sabato 9 gennaio 2016

L'IPNOSI



Recentemente l’ipnotismo è diventato una pratica accreditata. Il Consiglio Generale Medico di Gran Bretagna ha riconosciuto questa disciplina come scienza e molti medici scelgono di usarla per i loro percorsi terapeutici sui pazienti.
 
L’ipnotismo non è una tecnica recente. Era conosciuto già prima della civiltà greca e addirittura prima che fossero costruite le piramidi. Tremila anni fa era coltivato e praticato dai sacerdoti Indù che ne perpetuarono segreti e misteri.
Fu il medico tedesco Franz Anton Mesmer, verso la fine del XVIII secolo, a richiamare l’attenzione dei popoli civili e del mondo scientifico sulla pratica dell’ipnotismo. Mesmer richiamò l’attenzione sul «magnetismo animale» in base al quale il fluido magnetico si accumulava nei corpi viventi e poteva essere trasmesso da un individuo a un altro con differente potenza e ricettività.

Così lo spirito «scientifico» di questo metodo cominciò a farsi strada ed ebbe ulteriore risalto e diffusione con il chirurgo scozzese James Braid che escluse le basi «magnetiche» della pratica ma riconobbe il sistema come vera e propria scienza cambiandogli il nome da «mesmerismo» a «ipnotismo».

I grandi passi avanti di questo metodo si devono anche all’influenza americana. Furono infatti gli studiosi d’oltreoceano a definire l’«ipnotismo» una scienza mentale, esatta e sottoscritta quanto la psicologia, la medicina e la geologia. Sempre l’America ha stabilito che questo sistema può essere imparato da chiunque data la sua semplicità. Pare infatti che alla base di qualsiasi tentativo di influenza sugli altri si utilizzino proprio tecniche basiche di ipnosi.

Il termine (dal greco "hypnos", sonno) fu introdotto da James Braid nella prima metà del XIX secolo per le analogie che a quel tempo sembravano esserci fra le manifestazioni del sonno fisiologico e quelle che si avevano in quella condizione particolare che si pensava creata dai magnetizzatori. Prima delle ricerche di Franz Anton Mesmer (1734 - 1815) tutti i fenomeni che oggi possono essere fatti rientrare in specifiche potenzialità dell'immaginazione erano considerati isolatamente come manifestazioni divine o diaboliche, oppure il risultato di pratiche magiche. Mesmer formulò la teoria del magnetismo animale (1779), ma tale teoria fu condannata dall'Accademia delle Scienze e dalla Facoltà di Medicina di Parigi (1784). Un'importante revisione delle teorie di Mesmer fu proposta dal medico inglese James Braid (1785-1860). Braid diede un'interpretazione fisiologica al fenomeno studiato e introdusse il termine ipnosi, derivato dal greco hypnos, sonno.

Di ipnosi si occupò anche Sigmund Freud (1856-1939), ma la transitorietà dei risultati terapeutici, la laboriosità dei procedimenti ipnotici, la limitazione delle applicazioni terapeutiche e, forse non ultima, l'individuazione da parte sua di “un misterioso elemento” di natura sessuale, spinsero Freud ad abbandonare l'ipnosi e a creare un nuovo metodo: la psicoanalisi. Con la morte di Jean-Martin Charcot (1893) e l'inizio della psicoanalisi cominciò per l'ipnosi un periodo di decadenza.

Un certo risveglio di interesse per l'ipnosi si ebbe durante la prima guerra mondiale, quando con tale metodo si iniziarono a trattare le nevrosi traumatiche di guerra, ma soltanto dopo la seconda guerra mondiale l'atteggiamento della comunità scientifica nei confronti dell'ipnosi migliorò. In particolare in questo periodo il dottor Milton Erickson (1901 –1980), che fu presidente e fondatore della Società americana di ipnosi clinica e membro dell'Associazione americana di psichiatria, dell'Associazione americana di psicologia e dell'Associazione americana di psicopatologia, riprendendo la lezione di uno degli allievi di Charcot, Jean Leguirec, sviluppò un'ipnositerapia chiamata "ipnosi ericksoniana", che permette di comunicare con l'inconscio del paziente. Questo tipo di ipnosi è molto simile ad una normale conversazione ed induce una trance ipnotica nel soggetto.

Nel 1949 venne fondata negli USA la Society for Clinical and Experimental Hypnosis, che nel 1959 divenne Società internazionale. Nel 1957 venne fondata una seconda associazione, l'American Society of Clinical Hypnosis. In particolare nel 1958 l'American Medical Association riconobbe l'ipnosi come metodo legittimo di cura in medicina e in odontoiatria. Nel 1969 l'American Psychological Association creò una sezione di psicologi che si interessavano prevalentemente di ipnosi. In Inghilterra, nel 1955 la British Medical Association riabilitò ufficialmente l'ipnosi.

In Italia la prima Associazione scientifica per lo studio e l'applicazione dell'ipnosi, l'A.M.I.S.I. (Associazione Medica Italiana per lo Studio dell'Ipnosi), si costituì nell'aprile del 1960.

Nella XIV edizione dell'Enciclopedia Britannica, anno 1954, venne pubblicata una delle prime definizioni di ipnosi su base scientifica. L'autore era Milton H. Erickson (1901-1980), uno psichiatra diventato famoso soprattutto per i suoi studi sull'ipnosi clinica (ha pubblicato complessivamente oltre 150 articoli sull'argomento nell'arco di 60 anni di lavoro e ricerca). Erickson ha definito l'ipnosi come un tipo molto particolare di comportamento complesso e insolito, ma normale, che in condizioni opportune può essere sviluppato probabilmente da tutte le persone comuni e anche dalla gran parte di quelle che hanno problemi di salute.



