martedì 5 gennaio 2016

LA SCARLATTINA



Prima dell'avvento degli antibiotici, la scarlattina rappresentava una delle principali cause di morte. Inoltre, talvolta, era responsabile per l'insorgenza di complicanze tardive come la glomerulonefrite e l'endocardite, quest'ultima poi spesso causa di problemi alle valvole cardiache spesso di esito infausto. I ceppi di streptococco di gruppo A che producono la tossina eritrogenica non sono intrinsecamente più pericolosi di altri ceppi che non lo fanno, essi infatti portano ad una diagnosi più facile per via della caratteristica eruzione cutanea.

La scarlattina è causata da un'esotossina pirogena, prodotta da alcuni ceppi di Streptococcus pyogenes (streptococchi beta emolitici di gruppo A). Questo patogeno può portare allo sviluppo della malattia reumatica.

La trasmissione, sebbene più complicata rispetto alle infezioni virali, avviene attraverso le vie aeree per contatto con il muco o la saliva di un paziente infetto (emesse ad esempio con un colpo di tosse o semplicemente parlando). Il batterio penetra così attraverso le mucose delle vie aeree superiori e determina l'infezione. Il picco di incidenza si verifica nel tardo autunno-inverno ed in primavera.

La scarlattina è una malattia esantematica dei bambini i cui sintomi sono febbre, arrossamento diffuso, faringotonsillite. E' causata dallo Streptococco beta-emolitico di gruppo A.

Il contagio avviene attraverso un contatto diretto con il muco o la saliva del paziente infetto, oppure con le goccioline respiratorie emesse con la tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando. Il batterio penetra attraverso le mucose delle vie respiratorie superiori. Il picco di incidenza si verifica nel tardo autunno, in inverno ed in primavera. È rara sotto i 2 anni di vita ed è più frequente in età scolare.

Ripetere la malattia è possibile, ma raro.

A differenza di rosolia, varicella ed altre malattie esantematiche, è l’unica provocata da batteri.

Non tutti i batteri streptococchi producono questa tossina e non tutti i ragazzi sono sensibili ad essa. Due bambini nella stessa famiglia possono avere entrambi infezioni da streptococco, ma un bambino (che è sensibile alla tossina), può sviluppare l’eruzione cutanea tipica della scarlattina, mentre l’altro può non manifestarla. Di solito, se un bambino ha questa eruzione cutanea scarlatta ed altri sintomi di infezione, deve essere trattato con antibiotici. Quindi, se un bambino manifesta questi sintomi, è importante chiamare il medico.

La malattia di solito inizia con febbre e mal di gola, ma il bambino potrebbe lamentare anche brividi, vomito e dolori addominali.

La lingua può avere un rivestimento biancastro ed apparire gonfia, talvolta così rossa ed irregolare da ricordare una fragola. La gola e le tonsille possono essere molto rosse e dolenti causando dolore alla deglutizione.

Uno o due giorni dopo l’esordio della malattia, appare la caratteristica eruzione cutanea scarlatta (ma può comparire prima dei sintomi descritti o fino a 7 giorni dopo), causata dalla produzione di una tossina da parte dei batteri.



L’eruzione cutanea appare in genere prima su collo, ascelle ed inguine, per poi diffondersi su tutto il corpo. Inizia come piccole macchie rosse piatte che gradualmente diventano sottili ed in rilievo e si avvertono al tatto come fossero carta vetrata. Le aree colpite dall’eruzione di solito diventano bianche quando si preme su di esse.

Sebbene le guance possano apparire arrossate, può rimanere una zona più pallida intorno alla bocca.

La pelle sotto il braccio, nel gomito e nelle pieghe dell’inguine potrebbe apparire di un rosso più luminoso rispetto al resto del rash (linee di Pastia).

L’eruzione sfuma generalmente in circa 7 giorni, dopodichè la pelle potrebbe  iniziare a formare squame soprattutto intorno alla punta delle dita di mani e piedi e nell’area inguinale: questo processo potrebbe durare fino a diverse settimane .

