La Gelotologia è la disciplina che studia il fenomeno del ridere, con particolare riguardo alle potenzialità terapeutiche di esso.
La gelotologia studia ed applica la risata e le emozioni positive in funzione di prevenzione, riabilitazione e formazione. Essa concorre al processo di cura del paziente non visto più solo ed unicamente in funzione della sua malattia ma invece come centro di un approccio sistemico globale, che va dalla terapia farmacologica tradizionale al supporto emotivo, dall'intervento chirurgico al semplice buon umore, con l'obiettivo unico di migliorare la qualità della vita sotto tutti i punti di vista.
La gelotologia, il cui precursore può essere considerato il dott. Norman Cousins (divulgatore scientifico guarito da una spondilite anchilosante, grazie ad una cura a base di risate, vitamina C ed alimentazione naturale), è applicata in molte parti del mondo in svariati campi: nel settore sanitario, in particolare con i bambini, ma anche con altre tipologie di pazienti. Nel settore socio-sanitario con anziani, disabili, persone detenute, persone con disagio psichiatrico, nelle scuole. Nel campo della formazione, con personale sanitario (medici, infermieri, specialisti della riabilitazione), con personale scolastico (docenti, personale ATA), con manager e quadri d'impresa.
L'operatore della gelotologia è il Clown Dottore. A livello di studio e ricerca, la gelotologia si è concentrata per lo più sulla pediatria e sulla diversabilità, con diverse ricerche cliniche a Roma, Como, Firenze, Pisa. Esistono diverse metodologie di applicazione della gelotologia: il metodo Comicità è Salute; il metodo dello Yoga della risata; lo Yoga demenziale di Jacopo Fo.
La gelotologia trova le sue radici nella PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia), branca della medicina che ha sostanziato la diretta correlazione tra le emozioni ed il sistema immunitario. Esistono infatti importanti correlazioni tra sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario. Sostanziali mutamenti provocano cambiamenti anche negli altri, condizionando in maniera rilevante le condizioni di salute di un individuo. La gelotologia si basa sul fatto che attraverso il fenomeno della risata viene favorita la produzione di endorfine.
E’ ormai provato che il buon umore, l’allegria una sana disposizione mentale al riso e non in ultimo una sana e liberatoria risata aiutano a vivere meglio a tutti e soprattutto coloro che versano in condizioni non ottime di salute fisica o psichica. Vari studi hanno dimostrato che farsi una bella risata non solo provoca effetti positivi sulla mente ma aumenta le difese immunitarie, attraverso il rilascio delle beta endorfine migliora lo stato neuroendocrino allentando la tensione muscolare riequilibrando la circolazione sanguigna e il ritmo cardiaco.
I ricercatori hanno trovato una relazione importante : quando si è allegri nel nostro organismo avvengono delle reazioni chimiche: si produce un aumento di endorfine e di catecolamine e una diminuzione di secrezione di colozolo(colesterolo cattivo).
Una ricerca della Stanford University ha dimostrato che sorridere è salutare. Essa ha messo in evidenza che sorridere e ridere attiva le aree cerebrali della ricompensa e del piacere. Allan Reiss, autore della ricerca, ha spiegato che questa scoperta migliora la conoscenza dei meccanismi biologici dell’umorismo e che con il metodo utilizzato per lo studio sarà possibile individuare precocemente i soggetti a rischio di depressione.
“Nello studio alcuni volontari sono stati sottoposti a una risonanza magnetica funzionale mentre guardavano dei cartoni animati”, spiega Reiss, “le immagini più divertenti attiravano sia le aree dedicate al linguaggio che il sistema libidico e una particolare struttura chiamata “nucleo accumbens”, che regola i meccanismi di ricompensa”.
Lo psicologo Rod Martin, alla Western Ontario University, dell’88 fu tra i primi a verificare che l’umorismo modera il calo delle difese immunitari che si verifica in periodi di stress.
Secondo William Fry, psichiatra alla Stanford una buona dose di risate quotidiane puo ridurre il rischio di infarto cardiaco e della depressione.
Ma che il ridere potesse diventare veramente una terapia utile per accelerare la guarigione anche di mali fisici è un intuizione abbastanza recente secondo alcuni studiosi, tutti noi nasciamo con una tendenza naturale verso il divertimento in genere.
Anche la psicologia, la sociologia e l’antropologia hanno giocato un ruolo importante nello sviluppo della gelotologia.
D’altro canto essa si avvale dell’arte comica, della poesia, della magia, della musica, dell’affabulazione: tutte Arti in grado di attivare la relazione empatica tra chi è in difficoltà (persone ammalate o socialmente svantaggiate) e chi ha intenzione di esercitare la relazione d’aiuto.
L’approccio gelotologico tende infatti a ricercare, sperimentare ed applicare modalità relazionali che, coinvolgendo positivamente l’emotivo della persona, attraverso le strettissime relazioni tra corpo, mente, emozioni e spirito, ne migliorino l’equilibrio immunitario da un lato, e le abilità psico-relazionali dall’altro. Si incide, così, profondamente, sulle aspettative, sulle motivazioni e sui vissuti dei degenti/utenti e del personale sociosanitario e si è così in grado di migliorare la salute (intesa in senso sociale e sanitario) delle persone, l’efficienza complessiva della strutture (di cura, riabilitazione e sociali in generale) ed umanizzare la comunità di riferimento.
Secondo la gelotologia è la stessa Comunità, che, una volta attivata positivamente da elementi estetici, spirituali, energetici è in grado di essere terapeutica.
Il termine gelotologia è da poco stato accettato come neologismo della lingua italiana ed una voce è stata inserita nel dizionario “Il grande Italiano" di Aldo Gabrielli.
La gelotologia vanta, in Italia, una puntuale metodologia applicativa. E’ il metodo “Comicità è Salute”, applicato da Sonia Fioravanti e Leonardo Spina fin dal 1990 ed esplicitato per la prima volta nel 1999 nel volume “La Terapia del Ridere”.
Si tratta di un efficace mix di tecniche psicologiche e teatrali, basato su solidi presupposti scientifico-antropologici, concepito a gradini propedeutici, testabile e ripetibile: si sviluppa mediante un laboratorio teorico-pratico. La parte teorica è costituita di elementi di psicofisiologia del ridere ed antropologia del comico. La parte pratica è costituita da tre percorsi; il primo mette in gioco il corpo in esercizi di fiducia, contatto, ascolto empatico, espressività. Il secondo mette in moto la mente, secondo un ragionamento altro, il pensiero laterale, mediante la scrittura umoristica. Il terzo coinvolge il profondo della persona, mediante visualizzazioni guidate alla ricerca della parte gioiosa, fanciulla che ognuno di noi nasconde e/o reprime.
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