mercoledì 2 dicembre 2015

L'IPERTENSIONE




La moderna comprensione del sistema cardiovascolare è iniziata grazie al lavoro del medico William Harvey (1578-1657), che descrisse la circolazione del sangue nel suo libro "De motu cordis". Il sacerdote inglese Stephen Hales descrisse la prima misurazione della pressione arteriosa nel 1733. Il riconoscimento dell'ipertensione come una malattia si deve, tra gli altri, a Thomas Young e in particolare a Richard Bright e ai loro studi compiuti nella prima metà del XIX secolo. La prima descrizione di pressione arteriosa elevata in una persona senza evidenza di una malattia renale, è stata fatta da Frederick Akbar Mahomed (1849-1884). Tuttavia l'ipertensione come entità clinica è nata nel 1896 con l'introduzione dello sfigmomanometro a mercurio, realizzato da Scipione Riva-Rocci, che ne permise la misurazione. Nel 1905, Nikolai Korotkoff migliorò la tecnica descrivendo i cosiddetti suoni di Korotkoff che si odono quando l'arteria viene auscultata con uno stetoscopio, mentre il bracciale dello sfigmomanometro viene sgonfiato.

Storicamente il trattamento, per quella che veniva chiamata la "malattia dal polso duro", consisteva nel ridurre la quantità di sangue grazie alla pratica del salasso o mediante l'applicazione di sanguisughe. Questo trattamento era sostenuto dall'imperatore cinese Huang Di, da Cornelio Celso, da Galeno e da Ippocrate. Nel corso del XIX e XX secolo, prima che diventassero disponibili i primi trattamenti farmacologici efficaci, si utilizzavano tre rimedi per l'ipertensione, tutti con numerosi effetti collaterali: rigorosa restrizione di sodio nella dieta, simpaticectomia (ablazione chirurgica di alcune zone del sistema nervoso simpatico) e terapia pirogena (iniezione di sostanze che causano febbre e che indirettamente riducono la pressione sanguigna). Il primo preparato chimico per la gestione dell'ipertensione il tiocianato di sodio, è stato utilizzato a partire dal 1900 ma presentava notevoli effetti collaterali che lo resero impopolare. Molti altri farmaci sono stati sviluppati dopo la seconda guerra mondiale, il più popolare e ragionevolmente efficace dei quali era il cloruro di tetrametilammonio e i suoi derivati: l'esametonio, l'idralazina e la reserpina (derivata dalla pianta medicinale Rauwolfia serpentina). Un'importante passo avanti è stato ottenuto con la scoperta dei primi farmaci a somministrazione orale ben tollerati. I primi sono stati il clorotiazide e i diuretici tiazidici. Entrambi sono stati messi a disposizione a partire dal 1958.

L'ipertensione è il più comune problema di salute cronico che richiede prestazioni di assistenza sanitaria negli Stati Uniti d'America. L'American Heart Association ha stimato, nel 2010, i costi diretti e indiretti dell'ipertensione in 76,6 miliardi dollari. Sempre negli Stati Uniti, l'80% delle persone con ipertensione sono consapevoli della loro condizione, il 71% assume alcuni farmaci antipertensivi, ma solo il 48% di coloro che ne sono a conoscenza sono adeguatamente controllati. La gestione corretta dell'ipertensione può essere ostacolata da carenze nella diagnosi e nel trattamento e/o nel controllo della pressione. Gli operatori sanitari devono affrontare molteplici difficoltà per il raggiungimento della pressione sanguigna corretta. I pazienti, talvolta, sono restii ad aderire ai programmi medici e apportare le modifiche al proprio stile di vita. Tuttavia, il raggiungimento di un corretto valore pressorio è possibile, riducendo così in maniera significativa, il rischio di morte per malattie cardiache e ictus, lo sviluppo di altre condizioni debilitanti e il costo associato alle cure mediche avanzate.