Si tratta principalmente di una speciale condizione sia psicologica sia neuro-fisiologica nella quale la persona funziona in un modo speciale, un modo in cui la persona può pensare, agire, e comportarsi come nel normale stato di coscienza o anzi anche meglio, grazie all'intensità della sua attenzione e alla forte riduzione delle distrazioni. In questa situazione focalizzata, la persona che sta funzionando ipnoticamente non solo mantiene la capacità di usare la volontà o la ragione, ma dimostra anche di essere meno manipolabile, al punto che non è in alcun modo possibile costringerla ad agire contro il suo volere.

Anzi, gli stessi fallimenti dell'ipnositerapia dimostrano che a volte è difficile persino raggiungere gli obiettivi che pure si desiderano fortemente. La sola relazione ipnotica utile (tra ipnotista e soggetto ipnotico) è quindi quella basata su una profonda e sincera collaborazione al fine di raggiungere gli obiettivi personali dell'interessato. Dato che l'esperienza ipnotica è molto individuale, essa mantiene un carattere inesplicabile e affascinante, ma per questo stesso motivo continua a rimanere esposta a persone che cercano di sfruttarla in direzioni non scientifiche e anche a sperimentatori con buone intenzioni, ma privi di una competenza ipnotica sufficiente. Ciò vale anche per chi opera in ambito clinico con l'ipnosi (infermieri, operatori sociali, ipnologi-hypnotherapist, medici, psicologi, terapeuti, e personale paramedico).

Ad esempio, nell'ipnosi l'eventuale processo terapeutico non dipende affatto dalle parole o dalle azioni dell'operatore, come comunemente si crede, ma deriva interamente da una riorganizzazione interna che solo il paziente medesimo può portare a termine in un ambiente favorevole (Erickson, 1948). Inoltre l'esperienza ipnotica è straordinariamente più importante e riabilitante di qualsiasi ingiunzione o suggerimento (Erickson, 1944). Infine, ciò che si sviluppa in trance deriva dalle attività del soggetto ipnotico e non dalle suggestioni (Erickson, 1948), e inoltre l'operatore non può controllare né la trance né i fenomeni ipnotici (Erickson, 1962 e 1967).

Il termine: "Ipnosi" proposto da James Braid non è certo quello più adeguato per sintetizzare e descrivere quanto avviene in quella condizione particolare di funzionamento dell'organismo umano detta ipnosi. In detta condizione sono coinvolti aspetti neuro-psicofisiologici particolari, una relazione interpersonale, e l'impiego di potenzialità specifiche del soggetto (lo stesso Braid nel 1847 sostituì il termine ipnosi con monoideismo).

Attualmente l'ipnosi è definita negli ambienti universitari come la manifestazione plastica dell'immaginazione creativa adeguatamente orientata in una precisa rappresentazione mentale, sia autonomamente (autoipnosi), sia con l'aiuto di un operatore con il quale si è in relazione".

È inoltre opportuno differenziare i termini: ipnosi e ipnotismo, intendendo con "ipnosi" lo stato particolare, psicofisiologico (trance) del soggetto e con "ipnotismo" la metodica e le tecniche impiegate dall'ipnotizzatore per realizzare l'ipnosi.

Diverse sono ancora oggi le teorie e le interpretazioni del fenomeno che si confrontano. In termini neurofisiologici l'ipnosi viene interpretata come condizionamento, apprendimento, inibizione ed eccitazione corticale e in termini psicologici, è interpretata come rapporto interpersonale, come suggestione, come gioco di ruoli, come regressione e come transfert; e alcuni addirittura sostengono che l'ipnosi non esista in quanto per spiegare i fenomeni osservati non è necessario ricorrere al concetto di ipnosi. Tutti punti di vista plausibili e tutti rientranti in ciò che oggi sappiamo essere l'ipnosi. L'ipnosi non è altro che "la manifestazione plastica dell'immaginazione creativa adeguatamente orientata". Quest'ultima è la definizione fatta propria dal CIICS (Centro Italiano di Ipnosi Clinica e Sperimentale).

Con la conoscenza sempre più approfondita del fenomeno, nel tempo, sono stati proposti da autori diversi neologismi sostitutivi del termine "ipnosi", ma nessuno finora ha avuto fortuna come il vecchio termine. I concetti che si avvicinano molto a quello che oggi si pensa essere l'ipnosi, sono forse quelli proposti da A. Romero nel 1976 di "eidosi", fatto derivare dal greco èidos (aspetto, figura) e da G. Tirone 2005 di "geniosi" (potenzialità dell'immaginazione creativa).

Sono diverse le potenzialità dell'ipnosi documentate scientificamente. Il soggetto in ipnosi può modificare la percezione del mondo esterno; può percepire stimoli che in realtà non ci sono e non percepire quelli che sono presenti; può distorcere percezioni di stimoli effettivamente esistenti creando illusioni.

In ipnosi è possibile modificare il vissuto sensoriale; il vissuto di schema corporeo e in particolare è possibile un controllo del dolore. Il soggetto in ipnosi può orientare con facilità la propria introspezione nei diversi settori del suo organismo, può ampliare o ridurre le sensazioni che provengono dall'interno del suo corpo, può alterare i parametri fisiologici avvertibili come il battito cardiaco, il ritmo respiratorio, la temperatura cutanea.

Con l'ipnosi è possibile entrare nella propria storia e variare i criteri di elaborazione dell'informazione in ingresso; è possibile modificare i significati che il soggetto ha dato in passato alle sue esperienze fruendo delle alternative che possedeva. Si possono ottenere dei cambiamenti nella continuità della memoria (amnesie parziali o totali).

