La sigaretta elettronica è un dispositivo elettronico nato con l'obiettivo di fornire un'alternativa al consumo di tabacchi lavorati (sigarette, sigari e pipe) che ricalchi le mimiche e le percezioni sensoriali di questi ultimi, tutte le sigarette elettroniche con la nuova direttiva europea 40/2014 sono più sicure perché devono essere costruite con sistemi a prova di bambino, dotate di un sistema di ricarica a prova di perdite e spandimento.
Il primo vero brevetto risale al 1965, depositato dall’americano Herbert A. Gilbert. Il primo prodotto commerciale viene commercializzato in Cina a Pechino nel 2003 sfruttando una tecnologia ad ultrasuoni da Hon Lik, un farmacista cinese. Commercializzata in Cina da parte del Gruppo Golden Dragon (Holdings)”, un'industria farmaceutica cinese di Hong Kong, le sigarette elettroniche sono state brevettate come Ruyan, che significa “quasi come il fumo”.
La maggior parte delle sigarette elettroniche sul mercato utilizza oggi un sistema differente basato su un vaporizzatore in grado di nebulizzare (per mezzo di riscaldamento) la soluzione contenuta nella cartuccia. "Gamucci" detiene un brevetto per un sistema simile. Anche se la Life ha introdotto la prima sigaretta del tipo nel 2007 quando non esisteva alcuna societa in Europa e/o America di sigarette elettroniche.
La prima sigaretta elettronica (sigaro e poi il modello 306) fu immessa sul mercato italiano dalla Life attraverso la catena delle farmacie. La Life ha quindi avviato la conoscenza della sigaretta elettronica sul territorio puntando all'affidabilità e alla sicurezza. Con il design della 510 Life raggiunge fatturati interessanti ma la tecnologia non è in grado di soddisfare i consumatori: poca autonomia della batteria e mancanza di aromi accattivanti fanno perdere terreno a quella che si era presentata come la novità mondiale del decennio. La successione di prodotti copia di bassa manifattura ha poi contribuito a smontare le speranze di molti potenziali utilizzatori.
GreenTech,che opera con il brand GreenCig o PeP cigarettes, detiene brevetti per una sigaretta elettronica in Cina e negli USA e anche in alcuni paesi europei come il Regno Unito. In Italia la RML, titolare del marchio Smoxy, detiene il brevetto per una sigaretta elettronica con vaporizzatore usa e getta e filtro rivestito in carta.
Nel dicembre del 2012 la BAT acquisisce la start-up inglese CN Creative di Manchester, specializzata in prodotti per la lotta al tabagismo e detentrice del marchio di sigaretta elettronica Intellicig.
Nel novembre del 2013 Fontem Ventures, del gruppo Imperial Tobacco, ha acquistato i brevetti della Dragonite International Ltd. per 75 milioni di dollari, e ha annunciato che Hon Lik, da tutti conosciuto come l’inventore della sigaretta elettronica, si sarebbe unito alla squadra di Fontem Ventures come co-fondatore e direttore esecutivo.
La società IDIB è la prima ad aver studiato, prodotto e lanciato sul mercato il pacchetto con caricabatteria integrato e spina italiana.
Poche certezze e un dibattito scientifico rovente, inasprito da un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine secondo cui il processo di vaporizzazione delle sigarette elettroniche favorirebbe la formazione di formaldeide, una sostanza da 5 a 15 volte più cancerogena del tabacco. Ma non è solo per questo che le sigarette elettroniche dividono gli scienziati. In un documento dell’agosto scorso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avanzato forti dubbi riguardo alla loro pericolosità per la salute, scatenando le ire di una parte della comunità scientifica e portando 50 noti scienziati internazionali a firmare una lettera aperta indirizzata all’OMS, in cui si sottolineava la scarsa tossicità delle sigarette elettroniche e la loro efficacia nel favorire la disassuefazione dal fumo, con la possibilità di prevenire migliaia casi di cancro ogni anno.
