L'insorgenza di cancro aumenta notevolmente con un aumento del rischio del 400 %, che l'uso eccessivo (ma parliamo di soli 30 minuti al giorno protratti per diversi anni) può indurre, inoltre è stata riscontrata una riduzione della fertilità nell'uomo e se ciò non bastasse, non dimentichiamo i danni cerebrali che sembra siano notevoli, tanto maggiori quanto maggiore è l'uso che si fa del dispositivo. Più vulnerabili a tali onde elettromagnetiche sono i bambini, gli adolescenti e le donne in gravidanza.
Le radiazioni dei telefoni cellulari e dei ripetitori determina un aumento dei tumori, cancro al cervello, sterilità ed infertilità irreversibile, danni al DNA delle cellule nel corpo, aumento dei radicali liberi (predisponenti al cancro), leucemie, produzione di proteine da stress sia nell'uomo che nell'animali, debilitazione del sistema immunitario, stimolazione e maggior reattività con conseguente insorgenza di patologie allergiche, danni a carico dell'orecchio e della percezione uditiva irreversibili, danneggiamento del sistema visivo e delle cellule epiteliali dell'occhio, diminuzione dei livelli di melatonina fattore regolatore del sonno e protettivo per i tessuti. Infine anche l'insorgenza di malattie come il morbo di parkinson possono essere favorite dalle onde elettromagnetiche derivanti dall'uso di questi device.
Se è vero che l'uso dell'auricolare può ridurre sensibilmente i danni provocati dall'uso attivo del cellulare e altresì vero che il device si connette al ponte radio più volte al giorno, mentre PC e tablet sono dannosi specie se utilizzati in connessione, è anche vero che il bombardamento elettromagnetico che ogni individuo subisce, anche in maniera passiva, all'interno delle abitazioni e talvolta, anche all'esterno delle stesse, è elevatissimo, Ridurre l'uso dei device ed attuare le norme di sicurezza (auricolare, disconnessione quando si utilizzano i device per altri motivi, "modalità aereo" inserita su tablet e cellulari ecc.) , possono aiutare a difendere la propria salute, insieme ovviamente ad un uso non sconsiderato dei device. Non vanno dimenticati i campi elettromagnetici e le onde nocive generate da tutti gli elettrodomestici, ed in particolare modo, dal forno a microonde un elettrodomestico che andrà utilizzato con parsimonia, avendo l'accortezza di non soggiornarvi nelle vicinanze durante il suo uso.
Tra i paesi europei, l’Italia è di certo quello con la maggior percentuale di apparecchi cellulari procapite: ognuno ne possiede almeno uno e molti ne hanno anche un secondo, con un numero utilizzato per il lavoro o per ragioni personali. Inoltre, con il boom commerciale dei tablet e degli smartphone, anche i più piccini sono muniti di connessione a internet e chiamate, giochi o sms illimitati per comunicare con i loro coetanei.
Per capire se realmente le onde elettromagnetiche dei cellulari sono nocive ci vorrà ancora qualche anno ma per il momento l’International Agency for Research on Cancer – IARC – le ha definite potenzialmente pericolose, posizionandole al livello 2B della scala di riferimento. Questo è uno standard di misura che definisce la quantità di radiazioni assorbite dal corpo umano, che si traducono in un leggero riscaldamento dei tessuti, chiamato SAR (Specific Absorption Rate). Molte aziende produttrici di cellulari hanno acconsentito ad indicare su ogni modello i valori del singolo prodotto, espressi in Watt per Kilo e il cui limite di tolleranza è di 1.6 W/Kg negli Stati Uniti e di 0.8 in Europa. In molti però hanno elencato le conseguenze più evidenti della contaminazione delle onde elettromagnetiche: aumento dell’incidenza di Alzheimer, neoplasie diffuse (leucemia, glioma, neuroma acustico, per fare qualche esempio), sclerosi multipla e glaucoma, tutti disturbi di cui farebbe volentieri a meno e che sono altresì molto pericolosi per la salute e la vita.
Quando si parla di pericolosità delle onde radio si pensa subito ai cellulari, spesso considerati i peggiori nemici della nostra salute perché oggetti di uso comune e quotidiano. In realtà, l’inquinamento elettromagnetico di cui si parla da anni, detto elettrosmog, non dipende solo da questi apparecchi telefonici ma anche da altri dispositivi che saltano meno all’occhio, come antenne radiofoniche, televisive e radar presenti sul territorio. Gli attivisti e ambientalisti lottano regolarmente con le amministrazioni locali per impedire l’istallazione di nuovi dispositivi o per eliminarne degli altri, spesso inutilmente.
Anche se è evidente che sono i cellulari a destare maggiore preoccupazione, visto il gesto di avvicinarli all’orecchio e quindi alla testa, non bisogna dimenticare che se si vogliono ottenere dei risultati importanti è bene combattere su più fronti. Ciò non si traduce necessariamente in una battaglia contro le nuove tecnologie ed il progresso ma, finché non si avranno risultati certi in merito, è bene limitare gli eventuali e supposti danni alla salute. Ecco alcuni consigli: preferire gli sms alle chiamate o utilizzare, durante le conversazioni telefoniche, l’altoparlante o l’auricolare, il quale diminuisce del 90% le onde elettromagnetiche emesse dall’apparecchio.
La colpa è delle interferenze elettromagnetiche con cui i telefoni mobili possono condizionare l’attività dei dispositivi medici impiantati per ripristinare il corretto funzionamento elettrico del cuore. Non sempre i due supporti interagiscono, ma se ciò accade il cuore può fermarsi: fino a innescare una sincope, ovvero una perdita di coscienza momentanea dovuta all’interruzione dell’afflusso di sangue al cervello.
Nel corso di una ricerca 308 pazienti, dotati di un pacemaker o di un defibrillatore, sono stati esposti al campo elettromagnetico generato da tre degli smartphone più diffusi posti sulla loro cute: all’altezza del dispositivo cardiaco. I telefoni sono stati messi alla prova nella pienezza delle loro funzioni - ovvero telefonando, scambiando messaggi, utilizzando la connessione alla rete - e sfruttando le diverse reti di comunicazione: Gsm (2G), Umts (3G) e Lte (4G). L’obiettivo era rilevare, attraverso gli elettrocardiogrammi, l’effetto dell’interazione tra un dispositivo che regola l’attività elettrica del cuore e i più moderni cellulari presenti oggi sul mercato.
L’interferenza elettromagnetica è stata registrata in uno dei 308 soggetti osservati e ricondotta dai ricercatori all’azione che le onde emesse dal cellulare hanno svolto sul device che regola l’attività del cuore. Nonostante la bassa casistica, il riscontro ottenuto su un paziente cui era stato impiantato un defibrillatore compatibile con la risonanza magnetica è bastato per far ribadire al direttore del dipartimento di elettrofisiologia del German Heart Centre di Monaco, che «i pazienti con un dispositivo cardiaco possono utilizzare uno smartphone, ma non dovrebbero mai riporlo in una tasca posta al di sopra del pacemaker. Quando lo usano per telefonare, sarebbe più sicuro se usassero l’orecchio opposto al lato in cui risulta impiantato il dispositivo». Alla tasca di una camicia o di una giacca, dunque, è meglio prediligere quella dei pantaloni. Il messaggio è rivolto agli oltre cinquantamila italiani che ogni anno ricorrono all’impianto di un pacemaker e al milione di cittadini che con esso convivono nel mondo.
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