È inoltre possibile accentuare la possibilità di ricordare; è possibile che il soggetto ricordi esperienze anche molto remote.

I meccanismi psicodinamici regolatori del comportamento sono più accessibili e le resistenze sono più facilmente superate. In ipnosi variano i parametri di valutazione spazio-temporali e la valutazione critica.

Le emozioni sono una risposta dell'organismo a momenti dell'esistenza. Mentre nello stato di veglia il controllo volontario delle emozioni pare essere un compito particolarmente arduo, in ipnosi queste possono essere amplificate o ridimensionate; e vi è inoltre la possibilità di passare repentinamente da un'emozione all'altra in relazione ai suggerimenti che vengono impartiti dall'ipnotista.

Attraverso l'ipnosi il soggetto può apprendere a smorzare la sua risonanza emotiva. Il senso dell'Io può essere distaccato da un'ampia varietà di tipo di informazioni e situazioni ai quali è normalmente applicato. In un soggetto in regressione d'età l'emergere di un ricordo con tonalità affettiva particolarmente coinvolgente può essere vissuto non come esperienza propria ma semplicemente come informazione neutra attinta dalla memoria. Il senso dell'Io può anche essere distaccato dal proprio corpo come avviene per la non percezione del dolore.

In ipnosi esiste la possibilità di alterare la qualità e la quantità del controllo della muscolatura volontaria, della motilità e in particolare di modificare alcune modalità di funzionare del nostro organismo, credute al di fuori di ogni controllo volontario, quali quelle del sistema neurovegetativo, del sistema neuroendocrino e del sistema immunitario. Tutte le possibilità di comportamento elencate non possono essere ovviamente pensate come realizzabili allo stesso livello da tutti i soggetti, almeno immediatamente, in quanto sono coinvolti predisposizione genetica e tempi di apprendimento.

Le tecniche di gestione dell'ipnotismo, specialmente in ambito terapeutico, sono cambiate nel tempo in relazione alla maggior conoscenza e ai diversi criteri di interpretazione del fenomeno. Si è transitati dai "passi" di Franz Anton Mesmer, dalle tecniche che cercavano di indurre rilassamento e sonno, dalle suggestioni dirette all'eliminazione dei sintomi, per giungere con Milton Erickson e altri studiosi alle elaborate tecniche di visualizzazioni guidate e di regressioni di età orientate alla definizione e rielaborazione delle dinamiche inconsce per finalità psicoterapeutiche.



Le tecniche elaborate nel tempo sono state verbali, gestuali, attive, passive, di tensione, di rilassamento, dirette, indirette, mascherate, esplicite, accompagnate da comunicazioni visive, tattili, sonore e posturali.

Oggi che l'ipnosi non è più solo interpretata come uno stato rigido da ricercare (trance) per poi inserire suggestioni, ma come un modo di funzionare dinamico caratterizzato dall'abilità del soggetto a realizzare ideoplasie (monoideismi plastici) attraverso l'orientamento adeguato della propria rappresentazione mentale, si sono ben definiti i criteri per l'elaborazione di tecniche efficaci.

È necessario che l'ipnotista abbia ben chiaro e ben definito l'obiettivo da raggiungere, ossia qual è l'idea che deve esprimersi plasticamente, qual è il comportamento da realizzare e qual è la rappresentazione mentale che li definisce in maniera adeguata. L'idea da realizzare deve essere fatta propria dal soggetto con cui si opera perché possa attivarsi il dinamismo atteso.

Perché la rappresentazione mentale possa essere espressa in termini fisici e/o di comportamento deve essere "carica della valenza giusta" (credenza, motivazione, aspettative, orientamento e attenzione). Un ulteriore accorgimento, è che, ovviamente, l'azione definita dall'obiettivo deve essere di possibile realizzazione per il soggetto in virtù della sua costituzione psicofisica e delle sue potenzialità di apprendimento.

Le fonti più remote, nelle diverse culture, che fanno pensare all'uso dell'ipnosi in ambito terapeutico illustrano tale impiego prevalentemente rivolto al controllo del dolore, quindi come metodica analgesica. Da quando l'ipnosi è maggiormente conosciuta come modalità particolare del funzionare umano, che può essere tecnicamente controllata da esperti professionisti, è utilizzata in ambito extraterapeutico nello spettacolo, nello sport e nella ricerca, e in ambito terapeutico nelle diverse specializzazioni della medicina, della psicologia clinica e dell'odontoiatria.

L'utilizzo dell'ipnosi nella terapia è detta ipnoterapia, o meglio "ipnositerapia" (per evitare confusioni con la terapia del sonno) ed è un lavoro clinico, ossia si tratta di impiegare lo stato e le dinamiche dell'ipnosi in una strategia terapeutica. Essa, poiché viene discutibilmente considerata una tecnica psicoterapeutica, in Italia può essere applicata solo da professionisti abilitati (medici, psicologi e odontoiatri).

Nel Regno Unito la professione di Ipnoterapeuta (Hypnotherapist) è una professione indipendente a cui si accede dopo formazione specifica - presso Scuole riconosciute dalle principali Associazioni professionali quali per citarne alcune APHP, HA, NCH, NCP - della durata generica di un anno. Tuttavia per il mantenimento dell'iscrizione agli elenchi di tali Associazioni è necessaria la supervisione continua formale (stipulata per contratto con un supervisore accreditato) con un numero di sessioni che varia in rapporto al numero dei clienti e l'aggiornamento continuo professionale (CPD - Continuous Professional Developement). Lo stesso vale in alcuni Stati degli U.S.A. L'APA (Associazione degli Psicologia Americani) non considera l'ipnoterapia come psicoterapia. Nel Regno Unito la ipnositerapia è considerata medicina complementare. In Italia ci sono alcune scuole di formazione in ipnosi che rilasciano attestati di ipnotista e scuole di specializzazione post laurea in psicoterapia ipnotica.

