Se avete deciso di darvi alla corsa, fareste bene a partire col piede giusto per godere appieno dei numerosi benefici che offre questa “medicina” a costo zero, piacevole, con poche controindicazioni e, che in vista della prova costume, potrebbe rivelarsi anche una valida alleata per perdere qualche chilo di troppo.
La prima cosa da fare è un controllo medico sportivo per verificare lo stato di salute complessiva e l’assenza di controindicazioni, soprattutto a livello cardiovascolare (ipertensione, aritmie, malattie della valvole cardiache). Se si ha una certa età, bisogna anche essere certi che le articolazioni di anche, ginocchia e caviglie possano reggere le sollecitazioni dello jogging. In alternativa conviene accontentarsi della camminata veloce. Stabilita l’idoneità, è saggio iniziare in modo graduale, alternando camminata a corsa, dando così tempo all’organismo di dare il là a una serie di trasformazioni positive che rendono più forti e resistenti. Attenzione alla scelta delle scarpe, che devono essere concepite per il running. Ai principiante conviene usare calzature ammortizzate, mentre i professionisti possono utilizzare anche le ultraleggere.
Essendo lo jogging un’attività aerobica, a trarne vantaggio è innanzitutto l’apparato cardiovascolare. Man mano che si intensifica la corsa e la si pratica con regolarità nell’organismo avviene una piccola rivoluzione: diminuiscono la pressione, la frequenza cardiaca, il colesterolo “cattivo” (Ldl), la glicemia (glucosio nel sangue) e aumenta il colesterolo buono (Hdl). Tutte queste variazioni metaboliche si traducono in un minor rischio di diabete, ictus, infarto e trombosi in generale. Migliora anche la capacità polmonare, si dorme meglio e si tiene alla larga l’osteoporosi. La corsa è un toccasana anche per il cervello, perché favorisce la produzione di endorfine e di altri oppioidi naturali, le encefaline, che riducono l’ansia e migliorano l’umore. Se non bastasse, correre aiuta a dimagrire. Se si corre a lungo e spesso, i chili di troppo se ve vanno senza troppe difficoltà, altrimenti meglio abbinare una dieta ipocalorica equilibrata. Un corretto stile di vita, con un’alimentazione sana, alcolici con moderazione e senza sigarette, è consigliabile a tutti per godere appieno i benefici dell’attività fisica.
Per allenarsi in modo corretto è utile seguire semplici accorgimenti. Innanzitutto, curare l’idratazione, bevendo un paio di bicchieri d’acqua mezz’ora prima di correre, e poi anche durante l’attività, soprattutto se si suda molto. L’obiettivo di un principiante non dev’essere correre veloce per molti chilometri, ma riuscire a farlo il più a lungo possibile. Correre “una tantum” non serve a molto, meglio essere regolari, almeno due o tre volte a settimana, dopo aver recuperato la seduta precedente. Anche se il programma di allenamento che ci si è prefissati è abbastanza blando, conviene sempre farlo precedere da un breve riscaldamento, per esempio con qualche esercizio a corpo libero e alcuni minuti di camminata a passo spedito: un avvio graduale prepara all’attività e riduce il rischio di infortuni. Infine, visto che spesso per un principiante è difficile trovare gli stimoli per uscire a correre, può essere utile trovare un compagno con cui condividere fatica e gioie della corsa.
La corsa femminile è stata spesso oggetto di pregiudizi, molti dei quali, purtroppo, avvelenano ancora il contatto della donna con il running, anche se, per onestà, molte cose sono cambiate in meglio negli ultimi quindici anni.
È comunque importante sottolineare che ancora troppe donne non riescono a interpretare correttamente il gesto atletico, soprattutto per mancanza di conoscenze specifiche. Compito di ogni runner dell’altro sesso è informare l’amica, la compagna o la moglie che vogliono iniziare a correre, puntualizzando subito le cose più importanti.
Non lasciatevi influenzare da chi giudica il vostro stile di corsa o i vostri tempi. Voi correte per voi stesse.
Non lasciatevi influenzare da chi vi suggerisce (perché siete donna!) un allenamento blando.
Il test del moribondo (altresì noto come Fit People Test) applicato a un campione di popolazione fra i 23 e i 60 anni darebbe circa i seguenti risultati: uomini positivi 15%, donne positive 4%. Ricordo che si tratta di percorrere 10 km in un’ora. Si potrebbe subito obiettare che per le donne, fisiologicamente più deboli degli uomini, si dovrebbe o diminuire la distanza o dilatare il tempo. In realtà, fisiologicamente fra un uomo e una donna ci sono circa 20?/km di differenza. Anche tenendo conto di questa correzione (6’20?/km per le donne e 6’/km per gli uomini), la percentuale di donne in grado di superare il test non arriverebbe alla metà della percentuale dei maschi.
Se consideriamo anche il risultato della prova di ammissione all’accademia di Modena effettuato diversi anni fa (correva l’anno 2003) dove solo 41 donne su 569 riuscirono a superare i quattro test fra cui il più duro si era rivelato essere l’ultimo, ovvero percorrere un chilometro in 4’30”, si deve concludere che lo sport ha grossi problemi a entrare nell’universo femminile. Se è vero che l’educazione fisica nelle scuole è particolarmente carente per bambine e ragazze, è altrettanto vero che moltissime donne cercano di seguire un’alimentazione corretta e frequentano le palestre.
Le battaglie femministe purtroppo non sono riuscite a far emergere la donna nel mondo dello sport, anzi si direbbe che abbiano avuto come unico effetto quello di allontanarla: da un lato donne in carriera che per essere uguali agli uomini imitano la parte peggiore della psicologia maschile (cioè la dedizione al lavoro per raggiungere il successo, la fama, i soldi), dall’altro donne che, rifiutando il femminismo, continuano ad alimentare una visione tradizionale (direi preistorica) della donna, tutta votata (direi immolata) all’amore per il compagno, per i figli, la famiglia. Ciò che manca è cioè il giusto compromesso che si è invece realizzato in altri Paesi dove la donna ha affermato sé stessa senza perdere di vista la qualità della vita e senza entrare in una competizione continua con l’uomo.
È vero che moltissime donne sono a dieta, leggono ogni pagina di fitness delle riviste femminili, vanno in palestra ecc., ma è anche vero che la motivazione non è quasi mai l’efficienza fisica, ma piuttosto l’apparire belle e desiderabili per l’uomo. Così da una parte troviamo le anoressiche (deboli e magre anziché forti e magre), dall’altra tutte quelle per cui andare in palestra o rinunciare alla brioche è uno sforzo immenso, che vale la pena fare finché non si è trovato l’uomo della propria vita.
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