Assieme a Umberto Veronesi, tra i firmatari del documento figura Riccardo Polosa, ordinario di Medicina Interna presso l’Università di Catania e direttore scientifico della Lega Italiana Anti Fumo (LIAF), considerato l’autore più produttivo al mondo nel campo della ricerca applicata alla sigaretta elettronica.
Ai fini della ricerca, è importante distinguere le sigarette elettroniche in due diversi tipi: i dispositivi di prima generazione (o cigalike), che generalmente imitano nelle dimensioni e nell’aspetto le sigarette convenzionali e sono costituiti da piccole batterie al litio, ricaricabili o usa e getta, e cartomizzatori/cartucce già riempiti di liquido; ed i dispositivi di seconda generazione (o personal vaporizers) oggetti molto diversi dalle “bionde”, costituiti principalmente da batterie ricaricabili ad alta capacità, con atomizzatori molto performanti in cui il liquido nel serbatoio viene rifornito dal consumatore ogni qual volta si esaurisce.
Non ha una durata temporale prestabilita, anzi praticamente è illimitata ma richiede manutenzione e controllo periodico. Dopo un paio di anni solitamente si consiglia di sostituire solo la batteria per aumentare la durata di utilizzo tra una ricarica e l’altra e l’atomizzatore, la parte più soggetta ad usura.
Le e-cig non contengono tabacco e non prevedono la combustione per funzionare, pertanto è intuitivo che siano più sicure delle bionde e che siano in grado di migliorare lo stato di salute dei fumatori che decidono di utilizzarla al posto delle sigarette convenzionali. Studi clinici sulla sigaretta elettronica dimostrano effetti positivi sul consumatore di sigaretta elettronica sia in termini di riduzione del danno che di riduzione del rischio legato al fumo di sigaretta convenzionale. Fatto 100 il rischio delle sigarette convenzionali, le elettroniche si attestano ad un valore di 5.
Nell’ambito dello studio ECLAT condotto dal team dei ricercatori LIAF nel Centro Universitario del Policlinico di Catania, è stata dimostrata una sostanziale diminuzione dei danni causati dal fumo come tosse (18%), bocca secca (17%), irritazione della gola (20%) e mal di testa (10%). Disturbi da astinenza da fumo di tabacco, quali ansia, fame e insonnia, sono stati riferiti raramente. Non sono stati registrati cambiamenti di peso sostanziali, variazioni del battito cardiaco o della pressione sanguigna, anzi è stato monitorato un miglioramento delle condizioni di salute generali grazie alla riduzione del fumo di tabacco.
Il fumo e la depressione sono spesso due fattori correlati: secondo recenti studi condotti dai nostri ricercatori “non si fuma per la depressione ma si diventa depressi fumando”. Per alcuni pazienti il fumo rappresenta una naturale estensione del proprio comportamento ed è per questo motivo che diventa necessario ottenere una chiara e sincera dichiarazione del paziente sull’effettivo impegno nella rinuncia al fumo, al fine di responsabilizzarlo nella propria decisione. Studi condotti nei nostri centri antifumo hanno comunque dimostrato che la sigaretta elettronica è efficace anche dal punto di vista psicologico perché diminuisce gli stati di ansia e stress tipici dei fumatori di sigarette convenzionali.
Lo studio apparso sul New England Journal of Medicine, secondo cui le e-cig potrebbero essere addirittura più cancerogene delle sigarette tradizionali si basa sulla valutazione di soggetti che svapano in condizioni non realistiche. Molti studi sulle sigarette elettroniche purtroppo vengono condotti su soggetti non umani o addirittura, come in questo caso, in condizioni che non rispecchiano l’uso reale dello strumento. Vengono valutate situazioni in cui si utilizza la sigaretta elettronica ad alti voltaggi quando invece queste vengono utilizzate solitamente a bassi voltaggi.