L'ipnositerapia attraverso le sue svariate metodiche, che spaziano dall'intervento diretto sul sintomo a sofisticate strategie di ristrutturazione di credenze e di personalità, può essere utilizzata da molti specialisti nel contesto delle loro specifiche competenze.

Gli studi in psicobiologia ed in psiconeuroendocrinoimmunologia hanno dimostrato che è possibile stimolare la risposta immunitaria per la cura di patologie della pelle e di allergie respiratorie. Ricerche scientifiche dimostrano una risposta immunologica anche nei tumori, con l'aumento dei linfociti T e NK, però solo in via del tutto temporanea, pertanto inutile ai fini terapeutici. La difficoltà dell'ipnosi nel campo della PNEI è stata determinata principalmente dalla difficile standardizzazione dei risultati, e da una ricerca con dei criteri applicativi non rigidissimi. Nella fattispecie, i risultati ottenuti si differenziano sia in base alla suggestionabilità del soggetto, che alle capacità del terapeuta. Ciò comporta che due campioni differenti in termini di suggestionabilità, e due terapeuti differenti in termini di tecnica di induzione e carisma/capacità intrinseche comunicative-relazionali, potrebbero produrre risultati molto differenti.

L'uso delle tecniche ipnotiche in diversi campi ha prodotto numerose attività diversamente definite; tra esse:
Ipnosipedia: l'impiego dell'ipnosi nell'apprendimento. Il suo impiego è finalizzato ad aumentare la concentrazione, a realizzazione monoideismi che esaltino le capacità intellettuali e, attraverso suggerimenti post-ipnotici, è possibile rafforzare la personalità ed aumentare la motivazione allo studio.
Ipnosi per lo sport: riguarda tecniche utilizzate per la preparazione psicologica degli atleti in diverse discipline sportive.
I risultati che si possono ottenere con l'impiego dell'ipnosi con gli atleti sono:
1) il raggiungimento di rilassamento sia muscolare che mentale, il che favorisce il controllo del tono muscolare e dello stato emotivo,
2) il controllo dell'ansia pre-agonistica,
3) il recupero della fatica fisica e mentale.
Ipnosi per scopi militari.
Ipnosi nei programmi spaziali.
Ipnosi da palcoscenico.
Ipnosi per lo studio di fenomeni paranormali.
Ipnosi "illegale", applicazioni extracliniche per finalità illecite, solitamente truffaldine.

L'autoipnosi è la realizzazione dello stato ipnotico su se stessi. In ambito clinico l'ipnotista impartisce al paziente delle istruzioni particolari affinché apprenda a entrare autonomamente nello stato ipnotico. All'inizio dell'apprendimento, per agevolare la realizzazione della trance, possono essere utili delle audiocassette con la voce registrata del terapeuta. Con l'allenamento e l'esperienza migliora sempre più l'abilità del soggetto a realizzare l'ipnosi.

L'autoipnosi può essere utilizzata per gli stessi obiettivi per i quali è impiegata l'ipnosi eterodiretta: correzione di comportamenti inadeguati (mantenere una dieta, smettere di fumare ecc.), controllare emozioni (ansie varie), realizzare stati di distensione, terapia regressiva, etc..

Sulle presunte regressioni a vite passate, alle quali secondo alcuni autori (ma senza alcuna evidenza scientifica oggettiva) si accederebbe attraverso un percorso ipnotico a ritroso, Aureliano Pacciolla in un suo libro afferma che alcuni ricordi affascinanti delle vite trascorse, in realtà sono solo il frutto della fantasia del soggetto in quanto, dopo aver cercato in biblioteche e in antichi documenti non ha trovato corrispondenza fra i racconti dei pazienti e i documenti rilevati né di luoghi, né di nomi, né di famiglie, né di abitazioni con i fatti raccontati. Di opposto parere sono altri ricercatori quali Ian Stevenson (1966), Brian Weiss, (1997) e Angelo Bona (2001), che hanno portato evidenze opposte.

Secondo altri studiosi invece, gli avvenimenti che un soggetto è sollecitato a ricordare attraverso metodiche di regressione d'età in ipnosi è espressione di quanto è registrato come proprio vissuto, e ciò non è detto che coincida con fatti "oggettivi", ma può essere espressione psicologica delle sue elaborazioni consce e inconsce; pertanto, sempre secondo questi, un soggetto in ipnosi può ricordare degli avvenimenti che sono talvolta reali e talvolta frutto della sua fantasia, anche se dal soggetto sono affermati come reali. Altri, per spiegare la concordanza dei ricordi con fatti realmente accaduti in epoche passate ricorrono alla teoria della trasmissione dei ricordi per via genetica. Su questo punto non c'è concordanza tra le varie teorie, per tale ragione sul piano giuridico testimonianze ottenute tramite ipnosi non hanno valore (questa parrebbe essere la situazione in Italia ma negli U.S.A., ad esempio, l'ipnosi forense è molto sviluppata). Per la stessa ragione potrebbero essere di fantasia i ricordi ottenuti con l'ipnosi di rapimenti da parte di extraterrestri e esperienze di vite passate.

In Svezia è stato creato un reality in cui sono stati sottoposti ad ipnosi da un ipnoterapeuta di fama alcune persone comuni con lo scopo di verificare se le esperienze delle vite passate vissute dai pazienti sottoposti ad ipnosi fossero immaginarie o reali cercando di verificare quanto più possibile nelle zone "vissute in altre vite" e se c'erano anche altri dati verificabili. Spesso sono state riscontrate corrispondenze esatte di vecchie chiese e con nomi (marito/sposa) verificati su vecchi registri; non vi sono però indagini scientifiche né di enti garanti che abbiano verifica la genuinità dello spettacolo. La trasmissione/reality si intitolava "Backtrack Sweden" ed è stata tradotta anche in Italiano dall'emittente satellitare Sky ("Backtrack Sweden - Tracce dal passato").