Il periodo di massima contagiosità si ha durante la fase acuta dell’infezione (quando cioè compaiono l’esantema e la febbre), prima di questa fase la trasmissione è possibile ma sicuramente meno probabile. Il paziente non è invece più contagioso a 48 ore dall’inizio della terapia antibiotica.

Il periodo di incubazione della scarlattina è variabile da 1 a 5 giorni.

La diagnosi avviene essenzialmente attraverso la sola visita medica, soprattutto in presenza del caratteristico esantema, ed eventualmente attraverso la conferma di un tampone faringeo.

È infine possibile che il medico richieda anche esami del sangue relativi al titolo antistreptolisinico (TAS), che aumenta progressivamente nelle 2-3 settimane successive.

Non esiste un vaccino per prevenire il mal di gola da streptococco o la scarlattina,

Non esiste un modo sicuro per evitare il contagio, quindi quando un bambino è a casa malato è sempre più sicuro tenere le posate e i bicchieri in cui  mangia e beve separati da quelli di altri membri della famiglia e lavarli accuratamente con acqua calda e sapone.

Fondamentale il lavaggio frequente ed accurato delle mani.

Il rash di scarlattina di solito svanisce il sesto giorno dopo l’inizio del mal di gola, ma la pelle che è stata coperta dall’eruzione cutanea può iniziare a sfaldarsi. Questo spellamento può durare fino a 10 giorni.

Con un trattamento antibiotico l’infezione in genere viene curata con un ciclo di 10 giorni, ma può essere necessaria qualche settimana perché le tonsille ed il gonfiore delle ghiandole tornino alla normalità.

I bambini contagiati devono rimanere a casa dalla scuola o dall’asilo per almeno 24 ore dal momento della prima dose di antibiotico.

Se il bambino ha un’eruzione cutanea e il medico sospetta scarlattina, può effettuare una coltura della gola (un prelievo indolore effettuato con batuffolo di cotone imbevuto di secrezioni della gola) per vedere se i batteri crescono in laboratorio, oppure un più rapido tampone in ambulatorio.

Una volta che l’infezione è confermata, il pediatra probabilmente prescriverà per il vostro bambino un antibiotico da somministrare per circa 10 giorni.

Un bambino con mal di gola da streptococco può trovare doloroso mangiare, perciò è necessario offrirgli alimenti morbidi o, se necessario, una dieta liquida. Includete tè caldo lenitivo e zuppe nutrienti, bibite analcoliche fresche, frappè e gelati. Assicuratevi che il bambino beva molti liquidi.

Utilizzare un umidificatore per aggiungere l’umidità all’aria può contribuire a lenire il mal di gola, mentre un asciugamano umido e caldo può aiutare a lenire il gonfiore delle ghiandole intorno al collo del bambino.

Se l’eruzione cutanea causa prurito, assicuratevi che le unghie del vostro bambino siano tagliate corte, in modo che la pelle non sia danneggiata dai graffi.

Le possibili complicazioni della scarlattina sono:

Febbre reumatica (una malattia infiammatoria che può interessare il cuore, articolazioni, pelle e cervello);
Malattie renali (in particolare un’infiammazione dei reni, chiamata glomerulonefrite post-streptococcica);
Infezioni dell’orecchio (otite media);
Infezioni della pelle;
Ascessi della gola;
Polmonite (infezione polmonare);
Artrite (infiammazione delle articolazioni).
La maggior parte di queste complicanze possono essere prevenute mediante il trattamento con antibiotici.

La scarlattina in gravidanza non provoca malformazioni fetali e l’eventuale contagio al momento del parto, per contatto con una possibile colonizzazione vaginale, è decisamente poco probabile anche se non impossibile.

Esiste invece un rischio di parto pretermine, anche in questo caso se l’infezione colpisce anche il tratto vaginale.

In generale quindi si consiglia di evitare inutili esposizioni al contagio, ma non è necessario allarmarsi in caso di infezione o contatto con pazienti con scarlattina; è comunque bene informare il proprio ginecologo per valutare con lui un eventuale tampone vaginale e/o una copertura antibiotica.




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