Nel 2014 più della metà dei pazienti assistiti nei laboratori della Lega Italiana Anti Fumo ha smesso definitivamente di fumare. Un’alta percentuale, circa il 70% dei pazienti fumatori, è passata dal tabagismo al vapagismo, ovvero dalla sigaretta convenzionale a quella elettronica. Questi risultati si aggiungono inoltre a quelli di una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica BMC Public Health che ha testimoniato come sei mesi di uso regolare di e-cig di seconda generazione hanno reso possibile una riduzione del consumo di tabacco di almeno la metà in un buon 30% dei partecipanti, passando da una media di 25 a 6 sigarette al giorno, e addirittura il 36% dei fumatori nello studio ha smesso del tutto di fumare. Di questi, un buon 15% non utilizzava più neanche la sigaretta elettronica a fine studio.
Il funzionamento prevede l'inalazione di una soluzione a base di acqua, glicole propilenico, glicerolo, nicotina (in quantità variabile o assente) vaporizzata da un atomizzatore, un dispositivo (solitamente una resistenza) alimentato da una batteria ricaricabile. Sebbene esistano pochi studi ufficiali in merito, alcuni medici illustri (tra cui il dott. Umberto Veronesi) ritengono che la sigaretta elettronica sia sensibilmente meno dannosa di qualsiasi tabacco lavorato assunto tramite combustione.
Esistono vari fattori che determinano la scelta dei componenti della sigaretta elettronica (solitamente definiti col termine hardware):
Resa aromatica, ovvero l'integrità,la corposità e il gusto dell'aroma del liquido una volta vaporizzato e aspirato.
Hit (o colpo in gola), la percezione del vapore che passa nella laringe durante l'inspirazione. L'hit dipende anche dalla quantità di nicotina diluita nel liquido.
Fumosità, la quantità e la densità di vapore generato dalla vaporizzazione del liquido. La fumosità dipende, oltre che dall'efficienza dell'atomizzatore, anche dalla percentuale di glicerolo del liquido.
Calore, la temperatura del vapore inalato.
Il termine sigaretta elettronica identifica tutti i dispositivi in grado di inalare vapore senza fare uso di combustione. Sebbene esistano dei prodotti dall'aspetto simile alla sigaretta tradizionale esistono svariati tipi di dispositivi che differiscono nella forma, nelle prestazioni e nella resa aromatica. Ogni dispositivo è un assemblaggio di più parti (a volte costruite da produttori diversi) vendute singolarmente o, per comodità del consumatore, in appositi kit (solitamente corredati da caricabatterie e ricambi).
Quando l'utilizzatore inala attraverso il filtro, il flusso d'aria viene individuato da un sensore presente nella batteria che così viene attivata. Questa una volta attivata alimenta il vaporizzatore (cartomizzatore) che riscalda la soluzione liquida, contenuta in una cartuccia presente nel "filtro" o in un apposito serbatoio, denominato "Tank", che provvede a inumidire un avvolgimento ad archetto presente sulla sommità del cartomizzatore stesso. Il vapore generato viene così inalato dall'utilizzatore, che ne trarrà la sensazione anche visiva di fumare una sigaretta di tabacco.
Affinché questa sensazione sia quanto più verosimile, durante l'inalazione si accende un led di colore rosso scuro posto all'altra estremità del dispositivo, simulando così anche il tipico colore rosso della combustione di una tradizionale sigaretta.
Il filtro è costituito da materiale plastico ipoallergenico e al suo interno contiene la cartuccia contenente la soluzione di glicole propilenico, glicerolo e nicotina.
Il filtro può essere riutilizzato sostituendo la cartuccia presente al suo interno con una cartuccia nuova oppure ricaricando manualmente la stessa tramite il liquido (eliquido o e-liquid) per sigaretta elettronica. Oppure si utilizza un serbatoio denominato "Tank" che funge da "filtro" e che può essere ricaricato più volte.