Scientificamente viene definita come ipnosi uno "stato modificato della coscienza". Si tratta cioè di uno stato naturale, caratterizzato da calma e chiarezza mentale, che permette al paziente di accedere più facilmente alle proprie emozioni e sentimenti. Il paziente così è in grado di risvegliare energie latenti, risorse interiori, che lo guideranno nell'adozione di  comportamenti più adeguati.

I migliori risultati si sono ottenuti nel trattamento dei sintomi d'ansia, d'angoscia, delle manifestazioni fobiche e di quelle ossessive. Aiuta in modo decisivo e definitivo i forti fumatori o i grandi mangiatori ad interrompere le proprie abitudini nocive. E' efficace contro lo stress e disturbi correlati: insonnia, contratture muscolari, mal di schiena, coliti, ulcere e  cefalee. Tramite l'ipnosi si aiuta a vincere la paura, l'ansia degli interventi odontoiatrici, o del parto; si può ottenere l'analgesia parziale o totale utile per aumentare la soglia del dolore e provare quindi meno sofferenza. Si possono poi ottenere grandi risultati per debellare sintomatologie psicosomatiche, per fortificare il carattere, per acuire la carica mnemonica, per affievolire l'emozione durante esami scolastici, gare sportive, conferenze, nonché nelle timidezze eccessive e nell'immaturità caratteriale, quindi per ottenere un'ottima interazione sociale. L'ipnosi può inoltre essere utilizzata in associazione ad altre forme di intervento, con un significativo miglioramento reciproco.

Le sedute durano circa 45-60 minuti e vengono ripetute a distanza di alcuni giorni (in genere settimanalmente); la durata della terapia può variare dalle 3-4 sedute, nei casi più semplici, ad un numero 3-4 volte maggiore. Il risultato ottenuto può essere definitivo o può essere necessario  ripetere qualche seduta a distanza di tempo.

Se qualche volta vi siete "persi" nella lettura di un libro, nell'ascolto di un brano musicale, nell'assistere ad un film o ad un'opera teatrale, ebbene siete stati ipnotizzati. Praticamente tutti sono stati ipnotizzati o meglio si sono auto ipnotizzati almeno una volta.

I migliori soggetti tendono ad essere quelli con intelligenza media o sopra la media, dotati di forte motivazioni e dell'abilità a concentrarsi.

Durante una seduta d'ipnosi non si perde la coscienza, ma anzi la nostra attenzione sarà più ricettiva, più pronta, in grado di reclutare gli strumenti necessari per raggiungere i risultati desiderati. Ma la nostra coscienza resterà sempre vigile. Con l'ipnosi non è possibile indurre a fare azioni contro la morale o il desiderio del paziente.

Il punto distintivo più significativo che distingue l'ipnosi dal sonno è la concentrazione stimolata. Il sonno è una condizione di concentrazione diminuita, la condizione ipnotica è invece caratterizzata da un aumento di concentrazione.

Fin dai primi giorni della gravidanza, il corpo della donna si trasforma per accogliere una nuova vita. I cambiamenti non riguardano solo il fisico ma anche il mondo mentale ed emotivo. Il supporto psicologico con l'ausilio dell'ipnosi si dimostra un valido aiuto per questa sua particolare fase della vita.
Con il supporto psicologico, in particolare, potremo alleviare i piccoli disagi della gestante, facilitando il rapporto con il proprio corpo e le proprie emozioni e preparandola ad affrontare il momento della nascita in maniera più consapevole.  Con l'ipnosi poi potremo aiutare la donna a rilassarsi a trovare dentro di sé le risorse, la forza, l'energia per vivere al meglio questo momento meraviglioso.
Gli obiettivi, in sintesi, sono: vivere una gravidanza il più possibile serena, sapendone gestire i sintomi, stare con se stesse e comprendere il proprio corpo, essere più consapevoli delle proprie emozioni, imparare ad ascoltarsi e saper gestire le ansie e le paure che condizionano il presente, condividere con altre donne le proprie esperienze.