L’ipertensione è una malattia che non va sottovalutata, perché può causare coronaropatie, insufficienza cardiaca, colpi apoplettici, insufficienza renale ed altre gravi patologie.

La pressione sanguigna è la forza con cui il sangue, pompato dal cuore, preme contro le pareti delle arterie. Se la pressione aumenta e rimane elevata per molto tempo, può danneggiare l’organismo in diversi modi.

Negli Stati Uniti circa un adulto su tre è affetto da ipertensione. L’ipertensione in sé di norma non provoca alcun sintomo, infatti si può soffrirne anche per anni senza saperlo. Nel tempo, però, può danneggiare il cuore, i vasi sanguigni, i reni e altri organi. Proprio per questo è fondamentale farsi misurare la pressione regolarmente, anche se ci si sente bene. Se la pressione è normale è possibile tenerla sotto controllo con il proprio medico, se invece è troppo alta è indispensabile una terapia per impedire che gli organi siano danneggiati.



La pressione tende ad aumentare con l’età. Seguendo uno stile di vita sano, alcune persone riescono a ritardare o a prevenire l’aumento della pressione.

Chi soffre di ipertensione può prendere provvedimenti per tenere sotto controllo il disturbo e diminuire il rischi di problemi di salute collegati. Tra le misure fondamentali ricordiamo: seguire uno stile di vita sano, stare sempre sotto controllo medico e seguire la terapia prescritta dal medico.

Quando ci si fa misurare la pressione si ottengono due numeri riferiti rispettivamente alla pressione sistolica (massima) e alla pressione diastolica (minima), misurate rispettivamente in corrispondenza del battito cardiaco, cioè quando il cuore pompa il sangue, e quando il cuore è a riposo tra due battiti successivi.

Il numero più alto è quindi riferito alla pressione sistolica, se trovate scritto 120/80 mmHg il numero 120 è la pressione sistolica. La sigla mmHg significa “millimetri di mercurio” ed è l’unità di misura della pressione sanguigna.

Valori della pressione negli adulti (in mmHg, o millimetri di mercurio):

Normale: minore di 120 la massima e minore di 80 la minima;
Preipertensione: tra 120 e 139 la massima o tra 80 ed 89 la minima;
Ipertensione Grado 1: tra 140 e 159 la massima o tra 90 ed 99 la minima;
Ipertensione Grado 2: più di 160 la massima o più di 100 la minima.

I livelli superiori ai 120/80 mmHg fanno aumentare il rischio, e il rischio è maggiore all’aumentare dei valori. La parola pre-ipertensione significa che è probabile che arriverete a soffrire di ipertensione, a meno che non prendiate provvedimenti per prevenirla.

Se siete in terapia per l’ipertensione e diverse misurazioni successive rientrano nei valori normali, si può dire che la vostra pressione sia sotto controllo, ma non che siate guariti. Dovreste andare dal medico e continuare la terapia per tenere la pressione sotto controllo.

Le misure della pressione diastolica e di quella sistolica potrebbero non ricadere nella stessa categoria. In questo caso, la categoria che fa fede è quella più grave. Ad esempio, se la pressione sistolica è di 160 e quella sistolica è di 80, soffrite di ipertensione di secondo grado. Se la pressione sistolica fosse pari a 120 e quella diastolica a 95, ricadreste nell’ipertensione di primo grado.

Se soffrite di diabete o di patologie renali croniche, si può parlare di ipertensione a partire dai 130/80 mmHg. I valori sono diversi nel caso dei bambini e degli adolescenti.

La pressione alta può presentarsi in due forme diverse.

In una percentuale variabile tra il 90 e il 95% dei casi di ipertensione tra gli adulti non è possibile identificare nessuna causa. Questo tipo di pressione alta, detta ipertensione essenziale o ipertensione primaria, tende a svilupparsi gradualmente nell’arco di diversi anni.

