Se si soffre di una malattia e se si assumono farmaci, sarebbe meglio evitare o comunque ridurre al massimo l’assunzione di bevande alcoliche. Insieme, alcol e medicinali, generano effetti negativi per la salute, anche gravi.
Per chi vuole concedersi il piacere di un buon vino senza mettere a rischio la salute, vale il consiglio di bere con moderazione: non si dovrebbero superare in un giorno, per l’uomo, i 2-3 bicchieri di vino (da 125 ml), che diventano 1-2 per la donna e 1 per gli anziani, da bere durante i pasti. Il divieto, invece, è assoluto per bambini e adolescenti.
Spesso non ce ne rendiamo conto o semplicemente non diamo la giusta importanza al problema, ma il nostro corpo soffre molto nell’assumere contemporaneamente alcol e medicine.
L’assunzione simultanea di alcol e farmaci, nella maggior parte dei casi, andrebbe evitata perché pericolosa ed imprevedibile.
L’alcol interferisce con l’assorbimento dei medicinali in quanto sovraccarica il fegato, organo in cui entrambi vengono metabolizzati.
L’assunzione regolare di alcol provoca un aumento dell’attività degli enzimi del fegato, che in questo modo smaltiscono i farmaci più rapidamente, diminuendone l’efficacia terapeutica.
In altri casi, può provocare invece un sovradosaggio, cioè la messa in circolo nell’organismo di un quantitativo eccessivo di sostanze farmacologiche e una conseguente tossicità.
Mentre per alcuni farmaci questo si verifica anche quando si beve alcol a distanza di qualche ora dall’assunzione del medicinale, per altri gli alcolici vanno evitati durante tutto il trattamento.
L’interazione fra alcol e farmaci può influire su percezioni e reazioni, con effetti più gravi in casi di stanchezza, stress e mancanza di sonno. È necessario fare maggior attenzione ogni volta che ci si mette alla guida o comunque si svolgono attività che richiedono un alto livello di attenzione.
Alcol e calmanti è un’associazione pericolosa che può provocare gravi disturbi dell’attenzione e della percezione. Questi farmaci (antidepressivi, barbiturici, antipsicotici, benzodiazepine, antiepilettici, analgesici oppioidi) agiscono sul sistema nervoso centrale e l’alcol, anche a piccole dosi, può aumentare gli effetti di depressione prodotti da questi farmaci, con conseguente sonnolenza, riduzione della vigilanza e dei riflessi.
Chi soffre di allergia e usa antistaminici dovrebbe evitare l’associazione con l’alcol perché il mix potrebbe influenzare lo stato di veglia, rallentando i riflessi, e potenziare l’effetto indesiderato di sonnolenza.
In caso di dolori vengono spesso utilizzati i fans, cioè gli antinfiammatori non steroidei, venduti per la maggior parte senza obbligo di prescrizione medica, come aspirina, ibuprofene e ketoprofene. Questi farmaci esercitano un’azione lesiva sulle pareti dello stomaco, per cui, oltre ad assumerli sempre a stomaco pieno, è bene anche non assumere allo stesso tempo bevande alcoliche, per non aumentare il rischio di sanguinamento gastrico. Nel gruppo degli analgesici rientra anche il paracetamolo, che allevia il dolore e ha un’azione antipiretica. L’assunzione di bevande alcoliche insieme al paracetamolo può far aumentare la possibilità di avere danni al fegato.
Gli antibiotici vengono usati per curare infezioni causate da batteri. Meglio evitare gli alcolici per il loro contenuto di tiramina, poiché potrebbe causare un aumento improvviso e pericoloso della pressione. In concomitanza con medicinali come il metronidazolo, antibatterico usato per trattare le infezioni vaginali, si può verificare l’insorgenza di nausea, crampi allo stomaco, vomito, vampate di calore e cefalea.
Bisognerebbe ridurre il consumo di bevande alcoliche durante il trattamento con alcuni antifungini, come ad esempio la griseofulvina, in quanto insieme possono causare tachicardia e vampate di calore.
Farmaci usati per il disturbo di acidità gastrica: lo stomaco secerne succhi gastrici che rivestono un ruolo importante nella digestione dei nutrienti contenuti nel cibo. Per motivi diversi, come stress o scorretta alimentazione, si può verificare un’eccessiva secrezione acida. Esistono due categorie principali di farmaci che vanno ad agire sullo stomaco: farmaci che inibiscono o neutralizzano la secrezione gastrica e quelli che proteggono la mucosa, costituendo una barriera fisica sulla superficie. Oltre ad aumentare l’acidità gastrica, l’alcol ha la capacità di contrastare l’azione dei farmaci che difendono la mucosa dello stomaco.
