcool (per disidratazione della bocca),
zucchero (perchè in grado di fungere da stimolo alla proliferazione batterica),
caffè (a causa del suo pH acido).

Una diagnosi medica dell’alitosi può avvenire secondo diverse metodologie:

Un operatore sanitario valuta l’alito e, separatamente, l’aria proveniente dal naso a 3 distanze diverse per determinare la severità del problema.
Utilizzo dell’alitometro, un dispositivo specifico per la valutazione dell’alitosi;
Utilizzo della gascromatografia per rilevare le sostanze presenti;
Utilizzo del BANA test, per individuare le specie batteriche presenti nel cavo orale.

Lo specialista di riferimento per questo problema è il dentista, che è in grado di valutare e diagnosticare eventuali problemi.

Il paziente, prima di rivolgersi al medico, può provare a mettere in atto una serie di strategie per cercare di risolvere in modo autonomo il problema; inizialmente è opportuno intensificare e, quado possibile, migliorare l’igiene orale quotidiana. Oltre alla normale pulizia dei denti, magari con prodotti specifici, è possibile provare a:

pulire la lingua con appositi ed economici strumenti in vendita in farmacia;
utilizzare scovolini o filo interdentale per rimuovere depositi di cibo fra i denti.
I colluttori e dentifrici formulati per combattere l’alitosi contengono di norma principi attivi antibatterici, tra cui:

Fluoro,
Zinco,
Eteri aromatici,
Oli essenziali.





Lava i denti almeno 2 volte al giorno, usando un dentifricio al fluoro; assicurati di spazzolare bene lungo il bordo della gengiva e sulla superficie dei denti. Dopo aver spazzolato i denti spazzola anche la lingua, in particolare nella parte più vicino alla gola (meglio sarebbe con un pulisci-lingua).
Usa il filo interdentale o gli scovolini almeno 1 volta al giorno per rimuovere i residui di cibo fra i denti.
Mangia più frutta e verdura tutti i giorno e diminuisci il consumo di carne.
Elimina i cibi contenenti cipolla, aglio e altri condimenti in grado di peggiorare l’alito.
Evita il consumo di alcool.
Evita di fumare.
Consuma una caramella od una gomma senza zucchero alla menta o bevi di più se la bocca sembra essere piuttosto secca.
Se fai uso di un collutorio assicurati di sciacquare per almeno 30 secondi prima di sputare.
Se fai suo di protesi o dentiere disinfettale spesso, se possibile dopo ogni pasto, lasciandola a bagno in una soluzione disinfettante dopo averla spazzolata.
Sottoponiti alla detartrasi (pulizia dei denti) dal tuo dentista 2 volte l’anno.

In uno studio sono stati analizzati 406 pazienti affetti da alitosi, equamente distribuiti tra i due sessi:

nell'86% dei pazienti l'alitosi era dovuta a cause orali; nello specifico, tra le cause orali, quella più comune era legata alla patina linguale, seguita dalle gengiviti e infine dalla parodontite.
Nel 5% dei casi l'alitosi era dovuta a patologie di natura otorino-laringoiatrica.
Nel 3% dei casi l'alitosi era dovuta al sommarsi di problemi del cavo orale con patologie di natura otorinolaringoiatrica.
Solo nell'1% dei pazienti la causa dell'alitosi risiedeva nell'apparato gastrointestinale.
Nel 5% dei pazienti non è stato possibile determinare una causa precisa del disturbo.
Tali risultati sono stati confermati da altri studi, per cui oggi si ritiene che solo il 5-8% dei casi di alitosi possa essere attribuita a cause non orali.

Dunque, l'opinione diffusa che l'alito cattivo dipenda soprattutto da disturbi di natura gastro-intestinale è assolutamente infondata. Quasi sempre il problema dipende "soltanto" da una cattiva igiene orale. Lo spazzolamento dei denti, ad esempio, da solo non basta; soprattutto in presenza di alitosi è importante curare anche lo spazzolamento della lingua, in modo da abbattere i microrganismi responsabili della produzione dei composti solforati volatili alla base dell'alitosi.

Oltre che per via meccanica, la lingua e i denti possono essere "puliti" anche per via chimica; in particolare, risciacqui e gargarismi a base di sostanze chimiche antisettiche, come la clorexidina, o capaci di mascherare i cattivi odori, come il mentolo, possono favorire un miglioramento della situazione. Occorre tuttavia sottolineare che l'effettiva azione anti-alitosi dei collutori è dibattuta.

Nella stragrande maggioranza dei casi, l'origine dell'alito cattivo risiede nel cavo orale e nell'attività metabolica dei batteri che lo popolano. Pertanto, attribuire l'alitosi del mattino a ciò che si è mangiato la sera precedente è quasi sempre sbagliato; fanno però eccezione i pasti ricchi di alimenti che apportano zolfo, come aglio, cipolla, porri, broccoli e spezie come il curry. Infatti, sia che provenga dallo zolfo assorbito a livello intestinale ed eliminato col respiro, sia che provenga dal cavo orale, il cattivo odore è in gran parte determinato da composti solforati volatili (i batteri della bocca producono queste sostanze metabolizzando amminoacidi contenenti zolfo presenti nella saliva e nei residui alimentari). Va anche ricordato che scorpacciate di alimenti molto ricchi di zolfo possono dare problemi di alitosi fino a 72 ore dopo il pasto.

Cibi a parte, l'alito cattivo al risveglio dipende generalmente dalla fisiologica diminuzione del flusso salivare nelle ore notturne. Durante il sonno, la bassa secrezione di saliva è infatti importante per evitare frequenti movimenti di deglutizione. Purtroppo, questa secchezza orale impoverisce la bocca di una protezione importante nei confronti dell'alitosi, rappresentata appunto dalla saliva; questa, infatti, deterge i denti rimuovendo i detriti alimentari, i residui batterici e le cellule epiteliali, oltre a tamponare l'acidità.

Per quanto detto, al mattino, soprattutto a livello linguale, si registra un'importante presenza dei microrganismi che producono sostanze responsabili di alitosi.
Oltre a facilitare la proliferazione batterica e l'alito cattivo, la riduzione del flusso salivare notturna facilita l'insorgenza di processi cariosi, per cui è molto importante una corretta igiene orale prima di dormire.



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