Gli incontri possono essere individuali o di gruppo. In gruppo il percorso è strutturato in otto incontri. Si alternano esercizi di rilassamento e momenti di condivisione delle esperienze vissute.
Spesso la gravidanza e il parto vengono vissuti con preoccupazione, ma invece possono rappresentare momenti di serenità e di crescita personale e di coppia. L'essenziale è affrontarli preparati, fiduciosi nelle proprie risorse e soprattutto liberi da ansia e angoscia.
Partendo proprio dall'efficacia che l'ipnosi ha dimostrato nella gestione dell'ansia, nel rinforzo dell'Io e nel controllo del dolore, è stato elaborato un progetto di preparazione al parto che renda la futura madre in grado di viverlo nel miglior modo possibile.
L'ipnosi è un  valido alleato per raggiungere uno stato di benessere interiore e di tranquillità e per attingere a potenzialità personali ancora inespresse. Durante l'induzione ipnotica si produce nella donna un rilassamento piacevole, una distrazione dell'attenzione, una aspettativa ottimistica con incremento dell'autostima. Introducendo poi adeguate suggestioni per ottenere una alterazione della percezione, il sollievo dal dolore risulterà ancora maggiore fino a diventare totale. La mente razionale si alleggerisce sino a liberarsi delle componenti sociali e ansiose del dolore e si afferma, rafforzandosi, la mente emozionale così da far emergere l'imprinting di quelle conoscenze innate che assecondano fisiologicamente l'espletamento del parto.
La preparazione al parto mediante l'ipnosi rappresenta un eccellente metodo per rompere il circolo vizioso "ansia-dolore-ansia-dolore", riducendo in modo evidente il rischio di danni materni e fetali.
Mediante la tecnica ipnotica non si annulla il dolore, ma lo si modula. La sensazione dolorosa, pur essendo presente, giunge alla coscienza della partoriente che si trova in uno stato modificato (la trance). Il segnale-dolore può essere percepito in modo attenuato e tollerabile. Soprattutto esso interferisce meno con la dilatazione in atto.
Tra i vantaggi oggettivi vi è quindi la riduzione dei tempi del travaglio, l'aumento dell'indice di vitalità del feto, la riduzione di interventi cruenti sul canale vaginale e di manovre estrattive del feto, la riduzione di emorragie ed il periodo di ripresa della puerpera più rapido e completo.
A ciò si aggiunge un miglior approccio ad un eventuale taglio cesareo e una migliore ripresa clinica e psicologica in fase post operatoria, con un minor dolore nell'assestamento dell'utero, una più rapida ripresa dell'intestino ed un minor periodo di immobilizzazione a letto.
E' inoltre documentato come questa esperienza, pur finalizzata all'evento parto, produca un miglioramento complessivo della persona. Le risorse individuali, mobilitate e rinforzate dall'ipnosi, possono divenire un patrimonio stabile ed accessibile nei momenti di bisogno.
Per ultimo, ma non di minore importanza, ricordiamo il beneficio generale che le donne ricavano dall'uso dell'ipnosi. Questo strumento potrà infatti venire utilizzato, anche successivamente al parto, in ogni momento della vita.

Il periodo della menopausa è un'altra fase della vita in cui la donna vive dei cambiamenti fisici e psicologici che influiscono sulla sua mente e sul suo corpo. Nella maggior parte dei casi questi cambiamenti sono accompagnati da sintomi fisici (vampate di calore, emicrania, sudorazione, insonnia) e sintomi psicologici (ansia, irritabilità, variazioni dell'umore, labilità emotiva e tendenza al pianto).
A questo si possono aggiungere situazioni faticose in famiglia e sul lavoro: incomprensioni con il partner e con i figli, maggior stanchezza, minor tolleranza ai cambiamenti.
Per questo si crea spesso una situazione diffusa di malessere che finisce per investire diversi aspetti della vita della donna. E' importante sapere che esistono numerose possibilità alternative per affrontarla e superarla.
Il supporto psicologico, ad esempio, è finalizzato ad acquisire una maggiore presenza mentale; l'ascolto e l'accettazione dei propri stati d'animo, favorisce una maggiore serenità, un migliore equilibrio interiore con effetti positivi sulla qualità della vita. Con l'ipnosi si aiuta la donna a rilassarsi e auto-rilassarsi a gestire la propria ansia e a far emergere le risorse, le energie necessarie per affrontare al meglio la nuova situazione.

Alla base dei problemi di infertilità, oltre alle cause organiche, possono esserci anche altri fattori. Molti dei quali sono ancora oggetto di studio e approfondimento. Tra questi compare certamente lo stress. Oltre alle cure della medicina tradizionale quali ad esempio la fecondazione artificiale, quindi, è possibile ricorrere alle medicine dolci: omeopatia, agopuntura, supporto psicologico e ipnosi.
Particolare attenzione è stata rivolta al sistema immunitario e all'apparato sessuale.
Non sono ancora del tutto noti i meccanismi d'azione dello stress sulla fertilità; tuttavia è chiaramente riconosciuta l'influenza del sistema nervoso centrale sulla regolazione dei neuro trasmettitori e degli ormoni come, ad esempio, la prolattina e le gonadotropine.
Le stesse terapie tradizionali contro la sterilità sono spesso lunghe, costose e dolorose, trasformandosi alla fine in fonte di ansia e preoccupazione per la coppia; sentimenti che prevalgono nella donna (anche se ad essere sterile è il partner) e che, generando stress, non agevolano la riuscita delle cure.
Il supporto psicologico, con l'ausilio dell'ipnosi, è quindi indicato nei casi di stress psichici che sono responsabili di squilibri ormonali e che si riflettono negativamente sulla riproduzione; ma anche nel caso di conflitti di coppia irrisolti, o a seguito di un precedente aborto; questo allo scopo di attivare l'intelligenza del corpo, permettere di elaborare - e al tempo stesso di eliminare - blocchi mentali ed emozionali che possono incidere sul concepimento o sul portare avanti una successiva gravidanza.
Ovviamente vanno escluse prima di tutto eventuali cause organiche. Le terapie dolci non vogliono sostituirsi alla fecondazione assistita e non garantiscono la sicurezza del concepimento; ma rappresentano comunque una via efficace che in molti casi vale la pena di tentare.

Il fumo esercita la propria azione dannosa rispetto alla gravidanza in molti modi. Non ha solo effetti nocivi sul feto, ma ancora prima è causa di riduzione della fertilità. La nicotina riduce la contrattilità delle tube, ostacolando l'incontro degli ovociti con gli spermatozoi. Il fumo, inoltre, fa diminuire i livelli di progesterone e rende difficile l'annidamento dell'uovo fecondato nella mucosa uterina, danneggiandone la maturazione. E ancora. Determina una più alta incidenza di aborto spontaneo. Il consumo di tabacco, dopo il 4° mese, induce nel bimbo una riduzione dell'altezza, deficit mentali e comportamentali, aumenta l'incidenza di affezioni broncopolmonari e, a lungo termine, il rischio di cancro. Infine, le donne fumatrici vanno in menopausa più precocemente delle non fumatrici, la nicotina poi influenza l'equilibrio endocrino centrale della donna, con alterazioni del ciclo ovulatorio.
Il sostegno psicologico e l'ipnosi possono certamente aiutare a smettere di fumare. Gli incontri possono essere individuali o di gruppo. In entrambi i casi il  programma è strutturato in 2 incontri da 1 ora ciascuno.