La posologia di un farmaco è studiata apposta affinché offra l’efficacia migliore evitando i seri rischi da sovradosaggio. Seguire dunque attentamente quanto suggerito nel “bugiardino” – il foglietto illustrativo – contenuto nella confezione del medicamento è indispensabile.
Ci sono casi però che possono andare al di là del controllo perché non si è consapevoli degli effetti di certe sostanze che interagiscono con taluni farmaci. È il caso dell’alcol che, se assunto in concomitanza o dopo aver preso un determinato farmaco, ne può pericolosamente aumentare l’effetto, come se ne avessimo assunta una dose tripla.
A mettere sull’avviso dal pericolo di interazione tra l’alcol e alcuni farmaci è uno studio pubblicato sul Molecular Pharmaceutics Journal e condotto dai ricercatori svedesi dell’Università di Uppsala.
Secondo gli scienziati, l’etanolo è in grado di rendere maggiormente disponibile per l’organismo il principio attivo sia di comuni farmaci da banco che quelli di cui necessità la prescrizione medica.
Sono oltre 5.000 i prodotti in commercio che, secondo i ricercatori, possono essere influenzati dall’alcol, il quale andrebbe a modificare la modalità con cui gli enzimi e altre sostanze dell’organismo interagiscono con i farmaci.
In genere, alcuni di questi farmaci non si sciolgono del tutto nel tratto gastrointestinale del corpo: in particolare nello stomaco o nell’intestino. L’etanolo, invece, potrebbe solubilizzare queste sostanze rendendole maggiormente disponibili; per cui si ha un aumento degli effetti – un po’ come se appunto se ne prendesse una dose maggiore.
Per dunque comprendere se l’alcol avesse queste proprietà di scogliere i principi attivi dei farmaci, la dottoressa Christel Bergstrom e colleghi hanno condotto dei test di laboratorio in cui si è simulata l’azione dell’etanolo nel piccolo intestino. L’idea era quella di verificare se la presenza o meno dell’alcol avesse un effetto sul farmaco.
Tra i vari farmaci testati vi erano dei noti e comuni anticoagulanti, antidolorifici, farmaci anticancro, antinfiammatori. Di questi ventidue farmaci testati, quasi il 60% si è disciolto più rapidamente in presenza dell’alcol. Altresì, le sostanze acide sono risultate essere più interessate da questo fenomeno.
Per fortuna alcuni farmaci riportano nel foglietto illustrativo l’avvertenza che l’alcol potrebbe interferire con la loro azione. Tuttavia è sempre bene consultarsi con un esperto o il proprio medico per sapere se vi possono essere interazioni tra il farmaco e l’alcol. In ogni caso e a scanso di equivoci, prima di assumere una bevanda alcolica è comunque bene ricordarsi che questo potrebbe influire sugli effetti della medicina che si è eventualmente presa poco prima.
L’alcol è una piccola molecola con proprietà di sciogliersi sia nell’acqua che nei grassi (per questo si dice che è una molecola anfotera); tali proprietà rendono l’alcol come una delle molecole più tossiche quando assunte in quantità superiori a quelle che l’organismo può tollerare e per periodi di tempo prolungati, basti pensare agli effetti dannosi che l’alcol induce ai vari organi (fegato, cute, pancreas, sistema nervoso, etc).
Uno dei maggiori rischi legati all’alcol sono da considerarsi le interazioni con vari farmaci, in particolar modo negli anziani (rispetto ai soggetti giovani), per una minor quantità di acqua corporea rispetto alla massa grassa, dove si distribuisce l'alcol assorbito dallo stomaco e dal piccolo intestino e nella donna ove una ridotta capacità dell’enzima ADH (alcol deidrogenasi) a livello dello stomaco permette di raggiungere rispetto ad un individuo maschio delle concentrazioni ematiche più elevate (alcolemia).
E’ nel fegato, comunque, che avviene la principale metabolizzazione dell’alcol tramite specifici enzimi responsabili anche della metabolizzazione di vari farmaci; l’attività di questi enzimi è condizionata dal consumo di alcol nel senso che l'assunzione cronica di alcolici determina progressivamente un’aumentata attività (induzione enzimatica), comportando un più rapido smaltimento da parte del fegato dei farmaci e una diminuzione della loro efficacia terapeutica;
al contrario, un'assunzione moderata in bevitori “normali” (meno di 2-3 unità alcoliche) o una forte bevuta (etilisti), determina da parte dell'alcol una sorta di "occupazione" degli enzimi nel fegato (inibizione enzimatica), che non sono così più disponibili per il metabolismo dei farmaci con conseguente sovradosaggio delle sostanze farmacologiche e conseguenti fenomeni di tossicità.
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