Stime basate sulla biologia molecolare moderna collocano la nascita di morbillo come malattia umana poco dopo il 500 d.C. (è ormai appurato che la peste antonina del 165-180 d.C. potrebbe essere stata causata dal morbillo). La prima descrizione sistematica della malattia e la sua distinzione dal vaiolo e dalla varicella, è accreditata al medico persiano Rhazes (860-932), che pubblicò il libro del vaiolo e del morbillo. Considerando quello che oggi è noto circa l'evoluzione del morbillo, il resoconto di Rhazes appare straordinariamente preciso e un recente lavoro che ha esaminato il tasso di mutazione del virus indica che dal virus del morbillo è nata la peste bovina come una zoonosi tra il 1100 e il 1200 d.C., un periodo che potrebbe essere stato preceduto da focolai limitati che coinvolgevano un virus non ancora completamente adattato agli esseri umani. Questo concorda con l'affermazione che il morbillo richieda una popolazione suscettibile maggiore di 500.000 individui per sostenere una epidemia, una situazione che si è verificata solo in seguito alla crescita delle città medievali europee.
Si stima che il vaccino contro il morbillo di Maurice Hilleman abbia evitato 1 milione di morti ogni anno.
Il morbillo è una malattia endemica, il che significa che è continuamente presente in una comunità, e molte persone riescono a sviluppare resistenza. Nelle popolazioni non abituate al morbillo, l'eventuale esposizione ad un nuovo focolaio può essere devastante. Nel 1529, un'epidemia di morbillo a Cuba ha ucciso i due terzi di coloro che in precedenza erano sopravvissuti al vaiolo. Due anni più tardi, il morbillo è stato responsabile della morte di metà della popolazione dell'Honduras e aveva colpito duramente il Messico, l'America Centrale e la civiltà Inca.
Tra circa 1855 e il 2005, è stato stimato che il morbillo abbia ucciso circa 200 milioni di persone in tutto il mondo. Nel 1850 è stato responsabile del decesso del 20% della popolazione delle Hawaii. Nel 1875, il morbillo uccise oltre 40.000 figiani, circa un terzo della popolazione. Si ritiene che, prima dell'introduzione del vaccino, ogni anno morissero sette-otto milioni di bambini in tutto il mondo.
Nel 1954, il virus che causa la malattia è stato isolato su un ragazzo di 13 anni, David Edmonston, e poi è stato adattato e propagato in coltura di tessuti embrionali di pollo. Ad oggi, 21 ceppi del virus del morbillo sono stati identificati. Presso la Merck, Maurice Hilleman sviluppò il primo vaccino di successo e nel 1963 diversi vaccini sono stati resi disponibili. Nel 1958, è stato messo a punto un migliore vaccino contro il morbillo. Il morbillo, come malattia endemica, è stato eliminato dagli Stati Uniti nel 2000, ma continua ad essere presente portato dai viaggiatori internazionali.
Il morbillo è una malattia estremamente contagiosa e la sua continua presenza in una comunità dipende dalla generazione di ospiti suscettibili, prevalentemente dalla nascita di bambini. Nelle comunità che generano insufficienti nuovi ospiti, la malattia si estinguerà. Questo concetto è stato riconosciuto da Bartlett nel 1957, che fece riferimento al numero minimo di supporto per il morbillo come la dimensione critica della comunità. L'analisi dei focolai nelle comunità insulari ha suggerito che la dimensione critica per il morbillo è di circa 250.000 individui. Per ottenere l'immunità di gregge, oltre il 95% della comunità deve essere vaccinata a causa della facilità con cui il virus viene trasmesso da persona a persona.
Nel 2011, l'Organizzazione mondiale della sanità ha stimato 158.000 decessi causati dal morbillo; un dato in forte discesa rispetto ai 630.000 decessi registrati nel 1990. Dal 2013, il morbillo rimane la principale causa, in tutto il mondo, di morti prevenibili mediante vaccinazione. Nei paesi sviluppati, la morte avviene in 1 o 2 casi ogni 1.000 (0,1% - 0,2%). Nelle popolazioni con alti livelli di malnutrizione e con la mancanza di un'adeguata assistenza sanitaria, la mortalità può raggiungere il 10%. Nei casi con complicanze, il tasso può salire al 20%-30%. Nel 2012, il numero di decessi dovuti al morbillo è stato inferiore del 78% rispetto al 2000, per via di un aumento dei tassi di vaccinazione tra gli stati membri delle Nazioni Unite.
A livello mondiale, il tasso di mortalità è stato notevolmente ridotto da una campagna di vaccinazione guidata da partner dell'"iniziativa contro il morbillo": la Croce Rossa statunitense, i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC), la Fondazione delle Nazioni Unite, l'UNICEF e l'OMS. A livello globale, il morbillo è diminuito del 60%, da una stima di 873.000 decessi del 1999 a 345.000 nel 2005. Estimates for 2008 indicate deaths fell further to 164,000 globally, with 77% of the remaining measles deaths in 2008 occurring within the Southeast Asian region. Le stime per il 2008 indicano che il numero di morti è sceso ulteriormente a 164.000 casi a livello globale, con il 77% dei decessi che si verificano all'interno della regione sud-est asiatico.
