venerdì 4 marzo 2016

L'ERNIA CERVICALE



L’ernia cervicale è un disturbo mediamente frequente, e spesso molto fastidioso, localizzato sui dischi intervertebrali della nuca e del collo.

Per ernia cervicale, o ernia discale cervicale, si intende la fuoriuscita dalla sua sede del nucleo polposo di un disco intervertebrale. Questo andrà a creare una pressione sulle strutture nervose del collo, quelle dirette al braccio e, nei casi più gravi, coinvolgerà il midollo spinale. In altre parole, si tratta di una protrusione – ovvero una discopatia – che crea infiammazione, dolore e altri sintomi anche intensi.
La causa è normalmente da rilevare in una modifica o una lesione delle pareti fibrose del disco che, riducendo il loro potere di contenzione, forniscono una via d’uscita al nucleo polposo. Le ragioni di questa degenerazione sono le più svariate e, per la grande maggioranza dei casi, di natura traumatica. Proprio per questo l’erniazione è spesso un disturbo da schiacciamento e, fra i tanti fattori favorenti, si possono annoverare una postura errata, un carico eccessivo sul rachide, un colpo di frusta, un’inclinazione vertebrale a seguito di un incidente, microtraumi ripetuti, debolezza muscolare e altre ragioni di natura invece fisiologica.
I sintomi tipici sono molto simili a quelli della cosiddetta cervicale, nonché dell’artrosi, e per questo vengono spesso sottovalutati dal paziente. La differenziazione dei disturbi è possibile solo con l’aiuto del medico e dello specialista, quindi con la diagnostica a immagini. In linea generale, fra gli effetti delle discopatia si rileva un dolore intenso ai muscoli cervicali, spesso accompagnati da mal di testa, vertigini, nausea, rigidità e difficoltà di movimento del collo. A seconda della localizzazione dell’ernia, inoltre, vi potrà essere anche un coinvolgimento di spalle e braccia, sia con rigidità e difficoltà di movimento, che con formicolii o intorpidimento dell’arto. Questa evenienza è solitamente più evidente per quelle protrusioni più vicine al basso del tratto cervicale, come quelle localizzate sulle vertebre dalle C5 alla C7.
L’ernia cervicale, infine, può essere anche identificata come “molle” o “dura”, a seconda delle sue caratteristiche fisiche. Nel primo caso si annoverano solitamente quelle ernie esito di un precedente trauma, dove la degenerazione del disco porta alla fuoriuscita del nucleo polposo. Nel secondo caso, invece, si tratta spesso di fattori fisiologici, come particolari conformazioni ossee, ipertrofie e restringimenti.

L'ernia cervicale molle sono erniazioni esclusive del nucleo polposo che si caratterizzano per un'estrusione del disco cervicale nel canale neurale. L'ernia cervicale molle è causata dall'usura e dalla degenerazione del disco, spesso a seguito di eventi traumatici o colpi di frusta.
La variante molle dell'ernia cervicale si riscontra principalmente a livello delle vertebre C6 e C7 (70-80% dei casi diagnosticati di ernia cervicale molle) e tra la C5 e la C6 (20-30%). L'ernia cervicale molle colpisce in particolar modo i soggetti di età inferiore ai 50 anni.
I sintomi più ricorrenti sono:
Dolore al collo che s'irradia lungo il braccio
Dolore più intenso e penetrante al risveglio
Torcicollo
Sensazione di rigidità costante a livello cervicale
Molti pazienti paragonano il dolore derivato da un'ernia a livello C5-C6 a quello innescato da un infarto al miocardio.

Nell'ernia cervicale dura l'erniazione si caratterizza per una degenerazione del nucleo polposo associata ad un osteofitosi margino-somatica: si tratta di una condizione patologica contraddistinta dalla presenza di malformazioni ossee a forma di becco od artiglio a livello del margine del corpo vertebrale. L'ernia cervicale dura può essere accompagnata anche da una stenosi (restringimento) del canale neurale dove la radice nervosa esce dal canale vertebrale.
I sintomi tendono ad esordire in modo graduale: i pazienti affetti dalla variante dura dell'ernia cervicale riferiscono un dolore radicolare a cui si associano spesso alterazioni dei riflessi osteo-tendinei e deficit muscolari.



La storia del paziente è il dato più importante per capire le caratteristiche del disturbo e l’origine del dolore, è fondamentale avere un’idea precisa di quelle che sono le abitudini di vita, dal lavoro allo sport.
Dopo l’anamnesi si passa all’esame fisico, avente il principale obiettivo di comprendere i livelli di dolore del paziente.
L’ultimo passo per l’iter di diagnosi dell’ernia cervicale consiste nell’esecuzione di appositi esami diagnostici (p.e. l’ecografia) con l’obiettivo di appurare l’effettiva entità delle lesioni.

