Innanzitutto dobbiamo sapere qual'è la differenza fra etologia e psicologia: l'etologia studia il comportamento del cane allo stato brado, mentre la psicologia studia i comportamenti e il carattere del cane che vive con l'uomo. La psicologia canina nasce intorno agli anni '70 e trae molti dei suoi elementi dallo studio della psicologia umana, e dagli anni '90 fa parte del bagaglio culturale del cinofilo moderno.
Quando parliamo di psicologia canina parliamo della conoscenza della mente del cane e quindi del suo carattere ossia dell'insieme di ciò che è stato trasmesso geneticamente al cane con l'aggiunta di ciò che deriva dalle sue esperienze. Le qualità caratteriali di un cane che dobbiamo conoscere per meglio comprenderlo e risolvere eventuali problemi sia suoi che del suo proprietario sono: il temperamento, la tempra, la docilità, la socialità, la vigilanza, l'aggressività, la combattività, la curiosità, la possessività. La conoscenza e lo studio di queste caratteristiche ci porteranno a meglio conoscere il cane per poter meglio capire se quel determinato cane corrisponde alle esigenze del suo padrone e del lavoro che intende fargli fare.
Molti esperti del campo sono, in primis, veterinari, poi addestratori, biologi e quanti altri, pur non avendo lauree appropriate, hanno una decennale esperienza alle spalle, fatta sui campi d’addestramento sotto la guida di ottimi maestri statunitensi ed inglesi.
Questa figura ha in sé i requisiti adatti per poter valutare la diade cane-padrone, le sue dinamiche e gli eventuali scompensi che si possono creare; scompensi che, in un buon numero di casi, sono causati da una cattiva gestione del cane da parte del padrone o da un investimento eccessivo che è stato fatto sull’animale.
Non va mai dimenticato infatti che il padrone spesso, tende ad attribuire al cane pensieri o atteggiamenti che sono propri della sfera umana; inoltre capita sovente che lo stesso padrone, o la famiglia di cui fa parte l’animale, attribuisca ad esso un ruolo sociale che non può e non deve appartenergli.
Essere in grado quindi di capire il proprietario, non solo nei suoi atteggiamenti manifesti, ma anche in un senso psicologico più profondo, può sicuramente aiutare a comprendere e migliorare il rapporto che questo ha con il cane, cercando di modificare così anche atteggiamenti “sgradevoli” che l’animale può manifestare.
Rivolgersi ad uno psicologo canino vuol dire soprattutto mettersi in gioco come padroni; cominciare a pensare che, se il proprio cane ha comportamenti “particolari”, questi possono essere derivati da una cattiva relazione che l’animale ha con il suo padrone.
Rivolgersi allo psicologo canino vuol dire soprattutto cambiare la prospettiva delle cose, cominciando a capire l’importante ruolo umano all’interno della vita del proprio amico peloso.
Spesso il proprietari di cani che manifestano problemi comportamentali vengono inviati dei veterinari o da addestratori allo psicologo canino quando, dopo aver provato vari “rimedi”, nessuno è venuto a capo del problema stesso o, molto più spesso, dopo il ripresentarsi del comportamento indesiderato del cane.
Molti padroni sono reticenti nel chiedere aiuto ad una figura così particolare come quella dello psicologo, in quanto partono del presupposto che è IL CANE che deve essere “curato” e non il proprietario. Molte volte però l’intervento in questione si rivela sostanziale per un cambiamento positivo della situazione che si è venuta a creare nella coppia uomo-cane.
In linea di massima, dopo il primo contatto del tutto informativo, lo psicologo vi chiederà di fissare un appuntamento nell’habitat abituale del cane: la vostra abitazione.
Le prime sedute, dove è auspicata la partecipazione di tutti i membri della famiglia, sono del tutto esplorative e lo psicologo, non solo osserverà il comportamento del cane ma anche quello con il quale lui e voi vi rapportate.
Acquisirà anche delle informazioni circa la vostra famiglia, sul perché e chi ha deciso di prendere un cane, sulle vostre abitudini, sulla vostra routine quotidiana.
Alcune domande vi potranno sembrare fuori luogo o poco attinenti allo scopo dell’incontro, ma servono a far comprendere bene le varie dinamiche che entrano in gioco nella famiglia dove è inserito il cane: più queste saranno chiare per lo psicologo, più sarà facile capire in che modo aiutare voi ed il vostro amico peloso a risolvere i problemi.
Dopo il primo incontro si focalizza l’attenzione sul problema esplicitato nella richiesta di aiuto e verranno fissate delle sedute di solito con cadenza settimanale dove il cane ed il proprietario incontrano lo psicologo ed insieme cominciano a lavorare.
Il lavoro e la metodologia di intervento varia molto a seconda della problematica da affrontare: alle volte è necessaria solo l’acquisizione di alcuni accorgimenti da parte del padrone e della famiglia perché la situazione si risolva, altre volte serve un vero e proprio “corso” per capire come comportarsi con il nostro amico, come stabilire con lui un rapporto sano e equilibrato, cercando così di risolvere la problematica affrontata alla base.