Tutti gli altri casi di ipertensione sono causati da una patologia sottostante. Questo tipo di pressione alta, detta ipertensione secondaria, tende a comparire all’improvviso e causa un incremento della pressione maggiore rispetto all’ipertensione primaria. Diverse patologie e diversi farmaci possono provocare l’ipertensione secondaria; tra di essi ricordiamo:

Problemi renali,

Tumori delle ghiandole surrenali,

Alcune malformazioni cardiache congenite,

alcuni farmaci, tra i quali la pillola anticoncezionale, le medicine contro il raffreddore, i decongestionanti, gli analgesici da banco e alcuni farmaci con obbligo di ricetta,

Gli stupefacenti, come la cocaina e le anfetamine.


I fattori di rischio per l’ipertensione sono svariati e in alcuni casi non è possibile prevenirli. Tra di essi ricordiamo:

Età. Il rischio di ipertensione aumenta con l’invecchiamento. In età adulta la pressione alta è più frequente tra gli uomini, mentre le donne hanno maggiori probabilità di ammalarsi dopo la menopausa.
Razza. L’ipertensione è particolarmente frequente tra i neri, che spesso si ammalano prima rispetto ai bianchi. Anche le complicazioni gravi, come l’infarto e i colpi apoplettici sono più frequenti tra i neri.
Precedenti famigliari. La pressione alta tende a essere ereditaria.
Altri fattori di rischio per l’ipertensione, invece, possono essere tenuti sotto controllo.

Sovrappeso o obesità. Maggiore è il peso, maggiore è la quantità di sangue necessaria per per fornire ossigeno e sostanze nutritive ai tessuti dell’organismo. All’aumentare del volume di sangue che circola nei vasi sanguigni, aumenta anche la pressione sulle pareti delle arterie.
Sedentarietà. Chi ha uno stile di vita sedentario tende ad avere una frequenza cardiaca maggiore. Più la frequenza cardiaca è alta, più il cuore deve faticare ad ogni battito e maggiore è la forza sulle pareti delle arterie. La sedentarietà inoltre aumenta il rischio di ritrovarsi in sovrappeso.
Fumo. Il tabacco non si limita a far aumentare temporaneamente la pressione sanguigna, ma le sostanze chimiche in esso contenute sono in grado di danneggiare le pareti delle arterie che, quindi, si restringono causando un aumento della pressione.
Eccesso di sale da cucina (sodio) nella dieta. L’eccesso di sodio nella dieta può causare la ritenzione idrica, e quindi l’aumento della pressione.
Insufficienza di potassio nella dieta. Il potassio aiuta a controbilanciare la quantità di sodio presente nelle cellule. Se non consumate o non trattenete abbastanza potassio, potreste accumulare troppo sodio nel sangue.
Insufficienza di vitamina D nella dieta. Non si sa con certezza se l’insufficienza di vitamina D nella dieta possa causare direttamente l’ipertensione. I ricercatori, però, ipotizzano che la vitamina D possa influire su un enzima prodotto dai reni che agisce sulla pressione sanguigna. Per capire meglio il ruolo della vitamina D per la regolazione della pressione sarà necessario compiere ulteriori ricerche.
Abuso di alcool. Con l’andare del tempo l’abuso di alcool può danneggiare il cuore. Bere più di due o tre bicchieri al giorno può far alzare temporaneamente la pressione, perché può indurre l’organismo a rilasciare ormoni in grado di far aumentare il flusso sanguigno e di velocizzare il battito cardiaco.
Stress. I livelli di stress eccessivi possono causare un aumento temporaneo ma drammatico della pressione. Se cercate di rilassarvi mangiando di più, fumando o bevendo alcoolici, non fate altro che aumentare i problemi di ipertensione.
Alcune patologie croniche. Anche alcune patologie croniche possono aumentare il rischio di ipertensione, tra di esse ricordiamo: ipercolesterolemia, il diabete, le patologie renali e le apnee notturne.
In alcuni casi anche la gravidanza può contribuire all’aumento della pressione.
L’ipertensione è frequente soprattutto tra gli adulti, però anche i bambini possono essere a rischio: in alcuni bambini la pressione alta è provocata da problemi renali o cardiaci. Però sempre più bambini soffrono di pressione alta per via dello stile di vita errato, della dieta sbilanciata o della mancanza di esercizio fisico.