Il liquido può essere acquistato premiscelato con aromi a scelta e nicotina in concentrazione variabile o eventualmente assente.
Si possono anche acquistare separatamente i componenti base (glicole propilenico, glicerolo, soluzione con nicotina e aromi) da miscelare in concentrazioni variabili in base al proprio gusto e alla propria esigenza di nicotina. Spesso questo procedimento risulta essere più economico rispetto all'acquisto di liquidi premiscelati. Esistono delle regole empiriche che i venditori usano per selezionare la percentuale di nicotina da inserire nel liquido. Queste regole si basano sul numero di sigarette tradizionali fumate precedentemente dal fumatore. La scelta di una percentuale bassa di nicotina potrebbe produrre nel fumatore il desiderio di continuare a fumare le sigarette tradizionali.
L'effetto fumo della sospensione è prodotto principalmente dal glicerolo e dal glicole propilenico. L'effetto "hit", il classico colpo in gola che si avverte con le sigarette al tabacco, può essere riprodotto sia da questi due soli componenti, ma in modo blando, sia dalla nicotina aggiunta alla soluzione, e tanto più avvertibile quanta più nicotina viene aggiunta. O anche dall'aggiunta di particolari liquidi composti da aromi alimentari opportunamente miscelati per ottenere un'emulazione di quest'effetto, con il vantaggio che questi ultimi sono privi di nicotina pur rimanendo piuttosto efficaci.
Il componente principale della sigaretta elettronica è costituito dal vaporizzatore o cartomizzatore. Questo riscalda il liquido contenuto nella cartuccia, o nel serbatoio (Tank), creando una sospensione gassosa che trasporta le sostanze del liquido, lasciandole quasi inalterate grazie all'assenza di combustione.
La maggior parte delle sigarette elettroniche utilizza una batteria ricaricabile agli ioni di litio per fornire energia al vaporizzatore.
Al suo interno è presente un sensore meccanico che rileva la differenza di pressione che si verifica durante l'aspirazione da parte del fumatore. Questo sensore agisce da interruttore che attiva elettricamente la batteria e gli permette di fornire energia al vaporizzatore per il suo funzionamento.
Esiste anche la versione manuale della batteria che non dispone di sensore interno, ma di un piccolo tasto esterno che permette di attivarla manualmente al momento dell'aspirazione o qualche istante prima se si desidera un fumo più denso per un maggior appagamento.
Le batterie sono disponibili in differenti tensioni e la densità del vapore prodotto è direttamente proporzionale alla tensione elettrica della stessa. Esistono infatti modelli di sigaretta elettronica denominati BB o Big Battery forniti con batterie di tensione maggiore(da 3,7 V in su). Questo permette alla batteria di erogare maggiore potenza al vaporizzatore che produce quindi un fumo ancora più denso e appagante. Grazie a queste batterie maggiorate è quindi possibile ottenere un maggior colpo in gola a parità di concentrazione di nicotina rispetto ai modelli normali di sigaretta elettronica.
Un'alternativa alle batterie è rappresentata dalle prese di tipo USB-pass che permettono di collegare il vaporizzatore direttamente a una presa USB di un computer o di alcune automobili, utilizzando la tensione di 5 V delle prese USB e utilizzando una potenza che si colloca in una posizione medio-alta della scala delle potenze erogate dalle batterie per sigaretta elettronica che arrivano a circa 7 V e oltre nei modelli di BB più potenti.
Questa alternativa inoltre permette di non consumare le batterie che, anche se facilmente ricaricabili, hanno comunque un loro ciclo di vita tipico di tutte le batterie ricaricabili e che è di circa 4-5 mesi o più in base all'utilizzo.
La durata della batteria dipende da molteplici fattori, quali il tipo, la grandezza, la frequenza di utilizzo e l'ambiente operativo.
Sono disponibili diversi tipi di caricabatterie, tramite la comune presa di corrente a 220 V, oppure caricabatterie USB o da auto.
