giovedì 24 dicembre 2015

LA PAURA DEL SESSO



Che sia di origine psicologica o culturale, la fobia della sessualità è un fenomeno reale anche se può sembrare bizzarro. Da poco riconosciuta come patologia vera e propria, induce il soggetto a privarsi della propria sfera intima, arrivando a evitare spesso anche il contatto col partner.

Le paure legate al sesso sono molteplici e possono riguardare sia aspetti prettamente anatomici e fisiologici dell'apparato genitale oppure gli atti legali al rapporto sessuale.

Il rifiuto fobico del sesso riguarda in genere individui immaturi, che non hanno raggiunto un equilibrio psico-sessuale e che pertanto considerano con ingiustificata avversità tutto quello che, direttamente o indirettamente, possa essere messo in relazione con la sessualità.

Alcune paure sessuali, che in alcuni casi diventano poi vere e proprie patologie, sono legate a traumi infantili, molte invece derivano dal senso di colpa che i pregiudizi sociali, l'educazione troppo rigida o le norme religiose a volte troppo restrittive, concorrono a formare, già dalla più tenera età. I bambini comprendono presto che la sessualità è un qualcosa di cui è meglio non parlare apertamente, qualcosa di "sporco", di cui vergognarsi e questo a volte compromette una sana maturazione psicologica legata al sesso.

Nella sessuofobia vi è un rifiuto delle sensazioni erotiche in generale, o di alcune specifiche attività o sensazioni legate al sesso. Una fobia sessuale, come accade in tutti gli altri tipi di fobie, è intensa, illogica, persistente e quindi dà luogo a reazioni non controllabili.

Quando molto accentuata, la sessuofobia porta a fenomeni di vero e proprio evitamento e anche all’isolamento sociale: nelle forme più gravi infatti i soggetti non riescono a sviluppare una normale vita relazionale, non riescono a costruire un solido rapporto di coppia e, sul piano lavorativo, non riescono ad avere normali rapporti con i colleghi dell’altro sesso.

Questa fobia non di rado porta allo sviluppo di disturbi ossessivo-compulsivi, o anche a forme gravi di depressione, causate dal blocco della libido e dell’emotività.

A seconda della gravità e complessità delle fobie sessuali, si può intervenire o con la psicoterapia o con farmaci antidepressivi, o anche attraverso una combinazione delle due terapie.



L’ansia che precede una situazione sessuale fobica può essere diminuita con una desensibilizzazione diretta e sistematica verso lo stimolo ansiogeno. Ciò richiede l’utilizzo di esercizi sessuali graduali all’interno di una terapia sessuale integrata o di una terapia cognitivo-comportamentale che permettano di esporre gradualmente il soggetto alle situazioni temute, al fine di limitarne le reazioni automatiche, fino a farle scomparire.

Molto spesso è necessario anche un lavoro di informazione sui temi della sessualità, in genere non troppo conosciuti dal soggetto, che va rassicurato e sostenuto.

Non tutti provano piacere nel sentirsi al centro di interesse sessuale da parte di un’altra persona, o nell’avvertire sensazioni di tipo erotico.

Per alcuni già ascoltare dei discorsi legati al sesso può essere talmente disturbante da generare un attacco di panico. Perfino alcuni atti, considerati romantici e decisamente “casti”, come il baciarsi o l’accarezzarsi, in alcune persone potrebbero generare forti stati ansiosi, tanto da portare questi soggetti a “prevenire” e ad evitare tutte le possibili situazioni legate alla propria fobia sessuale, rinunciando spesso ai contatti sociali ed al rapporto di coppia.

In particolare, una persona che soffre di fobie sessuali teme la penetrazione, il rapporto orale, il rapporto anale, l’osservazione dei genitali. I sintomi sono quelli tipici di chi soffre di attacchi di panico: improvvisa fame d’aria, senso di nausea, respirazione e battito cardiaco accelerati, sudore e sensazione di svenire.

In alcuni casi la paura è più generalizzata: si tratta di una paura inconscia del piacere, dal quale si tema possa discendere, quasi magicamente, una qualche minaccia.

Per liberarsi di queste fobie occorre prima di tutto diventarne consapevoli (in genere si tende ad attribuire altre motivazioni alla paura nei confronti della sessualità. Es. “non mi piace essere accarezzato/a, perché soffro il solletico”) ed avere sufficiente motivazione ad affrontare il problema con sé stessi.

Coitofobia: paura intensa del rapporto sessuale e della penetrazione, sia attiva, sia passiva.

Erotofobia: La fobia non riguarda atti sessuali veri e propri, ma il semplice parlare di sesso, o avere a che fare con materiale che ha attinenza con la sessualità.

Persistente, anormale e ingiustificata repulsione per i genitali femminili. Più conosciuta come “colpofobia” (dal greco kólpos, vagina. Diversa dalla “ereutofobia” che è invece la paura di diventare rossi). A volte il fenomeno può essere limitato ad un’esposizione ai genitali femminili fatta in modo sporco o volgare, altre volte il disturbo può essere più generalizzato e compromettere seriamente la vita relazionale del soggetto.

Partenofobia – Paura anormale e persistente per le ragazze giovani o le vergini. Ovvero timore di avere relazioni o rapporti sessuali con donne giovani ed inesperte.

Ginefobia – Conosciuta anche come “ginofobia” (dal greco gyné, donna): è la paura persistente e irrazionale che hanno gli uomini nei confronti dell’altro sesso. Questa paura può arrivare, come forma reattiva, all’odio per le donne: è il caso della misoginia (dal greco misos, odio, e gyné, donna).

Gimnofobia – Conosciuta anche come “ginnofobia”, dal greco “gymnos“, che significa “nudo”. (gli atleti nell’antica Grecia si esibivano nudi: da qui il termine ‘ginnasti’). Queste persone sono estremamente pudiche, incapaci di spogliarsi di fronte ad un’altra persona, oppure a disagio nel vedere i corpi nudi di altri.

Tocofobia, dal greco “tocos“, parto. Paura morbosa e destabilizzante di rimanere incinta o di partorire. Sintomi sono: incubi, ansia, difficltà di concentrazione, ecc.

Oneirogmofobia, dal greco “oneirogmòs”, che significa “paura di eiaculare in seguito ad un sogno erotico”.


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