Lo psicologo quindi non sarà altro che un anello di congiunzione tra voi ed il cane, tra il mondo umano e quello canino.
Un buono psicologo canino dovrà essere in grado di farvi entrare nelle “zampe” del vostro cane, perché se sarete capaci di capirlo, saprete anche apprezzarlo nella sua unicità, con i suoi innumerevoli pregi e qualche difetto da mitigare.
Dall’altro lato, non dovrete mai dimenticare che, per la sua stessa formazione, lo psicologo saprà ascoltare e capire le possibili implicazioni emotive che vi portano ad avere atteggiamenti sbagliati verso il vostro amico peloso: non abbiate paura di aprirvi con lui, il suo dovere deontologico lo obbliga al rispetto della vostra privacy.
Comprendere la psicologia del cane può aiutarvi a vivere meglio e più armoniosamente con lui. Non ci si aspetta che diventiate degli esperti e non è nemmeno necessario, ma un po' di comprensione darà grandi risultati.
Da sempre i cani comunicano fra loro mediante il linguaggio del corpo: mimica facciale, posture, rumori e odori. I cani esprimono le proprie emozioni attraverso la bocca, gli occhi, le orecchie e la coda. Una delle ragioni che li rendono perfetti animali da compagnia è proprio la loro capacità di comunicare con l'uomo. Il vostro cucciolo vi vedrà come un'estensione della sua famiglia originaria, e sarà estremamente svelto a interpretare le vostre intenzioni e i vostri stati d'animo. Imparando a interpretare il linguaggio del suo corpo, anche voi avrete la chiave per capire le sue intenzioni.
Farsi grande: se il cucciolo si sente coraggioso o aggressivo, cercherà di apparire più grande stando ben dritto, con le orecchie e la coda ritti all'insù. Spingerà il petto in fuori e i peli del collo e della schiena gli si rizzeranno. Potrebbe anche ringhiare e agitare lentamente la coda.
Farsi piccolo: al contrario, un cane sottomesso cercherà di farsi piccolo piccolo e si comporterà come un cucciolo; fa così perché un cane adulto può "sgridare" un cucciolo, ma non attaccarlo. La sottomissione si esprimerà quindi con l'accucciarsi su un lato, con la coda bassa che si agita. Potrebbe anche tentare di leccare il volto del cane o dell'uomo dominante, o magari mettersi a pancia all'aria.
Quasi tutti sappiamo che lo scodinzolio è segno di amichevolezza e allegria. Se è esagerato, però, può essere un segno di sottomissione (vedi sopra) oppure una caratteristica dei cani con la coda molto corta. La coda indica anche altri stati d'animo. Agitata lentamente tenendola rigida, è espressione di collera; bassa e attaccata ai quarti posteriori indica che il cane ha paura. Un cane nervoso o ansioso di solito lascia penzolare la coda in uno scodinzolio rigido.
Il modo in cui un cane tiene la coda varia a seconda della razza, ma in generale la coda ritta con un angolo di oltre 45 gradi rispetto alla schiena esprime allerta e interesse.
Mimica facciale: anche il musetto del vostro cucciolo vi dirà molto sul suo stato d'animo: se è impaurito o nervoso, se è eccitato o ha voglia di giocare e molto altro.
Le orecchie ritte all'insù, ad esempio, indicano che è all'erta o in ascolto di qualcosa; se appiattite sulla testa, al contrario, possono esprimere piacere o paura. Per capire le emozioni che sta provando, dovrete quindi fare attenzione anche ad altri segnali: se ha gli occhi socchiusi, è un segno di piacere o sottomissione; se viceversa sono spalancati, indicano aggressività.
Guardatelo negli occhi: allo stato brado, i cani si fissano l'un l'altro fino a che uno dei due non abbassa lo sguardo o non sfida l'altro. Quindi non dovreste mai fissare negli occhi il vostro cane troppo a lungo, specialmente se è nervoso, anche se un regolare contatto degli sguardi lo rassicurerà e rinforzerà il vostro legame.
È un sorriso, quello? I cani sottomessi e alcune razze come il Labrador spesso aprono la bocca in una specie di "sorriso" un po' pendente sul lato, che infatti è un segno di amichevolezza. Ma se le labbra sono tirate indietro, rigide, a esporre i denti, attenzione: è segno di aggressività.
Dai, giochiamo: se il cucciolo ha voglia di giocare, solleverà una zampa o farà un inchino, abbaiando per attirare l'attenzione. O verrà da voi con un giocattolo in bocca, oppure salterà su un altro cane per giocare a farsi inseguire da lui.
Il vostro linguaggio del corpo: se volete migliorare il livello di comunicazione fra voi e il vostro cucciolo, imparate ad usare il vostro linguaggio del corpo. Ad esempio, accovacciarsi a terra spalancando le braccia è un segno di accoglienza. Invece, stare in piedi svettando su di lui e fissandolo è un atteggiamento di minaccia. Più che ascoltarvi, il cucciolo vi osserverà per interpretare i vostri segnali corporei e imparerà presto a comprendervi ancor prima che possiate aprire bocca.
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