Alcune aziende forniscono il caricabatterie integrato in un pacchetto del tutto simile a quello delle sigarette tradizionali, rendendo il prodotto più compatto e trasportabile.
La batteria è generalmente il componente principale in termini di peso e dimensioni.
Alcune presentano circuiti elettronici in grado di spegnere dopo un determinato intervallo di tempo il vaporizzatore elettronico per prevenire un surriscaldamento generale.
La maggior parte di esse inoltre presenta un LED alla sommità della sigaretta per simulare il rosso della combustione di una normale sigaretta.
Ultimamente vengono prodotte batterie con LED di altri colori diversi dal rosso, probabilmente per evitare problemi nei locali pubblici dove una sigaretta elettronica con un LED rosso potrebbe essere scambiata per una sigaretta tradizionale suscitando proteste da parte dei non fumatori.
La soluzione contenuta nella cartuccia all'interno del filtro può presentare o meno nicotina al suo interno. Questa soluzione è disponibile in una varietà di differenti sapori e concentrazioni di nicotina. La concentrazione di nicotina nei liquidi varia tipicamente da alta a media, bassa e assente.
Alcuni sapori tendono a somigliare vagamente a quelli dei tabacchi utilizzati nelle sigarette e alcuni di questi tentano di imitare perfino specifici marchi di sigarette, anche se a tutt'oggi con risultati non del tutto apprezzati dagli ex grandi fumatori.
Sul mercato sono inoltre disponibili liquidi con aromi alimentari che riproducono una ampia gamma di gusti, come fragola, menta, vaniglia, liquirizia, caffè, cognac, sigaro/pipa ecc.
In ogni caso, data la regolamentazione scarsamente uniformata a livello mondiale sulla produzione di questo genere di liquidi, è consigliata un minimo di cautela nell'acquisto, nonché di attenzione sulla loro provenienza, operazione sempre consigliabile per ogni prodotto ad uso umano acquistabile.
La nicotina viene usualmente diluita in una soluzione di glicerina, propilenglicole e un po' di acqua, in varie concentrazioni, a seconda della richiesta dell'utilizzatore.
La percentuale di nicotina contenuta in un liquido si misura in mg/ml (milligrammi per millilitro).
La nicotina contenuta in un liquido deve essere chiaramente esposta sulla confezione (tanto nell'imballo quanto sulla boccetta stessa) e si parte da una concentrazione pari a 0 fino ad arrivare a un massimo di 26 mg/ml.
Nel febbraio 2010 il Ministero della Sanità italiano, con nota protocollata DGPREV 0006710-P-11/02/2010, relativa all'etichettatura di preparati contenenti nicotina e sostanze pericolose (riportate nelle direttive 2001/95/CE e 1999/45/CE, adottate con Dlg 52/97) in base ai criteri richiesti dal DM del 28 aprile 1997 e suoi aggiornamenti ha chiesto a tutti i produttori di sigarette elettroniche di evidenziare su tutti i prodotti, la concentrazione di nicotina e, in caso di presenza, di apporre i necessari simboli di tossicità. È stato inoltre richiesto di evidenziare la frase "Tenere lontano dalla portata dei bambini" su tutti i prodotti posti in vendita. L'Istituto Superiore di Sanità ha inoltre affermato che non esistono dati sufficienti per escludere effetti dannosi per la salute.
Per quanto riguarda il "vapore passivo", secondo una ricerca americana con le sigarette elettroniche non si modifica la qualità dell'aria in ambienti chiusi e il vapore emesso dalle sigarette elettroniche non è pericoloso. A dirlo è una ricerca pubblicata dalla rivista “Inhalation toxicology” ed effettuata negli Stati Uniti da ricercatori del “Consulting for Health, Air, Nature and Green Environment” del Center for Air Resources Science and Engineering e della Clarkson University. Secondo i ricercatori americani, il vapore emanato dalle sigarette elettroniche non è nocivo per le persone e non modifica la qualità dell'aria degli ambienti chiusi. Pertanto, con le sigarette elettroniche, vengono meno le condizioni di rischio derivanti dal fumo passivo. Michael Siegel, ricercatore al Department of Community Health Sciences della Boston University School of Public Health, sulla base dei suoi 25 anni di esperienza nel settore, afferma che le sigarette elettroniche possono risolvere il problema del fumo passivo.