Piero Angela, avvalendosi di un'indagine del suo collaboratore Marco Visalberghi, ha messo in dubbio, nel libro Viaggi nella scienza, la reale efficacia dell'ipnosi nel recuperare ricordi del passato o addirittura di vite precedenti, sostenendo che essa sia sovente una forma di suggestione in cui il soggetto ipnotizzato non riporta alla memoria ricordi attendibili, ma accoglie fantasie suscitategli al momento, che poi, tornato lucido, qualifica come reali. In un altro libro (Nel cosmo alla ricerca della vita) Piero Angela ha mostrato che sotto ipnosi possono essere ricordate come reali delle esperienze che in passato si sono intensamente immaginate ma che non sono state vissute nella realtà.

Fra i pregiudizi diffusi sull'ipnosi (da cui derivano le riserve di alcuni pazienti) vi è quello secondo cui essa consentirebbe il controllo della mente e la perdita di coscienza. Questa idea, che corrisponde all'immagine dell'ipnosi riportata più frequentemente nella narrativa, nel cinema, nella fiction, e soprattutto in televisione, è fuorviante. Più corretto è dire che l'ipnosi fa vivere al soggetto un'esperienza di trance, senza tuttavia modificarne la personalità (e quindi, per esempio, la volontà o i principi morali).

Giuridicamente sono contemplati i reati con l'ipnosi, intendendo con ciò quei casi in cui si induca con la suggestione un soggetto a compiere un illecito. Esempio: un ipnotista suggestiona un individuo in modo da fargli credere che egli è nel proprio letto armato di un coltello, e che la persona che ha di fronte è un malvivente che ha appena ucciso la sua famiglia e ora vuole uccidere anche lui. La responsabilità di un'azione simile è di chi ha indotto la suggestione.

Oggi, grazie a tecniche di indagine sofisticate (risonanza magnetica funzionale, tomografia a emissione di positroni) sappiamo che il funzionamento ipnotico per sua natura ha poco o nulla di psicologico, in quanto l'ipnosi produce evidenti alterazioni neurofisiologiche, e questo avviene in modo non farmacologico, naturale, e sovente anche spontaneo. Per questo motivo non ha alcun senso confinare l'ipnosi al solo ambito clinico. Molti parlano di ipnositerapia, ma ad esempio Erickson ha affermato che una cosa come l'ipnositerapia non esiste (Seminars, Workshops, and Lectures of MHE, vol. IV), perché l'eventuale processo terapeutico non dipende affatto dalle parole o dalle azioni del terapeuta, come comunemente si crede, ma deriva interamente da una riorganizzazione interna che solo il paziente medesimo può portare a termine in un ambiente favorevole (Erickson, 1948). In pratica il presunto ipnoterapeuta è soltanto un mezzo.

Un altro pregiudizio è che l'ipnosi sia meramente suggestione. Per quanto appena detto è abbastanza ovvio che l'esperienza ipnotica è straordinariamente più importante e riabilitante di qualsiasi ingiunzione o suggerimento (Erickson, 1944). Infine, ciò che si sviluppa in trance deriva dalle attività del soggetto ipnotico e non dalle suggestioni (Erickson, 1948), e inoltre il terapeuta non può controllare né la trance né i fenomeni ipnotici (Erickson, 1962 e 1967), per cui i vari test che tentano di misurare oggettivamente la fenomenologia ipnotica perdono validità, dato che l'ipnosi è per sua natura una delle espressioni più soggettive e variabili della personalità. Nell'approccio ericksoniano il terapeuta non conta quasi nulla se non come mezzo di collaborazione, mentre il paziente acquista un valore enorme e quasi assoluto. Lo scopo della relazione ipnotica è dunque quello di facilitare un lavoro personale del quale spesso sanno ben poco sia l'operatore sia lo stesso soggetto ipnotico. Ma forse è proprio qui che troviamo l'aspetto più affascinante, profondo, e ricco dell'ipnosi come esperienza personale molto forte e significativa.

Infine, si tenga conto che il principio di autorità è finito con il Medioevo. A quel tempo per dimostrare qualcosa si diceva: "ipse dixit", l'ha detto lui (Aristotele). Oggi sembra che stia accadendo la stessa cosa con Erickson, il cui nome viene citato per dare credibilità a certe affermazioni. Di questo fenomeno Erickson si era già lamentato nel 1964 in un suo editoriale.

Nel campo della fenomenologia ipnotica la psicobiologia è anche la scienza che si interessa dei rapporti tra psiche e soma mettendo in evidenza vie e mezzi attraverso cui essi si realizzano. Partendo dal dato di fatto che l'emisfero cerebrale sinistro è l'emisfero della logica ed il destro quello dell'emozione, l'esperienza nell'emisfero sinistro è registrata preminentemente come parola, nell'emisfero destro è conservata come emozione. Ciò viene descritto ed illustrato ad esempio da Ronald Shone, riportando un esperimento fatto su un soggetto che aveva subìto la resezione dei peduncoli cerebrali del corpo calloso.