I pazienti affetti da pressione alta per lo più non manifestano alcun sintomo, anche se quando si fanno misurare la pressione i valori sono pericolosamente alti.

Alcune persone affette da ipertensione negli stadi iniziali potrebbero soffrire di mal di testa sordo, di giramenti di testa o avere il naso che sanguina più del solito, però questi sintomi di solito non si presentano finché l’ipertensione non è giunta a uno stadio avanzato, o addirittura pericoloso per la vita del paziente.

Se avete più di vent’anni chiedete al medico di misurarvi la pressione almeno ogni due anni. Probabilmente il medico vi consiglierà di farvi controllare con maggior frequenza se vi sono già state diagnosticate l’ipertensione, la preipertensione o altri fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
Ai bambini di età superiore ai tre anni di solito la pressione è misurata durante la visita medica annuale di controllo.
Se non andate dal medico regolarmente ma siete preoccupati per la pressione è possibile farsela misurare presso le farmacie.

La pressione è misurata con un cuscinetto gonfiabile e con uno strumento di misura graduato. I valori risultanti sono espressi in millimetri di mercurio (mmHg) e sono formati da due cifre. La prima, cioè quella maggiore, è la misura della pressione arteriosa durante il battito cardiaco (pressione sistolica); la seconda, quella minore, è la misura della pressione arteriosa tra un battito e l’altro (pressione diastolica).

Le ultime linee guida americane per la misurazione della pressione arteriosa, emesse nel 2003 dal National Hearth, Lung and Blood Institute, dividono i valori della pressione in quattro categorie:

Pressione normale. La pressione può essere definita normale se è inferiore ai 120/80 mmHg. Tuttavia alcuni dottori consigliano di considerare come massimo accettabile i 115/75 mmHg. Se la pressione supera questa soglia, il rischio di malattie cardiovascolari inizia ad aumentare.
Preipertensione. La situazione di preipertensione è data da una pressione sistolica compresa tra i 120 e i 139 mmHg, oppure da una pressione diastolica compresa tra gli 80 e gli 89 mmHg. La preipertensione tende a peggiorare con l’andare del tempo. Entro quattro anni dalla diagnosi di preipertensione circa un terzo degli adulti di età compresa tra i 35 e i 64 anni e circa la metà degli adulti di età superiore ai 65 anni iniziano a soffrire di ipertensione.
Ipertensione di grado 1. Si ha ipertensione di grado 1 quando la pressione sistolica varia tra i 140 e i 159 mmHg oppure se la pressione diastolica varia tra i 90 e i 99 mmHg.
Ipertensione di grado 2. La condizione di ipertensione più grave, quella di grado 2, si ha quando la pressione sistolica supera i 160 mmHg o la pressione diastolica supera i 100 mmHg.
Quando si leggono i risultati della misurazione della pressione, sono importanti entrambe le cifre, ma una volta superati i cinquant’anni la pressione massima è più significativa di prima. L’ipertensione sistolica isolata, la situazione in cui la pressione minima è normale ma quella massima è troppo elevata, è il tipo di ipertensione più frequente tra le persone di età superiore ai cinquant’anni.

