domenica 4 ottobre 2015

LE PUZZETTE



La parola flatulenza deriva dal latino flato, dalla radice greca bhla, phla, cioè il soffio inteso come prodotto del rigonfiamento, del riempimento, rinforzato ancora dalla desinenza latina ulentus, e cioè in maniera abbondante. Questo termine è usato soprattutto in medicina e nell'italiano corretto, ma viene spesso sostituito con altri termini dialettali, popolari o volgari. Non va confuso con l'altro termine medico, il meteorismo (dal greco meteoros = sollevare, stare in alto), termine che si limita a indicare la sola produzione e ritenzione di gas i quali, non essendo evacuati, risalgono, appunto, nel tratto gastro-intestinale, dando luogo a dei problemi, uno tra tutti il rigonfiamento dell'addome.

Il termine popolare scorreggia (e varianti dialettali) deriva dall'espressione colloquiale appunto dell'atto di scorreggiare, con due ipotesi etimologiche: la prima quella di slacciare la correggia (dal latino corium=cuoio), antico nome della cintura dei pantaloni, per facilitare, appunto, la discesa dei gas intestinali; la seconda ipotesi è che il termine derivi dal greco kor-kor-y-ghe, un'antica onomatopea che indicava il gorgogliare, inteso sempre come rumore intestinale (un analogo etimo onomatopeico greco è alla radice del termine "borborigmo").

Il termine popolare peto (e varianti, quali petto, petta) invece deriverebbe dal latino perditum (a sua volta dal greco perdo e dal sanscrito pardami) poi trasformato in peeditum, peedo, cioè perdita, intesa proprio come il rilascio di gas intestinali.

L'essere umano rilascia mediamente da 0,5 a 1,5 litri di gas al giorno suddivisi in 11-25 flatulenze circa. Una flatulenza è composta principalmente da gas inodori come l'azoto (ingerito), l'ossigeno (ingerito), il metano (prodotto da archea anaerobici), il biossido di carbonio (prodotto dai batteri anaerobi o ingerito), l'idrogeno (prodotto da alcuni e consumato da altri). L'azoto è il principale gas rilasciato. Il metano e l'idrogeno sono infiammabili, perciò alcune flatulenze, se innescate, possono prendere fuoco. Non tutti gli esseri umani producono una flatulenza contenente metano. Per esempio, in uno studio delle feci di nove adulti, solo cinque campioni contenevano batteri capaci di produrre questo gas. Il gas rilasciato ha di solito un cattivo odore che deriva principalmente da una piccola percentuale di acidi grassi come l'acido butirrico (odore di burro rancido) e da composti di zolfo come il solfuro di idrogeno (odore di uova marce) e il solfato di carbonile che sono il risultato della decomposizione delle proteine.

Nell'ultimo tratto dell'intestino crasso, la flatulenza giunge all'ano con lo stesso meccanismo delle feci, causando una sensazione simile, cioè di urgenza e di disagio, quindi con il relativo rilascio dei gas attraverso la muscolatura volontaria dello sfintere. Il rumore caratteristico è prodotto dalla fuoriuscita veloce del gas attraverso le pareti anali. Qui lo sfintere avendo una componente elastica si dilata in seguito alla pressione del gas, statico, interno al retto fino a quando il gas inizia ad uscire aumentando la sua velocità. La pressione in prossimità del lato interno dell'ano a questo punto diminuisce a causa dell'effetto venturi e di perdite di carico in seno al gas. Lo sfintere elastico si richiude, la pressione aumenta di nuovo e il ciclo riparte fino ad esaurimento del quantitativo di fluido. Il processo descritto avviene in realtà rapidamente e le aperture/chiusure dello sfintere hanno frequenze dell'ordine delle decine di Hz. Si determina così un rumore caratteristico della flatulenza le cui frequenze sono legate in generale alla pressione e temperatura di ristagno del gas nel retto e all'anatomia specifica dell'ano considerato. Si può affermare in generale che le flatulenze più rumorose non sono percepite come puzzolenti a causa del fatto che non contengono una concentrazione elevata di composti organici aromatici. Infatti esse sono solitamente costituite da sacche di aria deglutita intrappolate nell'intestino e compresse dallo scorrimento delle feci. La pressione e la quantità di gas è elevata e dunque si mette in atto il processo vibrazionale descritto precedentemente. Al contrario le flatulenze prodotte da emissione gassosa delle feci in seguito a processi dovuti ai batteri sono ricche di componenti aromatici e perciò sono quelle dall'odore più pungente. Esse hanno però quantità e pressione più bassa e quindi riescono a venire espulse dall'ano con flusso continuo con caduta di pressione irrilevante, senza determinare il fenomeno vibrazionale e quindi in maniera silenziosa.