Il nostro psichismo dispone di una energia vitale complessiva da cui originano le cariche psicodinamiche che esplicano, secondo la loro natura, una azione favorevole o meno sull'organismo. Le parole, le idee, le immagini, le emozioni, man mano che entrano a far parte del vissuto e quindi dell'esperienza della persona, provocano una eccitazione psichica ed acquisiscono una carica psicodinamica che ne ricalca il significato. Tale carica può essere utilizzata, secondo il principio dei riflessi condizionati, usando come stimolo suggestivo proprio la parola o l'immagine o l'emozione, che l'hanno realizzata. L'idea di benessere utilizza l'energia insita in essa per realizzare la sensazione di benessere. L'idea di paura utilizza la sua energia per realizzare una sindrome fobica. L'idea di levitazione e di trascinamento di un braccio in alto determina il suo alleggerimento e sollevamento verso l'alto. E così può dirsi per ciascuna altra idea o immagine o parola suggestiva. Nel momento in cui una persona richiama alla sua mente una idea e la mantiene per un po' di tempo, questa idea realizza il suo contenuto (ideoplasia). È una legge dell'interazione mente-corpo trasformare in azione le cariche contenute nelle idee. Se si sottopone all'attenzione di una persona in trance una idea che richiama una carica psicodinamica da cui ci si aspetta una determinata azione, questa, dopo un tempo di latenza ragionevole, si realizza, come ci si attendeva. Le parole, le idee, le immagini richiamano e mobilitano nel cervello psichico le energie che ricalcano, le quali, a loro volta, danno origine ad eventi a catena per evidenziare un'azione a livello periferico.

Durante lo stato ipnotico si può influire su tutte le funzioni dell'organismo abolendole, inibendole, potenziandole o normalizzandole. Le vie di cui la mente si serve per influire sul somatico, sul viscerale o sull'umorale sono le stesse di cui si serve lo stress per provocare i suoi effetti. Dal punto di vista neurofisiologico, la mente comunica col corpo principalmente attraverso il sistema ipotalamo-limbico, centro di affluenza di stimoli provenienti dal talamo e quindi dalla corteccia, dal sistema limbico e dal sistema reticolare. L'ipotalamo poi funziona come un trasformatore di energia perché trasforma l'informazione neuronale (fornita di energia psichica) in informazione neurormonale che mediante messaggeri raggiunge la periferia. Tutte le strutture sono collegate tra loro sia mediante fibre nervose che mediante ormoni, neuropeptidi, neurotrasmettitori, che interagiscono tra loro mediante uno sviluppato comportamento a feedback.

Il funzionamento del sistema nervoso autonomo porta in periferia l'informazione in maniera digitale (mentre quella di ormoni, peptidi e mediatori è di tipo analogico). Attraverso queste vie si possono ottenere risultati terapeutici significativi.

Gli esperimenti condotti in ipnosi tengono conto delle conoscenze scientifiche attuali, in particolar modo di quelle psicobiologiche che riguardano i mediatori che portano i messaggi in periferia. Ciò permette di reinterpretare tutta la fenomenologia e le relative risposte terapeutiche, per renderle utilizzabili in medicina.

L'ipnosi è un metodo terapeutico riconosciuto e verificato sperimentalmente da oltre un secolo.

Sebbene non sia molto conosciuto e praticato in Italia, trova piena legittimazione nel principio della libertà terapeutica e nel riconoscimento da parte della comunità scientifica. L'ipnosi come intervento sanitario (sia come intervento psicologico-clinico e/o psicoterapeutico, che come terapia di affezioni con componente organica o come terapia del dolore) dovrebbe essere praticata solamente da chi sia abilitato all'esercizio di una professione sanitaria.
In altra parole: in un contesto terapeutico l'ipnotista deve avere la qualità di medico o psicologo, od anche, in relazione all'impiego nella terapia del dolore, odontoiatra. Ogni altro impiego per finalità cliniche, diagnostiche o terapeutiche da parte di persona non abilitata integra il reato di esercizio abusivo di professione, previsto e punito all'art. 348 del codice penale.
È ovvio che il terapeuta dovrà conoscere adeguatamente l'ipnosi, come deve conoscere bene tutti i metodi terapeutici o diagnostici pertinenti alla sua specializzazione, e dovrà valutare in scienza e coscienza i possibili vantaggi e rischi dell'eventuale terapia. È altrettanto ovvio che non potrà procedere alla terapia senza il consenso informato del paziente ovvero di chi ne ha la legale rappresentanza, genitore, tutore o curatore speciale.
Il vigente codice penale, promulgato nel 1930, menziona espressamente l'ipnosi in due punti. L'art. 613 del codice penale punisce chiunque mediante suggestione ipnotica o in veglia, sostanze alcooliche o stupefacenti ponga una persona, senza il di Lei assenso, in stato d'incapacità d'intendere o volere. La punibilità non è esclusa se chi presta il consenso è minore di anni diciotto, infermo di mente, ovvero in stato di deficienza psichica per altra infermità ovvero abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti, ovvero il consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o suggestione ovvero carpito con l'inganno.
La pena è la reclusione fino ad un anno. La pena è la reclusione fino a cinque anni se il colpevole ha agito col fine di far commettere un reato ovvero se la persona resa incapace commette, in tale stato, un fatto previsto dalla legge come reato. L'art. 728 del codice penale prevede un'ipotesi contravvenzionale. Chiunque ponga taluno, col suo consenso, in stato di narcosi od ipnotismo ovvero esegua sul medesimo un trattamento che ne sopprima la coscienza o la volontà è punito, se dal fatto deriva pericolo per l'incolumità della persona, con l'arresto da uno a sei mesi ovvero con l'ammenda da Euro 30,00 a 516,00. È ammessa l'estinzione del reato mediante oblazione. La predetta norma non si applica se il fatto è posto in essere, per finalità scientifiche o di cura, da persona che esercita una professione sanitaria.






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