Prima di arrivare alla diagnosi di ipertensione il medico probabilmente vi misurerà due o tre volte la pressione, durante due o più visite. Normalmente, infatti, la pressione varia nel corso della giornata e spesso gli sbalzi sono collegati al fatto di trovarsi davanti a un medico (ipertensione da camice bianco o ipertensione clinica isolata). Il medico potrebbe chiedervi di misurarvi la pressione a casa o nel corso della giornata, per fornirgli ulteriori informazioni. Misurare la pressione a casa può anche essere utile per diagnosticare la cosiddetta ipertensione mascherata, una patologia in cui la pressione si abbassa quando entrate nello studio del medico.

Se soffrite di pressione alta di qualsiasi forma il medico potrebbe consigliarvi altri esami di routine, ad esempio l’esame delle urine, l’esame del sangue e l’elettrocardiogramma (ECG), un esame che misura l’attività elettrica del cuore. Esami più approfonditi di solito non sono richiesti, almeno nelle fasi iniziali.

La pressione eccessiva sulle pareti delle arterie causata dall’ipertensione può danneggiare non solo i vasi sanguigni, ma anche diversi organi. Più la pressione è elevata e maggiore è il tempo trascorso prima della diagnosi e della terapia, più il danno è grave.

La pressione alta, se non viene curata, può provocare:

Danni alle arterie. Le arterie possono indurirsi e ispessirsi (aterosclerosi), provocando un infarto, un colpo apoplettico o altre complicazioni.
Aneurisma. La pressione eccessiva può far indebolire e gonfiare i vasi sanguigni, formando un aneurisma. Se un aneurisma si rompe, la vita del paziente è in serio pericolo.
Insufficienza cardiaca. Per continuare a pompare il sangue nonostante la pressione eccessiva dei vasi sanguigni, il cuore si ingrossa e finisce per avere difficoltà a pompare sangue a sufficienza per soddisfare le richieste dell’organismo: la situazione risultante è detta insufficienza cardiaca.
Ostruzione o rottura di un vaso sanguigno cerebrale. L’ipertensione nelle arterie dirette al cervello può rallentare il flusso sanguigno diretto al cervello, oppure provocare lo scoppio di un vaso sanguigno cerebrale (ictus).
Indebolimento e restringimento dei vasi sanguigni dei reni. Possono impedire ai reni di funzionare normalmente.
Ispessimento, restringimento o rottura dei vasi sanguigni degli occhi. Possono causare gravi problemi di vista, e addirittura la cecità.
Sindrome metabolica. Questa sindrome è un insieme di disturbi del metabolismo e comprende: aumento di peso e adipe concentrata sul girovita, trigliceridi alti, diminuzione del colesterolo HDL o lipoproteina ad alta densità (colesterolo “buono”), pressione alta e livelli di insulina alti. Se soffrite di ipertensione, rischiate maggiormente di soffrire anche degli altri componenti della sindrome metabolica. Più componenti avete, maggiori rischi correte di soffrire di diabete, di malattie cardiache o di colpi apoplettici.
Disturbi cognitivi. L’ipertensione, se non viene tenuta sotto controllo, può avere ricadute negative sul pensiero, sulla memoria e sull’apprendimento. I problemi di memoria o di comprensione sono più frequenti tra chi soffre di ipertensione.

Sfortunatamente la pressione alta non può essere curata in modo definitivo, però è possibile tenerla sotto controllo. Controllare l’ipertensione è un impegno che deve durare per tutta la vita e comporta cambiare alcune abitudini alimentari e dello stile di vita. Per riportare la pressione alla normalità, possono anche essere necessari farmaci.

Le visite mediche di controllo sono essenziali per accertarsi che l’ipertensione sia davvero sotto controllo e non provochi malattie più gravi. Dimagrire e fare esercizio fisico, insieme alle modifiche della dieta, spesso sono sufficienti per scongiurare questi rischi.

Tra le modifiche della dieta ricordiamo la minore assunzione di sale e di grassi. Le parole “sale”, “sodio” e “Na” scritte sulle etichette significano che l’alimento contiene sale. L’organismo ha bisogno soltanto di 3.000 mg (3 grammi) di sodio al giorno; i prodotti che contengono bicarbonato, lievito e salsa di soia di solito sono molto ricchi di sodio. Lo stesso discorso vale per gli alimenti in scatola.