Il gas intestinale è formato al 90% da aria ingerita attraverso il naso e la bocca e al 10% da gas prodotto nel tratto digestivo. I gas endogeni sono un sottoprodotto della digestione di certi alimenti. I cibi che provocano flatulenza sono solitamente ricchi di carboidrati complessi (specialmente oligosaccaridi come l'inulina) e comprendono fagioli, ceci, latte, cipolle, patate dolci, scorze di agrumi, formaggio, castagne, anacardi, broccoli, cavoli, carciofi, avena, lievito presente nel pane, ecc. Un'eccessiva flatulenza provoca motilità intestinale e quindi feci liquide.

Nei fagioli, i gas endogeni sembrano derivare dagli oligosaccaridi, carboidrati resistenti alla digestione: essi passano attraverso l'intestino superiore pressoché inalterati, e quando raggiungono l'intestino inferiore vengono assaliti dai batteri che se ne cibano, producendo abbondanti quantità di gas.

Nei pazienti con deficit di lattasi, la presenza di lattosio nei cibi può causare un'eccessiva produzione di gas associata a crampi e diarrea. L'abolizione o almeno la riduzione di prodotti caseari nella dieta migliora nettamente la sintomatologia.

La percezione di un eccessivo passaggio di gas attraverso il retto o di un'eccessiva presenza di gas nell'addome (meteorismo) può non essere dovuta a un aumento della quantità, ma a disturbi della motilità intestinale o a un abbassamento della soglia del dolore, secondario a patologie come ulcera peptica, patologie della colecisti, rettocolite ulcerosa, malattia di Crohn, diverticolite. In questi casi l'eccessiva flatulenza può accompagnarsi a calo ponderale, dolore addominale localizzato, diarrea, sangue nelle feci. La presenza di questi sintomi di accompagnamento deve far sospettare la presenza di una patologia organica e va pertanto indagata con esami quali rettosigmoidoscopia, colonscopia o anche ecografia addomino-pelvica per identificare eventuali malattie della colecisti o masse extra-intestinali.

Alcune spezie neutralizzano la produzione di gas intestinali, specialmente origano, cumino, anice e semi di finocchio e gli affini curcuma, assa fetida e kombu (un'alga marina detta anche kelp utilizzata nella cucina giapponese). A scopo preventivo è comune l'uso di aggiungere 2-3 semi di finocchio o un pezzetto di kombu alle zuppe di verdure e di legumi.

Anche i probiotici (yogurt, kefir, Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus bifidus, ecc.) e i prebiotici possono ridurre la flatulenza se usati per ristabilire l'equilibrio della flora intestinale; usati in eccesso, tuttavia, possono creare uno squilibrio che aumenterebbe la flatulenza.

I prodotti a base di carbone vegetale sono efficaci nel ridurre l'odore e la quantità delle flatulenze se prese subito prima dei pasti.

L'integrazione di enzimi digestivi può ridurre sensibilmente la quantità di flatulenze se queste sono causate da alcune componenti non digerite dei cibi. Gli enzimi lattasi, lipasi, proteasi, cellulasi, saccarasi, invertasi, diastasi di malto e pectinasi sono disponibili, da soli o in combinazioni, nei prodotti commerciali. Quando non interessano la produzione stessa dei gas intestinali, agenti con una bassa tensione superficiale possono ridurre le spiacevoli sensazioni legate alla flatulenza, aiutando il dissolvimento dei gas in materia liquida o fecale.



È anche utile ingerire piccole quantità di liquidi acidi insieme ai pasti, come succo di limone o aceto, per stimolare la produzione di acido cloridrico, che a sua volta incrementa la produzione di enzimi. Questo facilita la digestione e può limitare la produzione di gas.

Biancheria intima e imbottiture al carbone attivo possono effettivamente ridurre gli odori delle flatulenze, ma questi prodotti non attutiscono il suono. Maggiore sicurezza si può ottenere con l'uso di deodoranti e profumi. Bisogna prestare attenzione alla scelta del profumo usato per combattere l'odore, con note floreali e agrumi o erbe profumate piuttosto che muschio, che potrebbe mettere in risalto l'odore sgradevole.