Nel 2013-14, vi sono stati quasi 10.000 casi in 30 paesi europei. La maggior parte di essi si sono verificati in soggetti non vaccinati e oltre il 90% dei casi si sono verificati in cinque nazioni europee: Germania, Italia, Paesi Bassi, Romania e Regno Unito. All'inizio del 2014, vi è stata un'epidemia di morbillo in Vietnam che ha causato oltre 100 decessi.
Nel 2014, una revisione da parte del Centers for Disease Control ha registrato un totale di 911 casi di morbillo tra il 2001 e il 2011, con un numero medio annuale di 61 casi concludendo che "l'eliminazione del morbillo endemico è stata ottenuta negli Stati Uniti." Tuttavia, nel 2015, un'epidemia di morbillo si è verificato negli Stati Uniti con una diffusione più elevata di quanto le previsioni avessero stimato, a causa di campagne anti-vaccinazione che hanno ridotto l'immunità della comunità. Nel 2015, una donna statunitense è morta di polmonite in seguito al morbillo. È stato il primo decesso negli Stati Uniti a causa del morbillo dal dal 2003. La donna era stata vaccinato contro il morbillo ma assumeva farmaci immunosoppressiovi per un'altra condizione.
Tra ottobre 2014 e marzo 2015, un'epidemia di morbillo nella capitale tedesca Berlino, ha provocato almeno 782 casi.
Nel mese di maggio 2015, sulla rivista Science, ha pubblicato un rapporto in cui i ricercatori hanno scoperto che l'infezione di morbillo può lasciare nella popolazione un maggior rischio di mortalità da altre malattie per 2 o 3 anni.
Un trattamento specifico per il morbillo, tramite il farmaco sperimentale ERDRP-0519, ha mostrato risultati promettenti in studi su animali, ma non è ancora stato testato negli esseri umani.
Il morbillo è una malattia infettiva causata da un virus del genere morbillivirus (famiglia dei Paramixovidae). È una malattia molto contagiosa che colpisce spesso i bambini tra 1 e 3 anni, per cui viene detta infantile, come la rosolia, la varicella, la pertosse e la parotite. Si trasmette solo nell’uomo. I malati vengono isolati nel periodo di contagio.
Il morbillo non ha sintomi gravi, provoca principalmente un’eruzione cutanea, simile a quelle della rosolia o della scarlattina. Dura tra i 10 e i 20 giorni.
Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita.
Il morbillo è diffuso in tutto il mondo. È una delle più frequenti febbri eruttive, sebbene sia molto meno comune da quando è in uso la vaccinazione con richiamo.
Nei Paesi a clima temperato, colpisce i bambini verso la fine dell’inverno e a primavera.
In Italia la malattia deve essere obbligatoriamente notificata alle autorità sanitarie.
I primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite) con una febbre che diventa sempre più alta. Successivamente appaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca. Dopo 3-4 giorni, appare l’eruzione cutanea caratteristica (esantema), composta di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, e poi su tutto il resto del corpo. L’eruzione dura da 4 a 7 giorni, l’esantema scompare a cominciare dal collo. A volte, rimane una desquamazione della pelle per qualche giorno.
Le complicazioni sono relativamente rare, ma il morbillo è pur sempre responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite. Le complicazioni sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti (infiammazioni del cervello). Si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunocompromesse.
Di solito la diagnosi si fa solo per osservazione clinica. Eventualmente si possono ricercare nel siero degli anticorpi specifici diretti contro il virus del morbillo, dopo 3 o 4 giorni dall’eruzione.
Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni: inizia all’entrata del virus nell’organismo e finisce all’insorgenza della febbre. La contagiosità si protrae fino a 5 giorni dopo l’eruzione cutanea, ed è massima tre giorni prima, quando si ha la febbre.
Il morbillo è una delle malattie più trasmissibili. Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee, probabilmente per via aerea tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato tossisce o starnutisce.
Non esiste una cura specifica. Si possono trattare i sintomi (terapia sintomatica) ma non la causa: paracetamolo per abbassare la febbre, sciroppi per calmare la tosse, gocce per gli occhi. Esiste un rischio di prematurità per i bambini che hanno la madre infetta durante la gestazione.
Il vaccino del morbillo appartiene ai vaccini vivi attenuati. In Italia non è obbligatorio, tranne per le reclute all’atto dell’arruolamento, ma viene raccomandato dalle autorità sanitarie. Il vaccino esiste sotto forma di un complesso vaccinale contro il morbillo, la parotite e la rosolia (Mpr).
Si consiglia una prima dose del Mpr prima del 24° mese di vita, preferibilmente al 12-15° mese, con un richiamo verso 5-6 anni o 11-12 anni. Fino al 6°-9° mese, il neonato può essere protetto dagli anticorpi che gli vengono dalla madre se questa è immunizzata. La durata di immunizzazione del neonato è inferiore se la madre è stata immunizzata da un vaccino e non dal morbillo stesso.
Come per tutti i vaccini vivi attenuati, la vaccinazione non viene effettuata negli individui con deficit immunitario o sotto terapia immunosoppressiva (corticoidi, antineoplastici, antirigetto), né, per precauzione, nelle donne gravide o che desiderano esserlo nel mese successivo. Invece, è consigliato alle persone infette da Hiv che non hanno ancora sviluppato l’Aids.
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