La maggior parte delle persone ama il sapore salato degli alimenti, però anche la cucina con poco sale, o addirittura assente, può essere molto saporita. Per dare ai piatti un ottimo sapore è possibile usare i sostituti del sale o le diverse spezie. Prima di usare un sostituto del sale, chiedete consiglio al vostro medico.

Mangiare meno grassi aiuta non solo a dimagrire e ad abbassare la pressione, ma anche a prevenire gli infarti e i colpi apoplettici non collegati all’ipertensione.

Gli esercizi aerobici sono efficaci per ridurre la pressione e anche per dimagrire. Aiutano anche a migliorare la capacità cardiaca e diminuiscono la probabilità di infarto. Camminare, andare in bicicletta e nuotare sono tutti esempi di esercizi aerobici. Il body building, invece, non è un esercizio aerobico. Prima di iniziare un’attività, chiedete il parere del medico, perchè per esempio lo stesso body building potrebbe far aumentare la pressione.

Se una dieta sana e l’esercizio fisico non sono sufficienti per diminuire la pressione, il medico potrebbe prescrivervi farmaci appositi: alcuni di essi potrebbero avere effetti collaterali, se ne avvertite non fatevi scoraggiare e non interrompete la terapia di vostra iniziativa, ma chiedete consiglio al medico. Potrà farvi cambiare farmaco oppure adeguare il dosaggio in modo da diminuire l’incidenza degli effetti collaterali.

I farmaci antiipertensivi di solito vanno assunti per molto tempo, in alcuni casi anche per tutta la vita. I controlli regolari dal medico sono essenziali per capire se il farmaco è efficace o meno.

Il medico o lo specialista possono capire se i farmaci e le dosi che state assumendo contro l’ipertensione sono adeguati: probabilmente dovrete adeguare nel tempo i farmaci per arrivare alla combinazione e alle dosi ottimali, talvolta anche da una stagione all’altra (le temperature fredde tendono a far aumentare la pressione). Il medico potrebbe anche prescrivervi altri farmaci, ad esempio un diuretico più potente o ad azione prolungata, se già non ne state assumendo uno. Il medico potrebbe anche consigliarvi i diuretici non tiazidici, come lo spironolattone, che modificano l’attività di assorbimento del sodio e di escrezione del potassio bloccando l’ormone aldosterone.

Inoltre, il medico potrà rivedere insieme a voi i farmaci che assumete per curare altre malattie. Alcuni farmaci, alimenti od integratori alimentari sono in grado di aggravare l’ipertensione oppure di impedire agli antiipertensivi di funzionare correttamente. Parlate apertamente e francamente col medico di tutti i farmaci e integratori che siete soliti assumere.

Se non assumete gli antiipertensivi seguendo i consigli del medico, la pressione potrebbe risentirne, se saltate le dosi perché non vi potete permettere il farmaco, perché avvertite effetti collaterali o perché semplicemente ve ne dimenticate, chiedete aiuto al medico. Non modificate la terapia se non sotto stretto controllo medico.

Se la pressione non accenna a diminuire anche se avete provato ad assumere almeno tre tipi diversi di antiipertensivi, di cui uno della categoria dei diuretici, potreste essere affetti da ipertensione resistente. L’ipertensione resistente si chiama così perché resiste alla terapia, anche chi riesce a tenere sotto controllo la pressione solo assumendo contemporaneamente quattro tipi di farmaci è considerato affetto da ipertensione resistente.