Come naturale funzione del corpo, l'emissione di flatulenze è un importante segnale di normale attività intestinale e non deve essere fonte di vergogna. Non vi è nessun danno nel trattenere le flatulenze. Comunque, può svilupparsi del disagio dovuto all'accumulo della pressione dei gas. In teoria, trattenendo le flatulenze si può verificare una distensione patologica dell'intestino che può condurre alla stipsi.

La flatulenza derivante dalla fermentazione dell'alcool nel tratto intestinale risulta molto sgradevole, altamente infiammabile e, se inalata direttamente, potenzialmente pericolosa.

Di fatto tutti gli animali emettono flatulenze, compresi molti invertebrati. Anche gli uccelli, i vermi, le formiche, i pesci e i rettili emettono flatulenze.

Tra il 2005 e il 2006 in Nord America si sono verificati decine di casi di porcili andati in fiamme a causa delle flatulenze emesse dai maiali al loro interno, provocando la morte di migliaia degli stessi.

La flatulenza contribuisce solo in minima parte alle emissioni di metano prodotte dai bovini.
La flatulenza viene considerata erroneamente una significativa fonte di gas serra in base alla considerazione che il flatus del bestiame conterrebbe elevate percentuali di metano. Il bestiame, infatti, è responsabile di circa il 20% delle emissioni globali di questo gas nell'atmosfera, ma la quasi totalità (90-95%) di queste emissioni sono rilasciate attraverso la respirazione e l'eruttazione.

Un componente chimico presente nelle flatulenze puzzolenti emesse dall’organismo umano durante (e dopo) la digestione, cura molti malanni, secondo uno studio condotto dall’Università di Exeter (Inghilterra). È il solfuro di idrogeno, o acido solfidrico (H2S), che in piccole quantità protegge i mitocondri delle cellule, rendendole più resistenti ai virus e alle malattie.

Secondo i ricercatori questa scoperta potrebbe avere effetti benefici sulla prevenzione, fra le altre cose, degli infarti, delle malattie cardiache, delle artriti. Ed è proprio il solfuro di idrogeno, responsabile dello sgradevole odore prodotto dalle “loffie” o “scorregge”, a rivelare la sua positiva azione sulle cellule danneggiate esposte a questo gas prodotto naturalmente dall’intestino. Un gas presente anche nella puzza delle uova marce.

I ricercatori hanno sviluppato questo processo naturale brevettando un composto chimico, l’AP39, che rilascia piccole dosi di solfuro di idrogeno.

Gli studi fatti finora sul solfuro di idrogeno dimostravano che, in grandi quantità, è un gas nocivo. La ricerca dell’Università di Exeter non smentisce quelle conclusioni perché parla di “piccole quantità”. Insomma respirare solfuro di idrogeno in ascensore fa bene, dormire tutta la notte con un grande produttore di H2S non è poi così curativo.
Molti scienziati hanno obiettato: “Perché questo fenomeno non è stato mai osservato prima d’ora, visto che si suppone che in media ogni persona emetta 14 flatulenze al giorno, ma è pieno di gente malata nonostante la costante esposizione a queste ’emissioni’ umane?”

Si potrebbe facilmente rispondere che, senza la “costante esposizione alle flatulenze§”, ci sarebbero molti più malati in giro.

Le scoregge sono come i fiocchi di neve, in un certo senso. Piccoli, invisibili, puzzolenti fiocchi di neve.

Se da una parte chiunque abbia superato i 10 anni è ben consapevole della molteplice varietà di scoregge e dei suoni e odori ad esse associate, nonché delle sensazioni e dei diversi soprannomi attribuiti alle scozze, dall'altra parte, ben pochi di noi sanno granché dei motivi di tali grandi diversità.

Il tipo di flatulenza è strettamente legata alla quantità di aria ingerita e alla capacità dell'intestino di trasformare il cibo in gas. Ha anche a che fare con la forma dello sfintere nel momento in cui si rilascia il gas. Se lo sfintere è stretto, il suono prodotto sarà diverso rispetto a quello di uno sfintere rilassato.
La sensazione di calore si prova quando lo sfintere interno si apre leggermente per testare cosa c'è nel retto. È una sensazione normale. Se non c'è un grosso quantitativo di gas, il corpo lo espellerà lentamente, facendo sentire del calore. Se c'è molto gas, allora l'espulsione sarà troppo rapida per permettere al corpo di percepire quella sensazione.






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