Evitare di sovraccaricare la colonna vertebrale (attenzione a come si svolgono gli esercizi durante un’attività sportiva o al peso dello zainetto scolastico);
Fare attenzione ad eventuali colpi di frusta;
Evitare di sollevare grossi pesi da terra;
Fare attenzione al peso forma. Ingrassare comporta un generale aumento di sforzo per diverse parti del nostro corpo, tra le quali rientra anche la colonna vertebrale;
Evitare gli esercizi classici per il rinforzo degli addominali. Hai in mente le primissime indicazioni che ti hanno dato per lo svolgimento degli addominali, e che prevedono di posizionarsi sdraiati e di tirar su la schiena? Dimentica questo esercizio, dal momento che può danneggiare in maniera anche importante la funzionalità della colonna vertebrale;
Attenzione ai colpi di freddo! L’insorgenza di disturbi come la tosse o il raffreddore può determinare un aumento della pressione addominale e quindi un maggior stress per la colonna vertebrale.

L’intervento per l’ernia cervicale è una soluzione alla quale ricorrere nelle situazioni più gravi, cioè quando ci si trova davanti a una situazione di compressione dei nervi e del midollo spinale e quando il paziente accusa un dolore acuto e tagliente che si irradia fino agli arti inferiori.

Normalmente l’ernia si manifesta a livello della vertebra C5 e della vertebra C6. L’obiettivo principale dell’intervento consiste ovviamente nella sostituzione del disco intervertebrale danneggiato. L’evoluzione delle tecniche chirurgiche ha visto dei cambiamenti molto importanti relativi all’intervento per l’ernia cervicale: se le soluzioni più rudimentali sono state caratterizzate dall’utilizzo di ossa animali, le implementazioni tecniche attuali prevedono l’impiego di presidi in titanio, in carbonio o in peek.

L’intervento chirurgico avente come obiettivo la risoluzione del problema dell’ernia discale deve svolgersi facendo in modo di non danneggiare le altre strutture vicine. Le dimissioni del paziente sottoposto a intervento per l’ernia cervicale avvengono entro 2/3 giorni se l’operazione non è stata caratterizzata da particolari complicazioni.

Le sedute dall’osteopata possono essere effettuate sia dopo un intervento chirurgico, sia essere adottate come soluzione unica nelle situazioni meno gravi.

L’osteopata agisce attraverso specifiche manipolazioni per ristabilire l’allineamento delle vertebre cervicali, che molte volte si trovano in posizione non corretta senza che il soggetto sia al corrente della condizione. Secondo quanto riportato dai principi dell’osteopatia, questi disallineamenti possono provocare fenomeni d’interferenza nella qualità della comunicazione tra corpo e cervello.

Anche lo yoga rappresenta un ottimo rimedio naturale contro l’ernia cervicale. Quando si eseguono le asana (nome per indicare in maniera generica le posizioni yoga) è chiaramente fondamentale tenere conto delle indicazioni del proprio insegnante e minimizzare gli sforzi a carico della colonna vertebrale.

C’è chi dice che lo stretching agisca unicamente sulla sintomatologia dell’ernia discale. Tutto questo è vero in parte. Non c’è dubbio che svolga un ruolo di grande importanza nell’attenuazione del dolore, ma è anche molto utile per sviluppare l’elasticità muscolare, che tende a diminuire con l’età, come ho avuto modo di ricordare nelle righe precedenti. Non solo l’avanzare degli anni determina quella perdita di flessibilità muscolare che può causare l’ernia cervicale, ma anche la conduzione di una vita sedentaria ha un ruolo molto importante a questo proposito.

La fisioterapia è una disciplina molto ampia e complessa, che può risultare vincente oltre che molto utile quando si tratta di risolvere problemi legati all’ernia cervicale e le vertigini da essa provocate. L’approccio curativo può concretizzarsi attraverso sedute di terapia manuale, oppure attraverso approcci più attivi, come per esempio gli esercizi di rinforzo muscolare, che prevedono che il paziente si impegni nel mantenimento di una postura corretta e non dannosa per le vertebre cervicali e per i dischi intervertebrali (l’utilizzo di una palla svizzera può essere molto vantaggioso a questo proposito).

Tra i rimedi naturali contro l’ernia cervicale è impossibile non citare la chiropratica. Questo approccio, al pari dell’osteopatia e della terapia manuale, opera avendo come obiettivo principale un riallineamento delle vertebre, al fine di rendere equilibrata la distribuzione del peso.

Anche il massaggio rappresenta una valida soluzione naturale contro il problema dell’ernia discale. Tutte le principali scuole di massaggio, da quello ayurvedico fino allo shiatsu, hanno delle specifiche indicazioni dedicate alla schiena e all’ernia cervicale.

Parlare di rimedi per l’ernia cervicale e non citare il pilates è impossibile. Se lo stretching rappresenta un’opzione fondamentale per la prevenzione e in generale per la salute del corpo, il pilates può essere definito come uno stretching all’ennesima potenza e quindi come un vero e proprio toccasana per chi soffre di problemi di cervicale.

Il nuoto – assieme ad altri sport acquatici come l’acqua gym – può costituire un ottimo rimedio contro l’ernia discale, in quanto il corpo tende a lavorare in scarico in assenza di gravità e ad ottimizzare gli sforzi. Questo disturbo, che insorge con maggior frequenza nelle donne, rappresenta una delle manifestazioni più fastidiose di problemi a quella macchina fondamentale per la nostra vita in movimento che è la colonna vertebrale.



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