Se si soffre di ipertensione resistente non è automaticamente detto che la pressione non si abbasserà mai perchè, se voi e il vostro medico riuscite a capire che cosa c’è dietro alla pressione sempre molto alta, ci sono buone possibilità che riusciate a raggiungere il vostro obiettivo con l’aiuto della terapia più efficace. Se il vostro medico di famiglia non è in grado di scoprire la causa potrebbe essere necessaria una visita specialistica: è poi possibile che la pressione alta sia dovuta a un’altra malattia che non sapete di avere, ad esempio l’apnea notturna o problemi a reni. Probabilmente sarà necessario seguire con maggior attenzione i consigli relativi allo stile di vita.

Modificare lo stile di vita può essere utile per tenere sotto controllo l’ipertensione e per prevenirla, anche nel caso in cui siate già in terapia con farmaci antiipertensivi.

Seguite una dieta sana. Provate a seguire la dieta DASH, una dieta apposita per l’ipertensione, che dà la preferenza alla frutta, alla verdura, ai cereali integrali e ai derivati del latte a basso contenuto di grassi. Fate scorta di potassio, che vi aiuterà a prevenire e tenere sotto controllo l’ipertensione. Assumente meno grassi saturi e meno grassi in generale.
Diminuite la quantità di sale nella dieta. 2.400 milligrammi (mg) di sodio al giorno rappresentano il limite massimo per gli adulti sani, però limitare l’apporto di sodio a 1.500 mg al giorno avrà un effetto ancora più dirompente sulla pressione. È possibile diminuire la quantità di sale da cucina, magari rinunciano alla saliera, però si dovrebbe anche far attenzione alla quantità di sale nascosta negli alimenti conservati, come nello scatolame o nei surgelati.
Mantenete il peso forma. Se siete sovrappeso, potete diminuire la pressione dimagrendo anche solo di due o tre chili.
Fate più attività fisica. L’attività fisica regolare può aiutarvi a diminuire la pressione e a tenere il peso sotto controllo. Cercate di fare almeno mezz’ora di movimento al giorno.
Non eccedete con l’alcool. Anche se siete sani, l’alcool può far aumentare la pressione. Se scegliete di bere, fatelo con moderazione, e bevete al massimo un bicchiere al giorno se siete donne o avete più di 65 anni, oppure due bicchieri se siete uomini.
Non fumate. Il tabacco danneggia le pareti dei vasi sanguigni e velocizza il processo di indurimento delle arterie; il medico può aiutarvi prescrivendo un farmaco per smettere di fumare.
Combattete lo stress. Diminuite lo stress il più possibile. Imparate e mettete in pratica le tecniche per combatterlo, come il rilassamento e la respirazione profonda. Anche dormire a sufficienza potrà esservi utile.
Misuratevi la pressione a casa. La misurazione della pressione a casa può aiutare voi e il vostro medico ad avere misurazioni più ravvicinate, a capire se i farmaci sono efficaci e persino a riconoscere tempestivamente le potenziali complicazioni. Se la pressione è sotto controllo e ve la misurate a casa, magari potrete risparmiarvi qualche visita medica.

La dieta e l’esercizio fisico sono gli approcci migliori per diminuire la pressione, però anche alcuni integratori possono rivelarsi utili. Tra di essi ricordiamo:

Acido alfa linolenico,
Piantaggine argentata,
Cacao,
Olio di fegato di merluzzo,
Coenzima Q10,
Acidi grassi omega 3,
Aglio.
Fermo restando che è meglio inserire queste sostanze all’interno della propria dieta, vi ricordiamo che sono comunque disponibili sotto forma di capsule o pastiglie. Prima di aggiungere uno qualsiasi degli integratori che abbiamo elencato alla terapia antiipertensiva, chiedete consiglio al medico. Alcuni integratori, infatti, possono interagire con i farmaci e provocare effetti collaterali pericolosi.

È anche possibile praticare le tecniche di rilassamento, come lo yoga o le tecniche di respirazione, per rilassarsi e diminuire lo stress. Queste pratiche sono in grado di abbassare la pressione, ma l’effetto non è di lunga durata.




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