La FDA nordamericana, in un'analisi effettuata su due marche leader, rilevò due gruppi di sostanze che considerò potenzialmente dannose: il glicol dietilenico (È bene non confonderlo con il glicol etilenico più diffuso come additivo per liquidi di raffreddamento) e le nitrosammine. Il dipartimento della salute del Canada menziona solo la presenza del glicol dietilenico e la necessità di effettuare ulteriori analisi.
A Panama la distribuzione di sigarette elettroniche è stata proibita da giugno 2009, sulla base degli studi della FDA che confermano la presenza di glicol dietilenico, responsabile della morte di centinaia di panamensi tra il 2006 e il 2009.
Anche in Uruguay ne è stata proibita la vendita dal novembre del 2009 per decreto del presidente Tabaré Vázquez.
In Italia, con Ordinanza del Ministro della Salute rinnovata da ultimo il 4 ottobre 2014, è stato disposto il divieto di vendita a soggetti minori di anni 18 di sigarette elettroniche contenenti nicotina. Con il DL 76/2013 (Lavoro - IVA) convertito nella Legge 99/2013 l'8 agosto 2013, le sigarette elettroniche sono state equiparate ai tabacchi lavorati ed è stato imposto loro una tassa di consumo del 58,5% che partirà dal 1 gennaio 2014. La norma e il regime fiscale sono stati sospesi con sentenza del TAR Lazio del 2 aprile 2014, che ha stabilito il rinvio degli atti alla Corte Costituzionale. La sospensiva è stata poi confermata dal Consiglio di Stato. Con il Dlgs 188/2014 (Tabacchi), l'imposta di consumo è stata prevista sui soli "liquidi da inalazione" in misura misura pari al cinquanta per cento dell'accisa gravante sull'equivalente quantitativo di sigarette e alla equivalenza di consumo convenzionale determinata sulla base di apposite procedure tecniche, definite con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, che per il 2015 ha stabilito un'imposta di €3,73 per 10ml di liquido da inalazione.
In Australia la vendita di sigarette elettroniche contenenti nicotina è illegale;
In Austria e Danimarca le sigarette elettroniche sono considerate dispositivi medici e le cartucce contenenti nicotina come prodotti farmaceutici. Perciò le sigarette elettroniche necessitano del marchio CE e le cartucce di nicotina devono essere registrate come prodotti medicinali prima di poter essere vendute.
In Canada la possibilità di utilizzare la sigaretta elettronica nei locali dove il fumo tradizionale è bandito è in discussione;
In Finlandia non è possibile commerciare cartucce contenenti nicotina ma queste possono essere acquistate (da altri paesi) per uso personale;
A Hong Kong il possesso e la vendita di sigarette elettroniche è illegale;
In Malesia le sigarette elettroniche sono considerate dispositivi medici e le cartucce di nicotina come prodotti medicinali. Possono essere acquistate nei negozi appositi e nelle farmacie;
Nei Paesi Bassi è consentita la vendita e l'utilizzo ma è vietata la pubblicità di prodotti contenenti nicotina in accordo con le leggi europee;
In Nuova Zelanda le cartucce contenenti nicotina sono vendute come medicinali registrati;
In Inghilterra non vi è alcuna restrizione alla vendita e al consumo di sigarette elettroniche;
Negli Stati Uniti la vendita di sigarette elettroniche è libera. La FDA sta però svolgendo degli studi per una futura regolamentazione.
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